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Natavia incanta con il nuovo singolo “Sfumature”

Natavia incanta con il nuovo singolo “Sfumature”

Dal 20 dicembre sui principali digital stores e nelle radio Il progetto Natavia, nato nel febbraio 2024 dall'idea visionaria di Nik Zechender e dalla voce intensa di Ramanty (Martina de Filippo), presenta il suo nuovo singolo “Sfumature”. Disponibile dal 20 dicembre su tutte le piattaforme digitali e in promozione nazionale nelle radio, il brano segna un ulteriore passo avanti per il duo, che si contraddistingue per la fusione originale di sonorità Indie Pop elettroniche con la lingua napoletana. Ascolta il brano open.spotify.com/intl-it/artist/6Ynsmn5u4HHOU0zWKNJhnx?si=c8zcFOx4SuedzTNuDDwAKw “Sfumature” è una canzone che parla di emozioni autentiche, catturate attraverso un'intensa empatia tra sguardi, parole e abbracci. Il brano è nato in una mattina all'alba, mentre il sorgere lento del sole ispirava la riflessione sul potere dei sentimenti puri di illuminare, nel tempo, la complessità della quotidianità. Attraverso un testo poetico e melodie ipnotiche, il pezzo mette in luce l'importanza del contatto vero tra emozioni, silenzi e parole non dette, che sembrano ormai distanti dal mondo contemporaneo. Guarda il video

Il progetto Natavia vanta la partecipazione di Ivan Russo, producer e sound engineer di fam, che vanta un doppio singolo di diamante. Grazie alla sua guida, il duo ha affinato la sua visione musicale, raggiungendo un equilibrio perfetto tra tecnologia e tradizione. Dopo il successo del primo singolo “Orbita” pubblicato a giugno 2024, “Sfumature” rappresenta un nuovo capitolo di evoluzione sonora, proponendo un viaggio evocativo e profondamente umano. Natavia si distingue infatti per una proposta artistica unica, che unisce l'originalità della lingua napoletana con atmosfere contemporanee. Instagram: instagram.com/natavia.project/ TikTok: tiktok.com/@nataviaproject?_t=8s4QrtpzdaQ&_r=1 Facebook: facebook.com/profile.php?id=61560067661576

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Il Natale con il cinema : i migliori film di sempre

Il Natale con il cinema : i migliori film di sempre

Le vacanze di natale sono sempre un momento di relax da passare con i propri cari, e i cinema in famiglia sono sempre molto gettonati. Ecco dunque una vera e propria carrellata di film natalizi che hanno fatto la storia...e.. homosaccens.it/natale-al-cinema-i-migliori-film-di-sempre/

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il cane e la lepre (favola di Esopo)

il cane e la lepre (favola di Esopo)

IL CANE E LA LEPRE (FAVOLA DI ESOPO) Era un caldo pomeriggio assolato di inizio estate arricchito da un cielo limpido e azzurro senza l’ombra di una nuvola. Un grazioso leprottino se ne andava fischiettando allegramente tra le distese fiorite dei campi che circondavano la fattoria in cui viveva. Il tempo quel giorno era talmente bello che al piccolino venne una gran voglia di raggiungere il delizioso laghetto posto al limitare del bosco e, senza riflettere, oltrepassò con un agile salto il recinto di casa, dimenticando le raccomandazioni di mamma lepre che gli ripeteva sempre di non uscire mai dalla staccionata e di non parlare con gli sconosciuti. Si avviò così verso la meta ambita, ma il suo cammino venne bruscamente interrotto da un pericoloso cane che, balzandogli davanti gli chiese: “Mio piccolo amico, cosa fai tutto solo per la strada? Non sai che esistono animali che potrebbero assalirti?” Il leprotto preoccupato rispose: “Volevo andare al laghetto”. Cogliendo al volo l’occasione l’astuto animale propose: “Posso accompagnarti se vuoi, così non correrai rischi inutili”. Il cucciolo accettò volentieri, ma fatti solo pochi passi il cane gli piombò addosso catturandolo con una piccola rete che teneva nascosta. Il suo nemico gli legò tutte quattro le zampine impedendogli di fuggire e lo sistemò all’ombra di una pianta, allontanandosi alla ricerca di qualche pezzo di legno per il fuoco. Rimasto solo il leprottino cominciò a piangere. Aveva paura. Sapeva che presto sarebbe finito in padella per diventare un ottimo arrostino. Ma proprio quando tutto sembrava perduto ecco che un grande e vecchio orso che aveva assistito. alla scena, approfittando dell’assenza del cane, lo andò a liberare. “Oh, grazie! Mi avete salvato la vita!”. Strillò il cucciolo dalla gioia. “Smetti di gridare” borbottò il vecchio orso “e tornatene subito a casa”. In men che non si dica il piccolino si precipitò alla fattoria dalla quale non sarebbe mai dovuto uscire. Quel pomeriggio egli aveva imparato una dura lezione. Morale : Dietro ai sorrisi eccessivi e alle cortesie gratuite di persone sconosciute si nasconde spesso un secondo fine subdolo e pericoloso.

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Elis Martins tra sogno e realtà, il nuovo progetto artistico...

Elis Martins tra sogno e realtà, il nuovo progetto artistico...

Ai microfoni dell'Ufficio Stampa & Produzioni MP del Dott. De Vita, ritroviamo con piacere l'Artista Elis Martins. Elis Martins, reduce da interviste di livello Nazionale, quali Radio Ciak due mari e Radio Canale Italia, decide di avventurarsi nel cammino artistico, cinematografico di livello Europeo per una durata quadriennale, con la direttiva e Produzione in Esclusiva del Dott. Salvo De Vita, Produttore e FotoGiornalista Professionista iscritto ai vari albi e conosciuto per produzione di eventi teatrali e cinematografici di livello Nazionale Italiano ma soprattutto Internazionale. Un Contratto ufficiale che consentirà all'Artista Elis Martins, di accedere, come professionista, al mondo della musica attraverso inediti e videoclip cinematografici musicali distribuiti su piattaforme Europee musicali e Cinematografiche. Insomma, una sorpresa dietro l'altra per tutti gli appassionati di musica, che verranno coinvolti in un connubio, senza eguali, tra Italia e Brasile, il tutto, tra fine Marzo e Aprile 2025. Potete seguire, l'artista Elis Martins, su Facebook, Instagram, ma soprattutto, sui canali ufficiali Network Business, del Produttore Salvo De Vita. Articolo Dott. Salvo De Vita Dirigente & Resp. della Comunicazione Ufficio Stampa & Produzioni MP di Salvo De Vita Distribuzione Nazionale Digitale Dott. ssa Mietto Elisa

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RUMORI MOLESTI

Per gli anziani, per gli adulti in generale, è sempre più difficile viaggiare, fare le vacanze estive. Ci sono località marine particolarmente rumorose, dove la movida si protrae fino a tarda notte o addirittura fino all’alba. Ci sono spettacoli in piazza dal vivo, concerti, sfilate di moda, esibizioni, gruppi rock, sbandieratori, ambulanti. La musica talvolta è assordante, non di qualità l’audio. Certi allestimenti scenici sono dozzinali. La musica potente trapana le orecchie e spesso i tappi non sono sufficienti. Il rumore influisce sul sonno e sull’umore, creando insonnia, ansia, affaticamento. Molti locali fanno rumore fino a tarda notte. Ci sono persone che rischiano un esaurimento nervoso. Molti locali si ostinano a disturbare la quiete pubblica. Spesso sono intervenute le forze dell’ordine. La gente chiama la polizia e i carabinieri. In verità ci sono dei metodi infallibili per evitare rumori molesti e schiamazzi di giovani spavaldi . Ogni proprietario di locali dovrebbe essere consapevole del male che arreca e porvi rimedio in modo efficace e non approssimativo. La sicurezza e tutto il resto sono cose importanti. Si possono fare vari interventi strutturali e schermature a cominciare dagli infissi e dalle porte. Ci sono vari metodi di isolamento acustico e varie tipologie di insonorizzazione con vari gradi di efficacia. Ci sono varie tecnologie isolanti per un maggior confort acustico come rivestimenti in cellulosa a spruzzo, rivestimenti traspiranti e resistenti alla umidità e alle muffe fatte di materiale a lunga durata. Alcuni isolanti acustici sono fatti di materiale riciclato. Alcune ditte fanno preventivi e sopralluoghi gratuiti. Negli ultimi tempi si usano pure lastre di lana e materiali anti incendio per un ottimo assorbimento acustico. Ci sono prodotti da riciclo belli pure esteticamente. E’ fondamentale ridurre l’inquinamento acustico.

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Francesco Maria Gallo e il Viaggio Sonoro con Louvree tra Panico, Arte e Letteratura

Francesco Maria Gallo e il Viaggio Sonoro con Louvree tra Panico, Arte e Letteratura

In occasione dell’uscita di “Il Valzer delle Pare”, il singolo d’esordio di Louvree (Lucrezia Mattioni), abbiamo incontrato Francesco Maria Gallo, produttore artistico e arrangiatore del brano. Conosciuto per i suoi progetti musicali innovativi e ambiziosi, tra cui Inferno e Orlando Opera Rock, Gallo ci racconta il processo creativo dietro questa collaborazione, senza tralasciare i suoi lavori più concettuali e la sua visione del mondo musicale.   🎙️ Francesco, come è nata la collaborazione con Louvree? Francesco Maria Gallo: È nata in modo molto naturale. Louvree aveva questa canzone che sentiva profondamente, quasi come una parte di sé. Quando mi ha fatto ascoltare la prima bozza di “Il Valzer delle Pare”, ho capito subito che aveva qualcosa di speciale. La sua scrittura è viscerale, autentica, e sapevo che il mio compito sarebbe stato quello di esaltare le sue emozioni senza mai sovrastarle.   🎙️ “Il Valzer delle Pare” è un brano che gioca con una struttura classica come il valzer, ma in chiave moderna e intima. Come hai affrontato l’arrangiamento? Gallo: Ho voluto mantenere il cuore del valzer, ma destrutturarlo per renderlo contemporaneo. Il valzer ha un ritmo circolare, quasi ipnotico, e questa caratteristica si sposa perfettamente con il tema del brano: l’ansia, la paranoia, i pensieri che ritornano. Il pianoforte guida tutto con delicatezza, ma poi ci sono archi che entrano come una marea, creando un crescendo che riflette il tumulto interiore raccontato nel testo. Ho cercato di creare uno spazio sonoro in cui la voce di Louvree potesse emergere con tutta la sua vulnerabilità.   🎙️ C’è un grande equilibrio tra la semplicità dell’arrangiamento e l’intensità emotiva del testo. È stato difficile trovare questo bilanciamento? Gallo: Non è stato facile, ma era fondamentale. Volevo che ogni nota accompagnasse il testo senza mai togliere spazio alle parole. Louvree ha una voce che trasmette molto, anche nei silenzi, e ho scelto di rispettare quei momenti. L’uso delle pause, dei respiri tra un verso e l’altro, è stato parte integrante dell’arrangiamento. Credo che sia proprio questo bilanciamento a rendere il brano così intimo e potente allo stesso tempo.   🎙️ Nel brano c’è una frase che spicca per la sua schiettezza: “E mi sono rotta il co di mille parole”*. Come hai reagito quando hai sentito questo verso per la prima volta?** Gallo: Mi ha colpito subito! È disarmante nella sua autenticità. Louvree riesce a essere diretta senza perdere delicatezza. Penso che questo verso rappresenti il punto di rottura, quello in cui l’emozione si riversa senza filtri. Non ho voluto smussare nulla in quella parte. Al contrario, ho mantenuto la strumentazione minima per lasciare che la voce e il testo parlassero da soli. È una dichiarazione forte, e volevo che arrivasse dritta all’ascoltatore.   🎙️ Qual è stato il momento più intenso durante la produzione di “Il Valzer delle Pare”? Gallo: Il momento più intenso è stato registrare il ritornello finale. Louvree ha cantato con una carica emotiva incredibile, e l’intero studio sembrava vibrare con lei. Abbiamo fatto diverse riprese, ma quella buona è stata una delle prime. Si sentiva che c’era qualcosa di autentico, quasi grezzo, che non andava toccato. È raro catturare quella sincerità al primo colpo, ed è stato un privilegio farne parte.   🎙️ “Il Valzer delle Pare” sembra un brano intimo, ma ha una forza universale. Credi che possa parlare a molti? Gallo: Assolutamente. Louvree riesce a raccontare qualcosa di molto personale, ma con un linguaggio in cui chiunque può riconoscersi. La lotta con il panico, l’ansia, la sensazione di non essere ascoltati… sono esperienze comuni, soprattutto in questo periodo storico. La musica ha il potere di connettere le persone proprio attraverso queste emozioni condivise, e credo che questo brano abbia quella capacità.   🎙️ Qual è il valore aggiunto che Louvree porta alla scena musicale italiana? Gallo: Louvree è autentica. Non ha paura di mostrarsi per quella che è, con le sue fragilità e la sua forza. In un panorama musicale spesso omologato, lei riesce a emergere con una voce unica, sia letteralmente che metaforicamente. Penso che il pubblico sia alla ricerca di artisti che raccontano storie vere, senza sovrastrutture, e Louvree è esattamente questo.   🎙️ Cosa possiamo aspettarci dalla vostra collaborazione in futuro? Gallo: Stiamo già lavorando ad altri brani. Questo è solo l’inizio. Louvree ha molto da raccontare e io sono felice di poter contribuire a dar voce alle sue storie. Penso che il pubblico sarà piacevolmente sorpreso da quello che arriverà nei prossimi mesi. 🎙️ Oltre a questo progetto, sei conosciuto e apprezzato nel panorama musicale per aver composto e interpretato opere complesse come Inferno e Orlando Opera Rock, ispirato a Virginia Woolf. Cosa ti ha spinto a lavorare su progetti così concettuali? Gallo: Sono sempre stato affascinato dall’idea di raccontare storie attraverso la musica, di creare mondi sonori che vadano oltre la semplice canzone. Inferno nasce dalla volontà di reinterpretare il viaggio di Dante con un linguaggio musicale attuale, mentre Orlando Opera Rock è stato ispirato dalla profondità e dalla complessità del romanzo di Virginia Woolf. Woolf ha esplorato temi di identità e trasformazione con una delicatezza straordinaria, e volevo portare quella stessa sensibilità nella musica.   🎙️ Orlando Opera Rock è un progetto ambizioso. Come hai tradotto un’opera letteraria così densa in musica? Gallo: È stata una sfida incredibile. Woolf ha una scrittura quasi musicale, e il romanzo stesso attraversa epoche e stili diversi. Ho cercato di riflettere questa trasformazione continua con cambi di ritmo, strumenti che si mescolano e voci che cambiano, proprio come Orlando attraversa il tempo e i generi. È stato un lavoro che ha richiesto molta ricerca e un grande rispetto per il testo originale.   🎙️ Quanto ti ha influenzato la letteratura nella tua carriera musicale? Gallo: Tantissimo. La letteratura offre una profondità narrativa che trovo affascinante. Cerco sempre di raccontare storie attraverso le mie composizioni, e spesso mi lascio ispirare dai grandi autori. Woolf, Dante, Erasmo da Rotterdam ma anche autori contemporanei: ognuno di loro ha lasciato una traccia nel mio percorso artistico.   🎙️ Tornando al presente, come si colloca “Il Valzer delle Pare” nel tuo universo musicale? Gallo: Il Valzer delle Pare è un progetto più intimo, ma non meno profondo. È stato un modo per lavorare a stretto contatto con Louvree, creando uno spazio dove potesse esprimere liberamente le sue emozioni. Anche se diverso da Inferno o Orlando, porta con sé la stessa attenzione per i dettagli e la voglia di esplorare il lato più umano della musica.   🎙️ Come vedi il panorama musicale attuale? Gallo: Penso che ci sia una grande voglia di autenticità. Le persone cercano canzoni che raccontino qualcosa di vero, di vissuto. Louvree incarna perfettamente questa esigenza. Non ha paura di mostrarsi fragile, e credo che questo sia il futuro della musica: meno artificio, più sincerità.   🎙️ Qual è il consiglio che daresti ai giovani artisti che vogliono emergere oggi? Gallo: Di non avere paura di essere se stessi. La musica che resta è quella che racconta storie vere, che riflette l’identità di chi la crea. È importante studiare, sperimentare, ma alla fine ciò che conta è la sincera verità nell'interpretare attraverso ciò che siamo senza inseguire sogno che non sono i nostri. 🎧 Ascolta ora Il Valzer delle Pare su tutte le piattaforme digitali: 🔗 social.tunecore.com/linkShare?linkid=eprnjCMPdVnR4qD6rnbFVg 📸 Segui Louvree su Instagram: instagram.com/lu.mattioni/ 📸 Segui Francesco Maria Gallo Instagram: instagram.com/francescomgallo/ 🎧 Segui Francesco Maria Gallo su Spotify open.spotify.com/intl-it/artist/0CEnsGrVIXpAUc3ql1kIFz?si=NEn3W30dSfajqgvRMuDGQw

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"Coca e Malibù" dei Ferrinis: il racconto di una generazione travolta dai social

"Coca e Malibù" dei Ferrinis: il racconto di una generazione travolta dai social

I Ferrinis non accennano a fermarsi: dopo il successo dell’omonimo debut album "Ferrinis", che ha superato il traguardo di oltre mezzo milione di streams in meno di un anno, e il relativo repack "Ferrinis Deluxe Edition", accolto con entusiasmo dalla stampa nazionale e ripreso dalle più importanti testate di settore come Billboard Italia, il duo di fratelli romagnoli composto da Maicol e Mattia Ferrini torna con "Coca e Malibù", primo estratto dal loro attesissimo secondo progetto full length, "Twins". Pubblicata ad ottobre, l’edizione deluxe del loro primo album ha confermato la straordinaria capacità dei due artisti forlivesi di coniugare sonorità pop-dance con testi che raccontano storie personali e al tempo stesso attuali e condivisibili dal pubblico di ogni fascia d’età, consolidando il loro successo e la loro abilità innata nel fondere egregiamente emozione e intrattenimento. Ora, a pochi mesi di distanza, i Ferrinis sono già pronti a stupire nuovamente vecchi e nuovi fan, dimostrando una creatività inarrestabile e una visione artistica in continua evoluzione, sempre più matura. Una creatività che non conosce pause e che fluisce in una sorprendente miscela di pop, dance, latin e cantautorato italiano e che in “Coca e Malibù” trova la sua piena espressione: questo nuovo singolo, infatti, non è solo un pezzo ballabile, ma una riflessione sulla società attuale, dove tutto corre veloce e le apparenze sostituiscono spesso la sostanza. Al centro del brano, una storia d’amore che si scontra con le contraddizioni del mondo moderno: il desiderio di semplicità e genuina connessione viene travolto dalla superficialità e dalla pressione sociale, rappresentate metaforicamente dal cocktail leggero e ingannevole che dà il titolo alla canzone. Nel verso «brillano i diamanti ma non brilla il mondo, vuoto tutto il resto dentro», Maicol e Mattia descrivono un labirinto di lusso e ostentazione che lascia però un vuoto incolmabile. La protagonista femminile della narrazione, inizialmente immune al fascino delle apparenze, finisce per esserne vittima, perdendo il contatto con la realtà, con tutto ciò che conta davvero. E nel ritornello, la canzone esplode con la sua carica pop-dance: «bevevi Coca Malibù, dicevi non ci penso più, ballando come lei in TV, il cielo sembra un po’ più blu»; un’immagine tanto spensierata quanto malinconica, che immortala il desiderio di evasione e leggerezza in un contesto in cui vengono invece amplificati insicurezze e dubbi. «”Coca e Malibù” parla di quanto sia facile perdersi in un mondo che corre veloce e premia l’apparenza - spiegano i Ferrinis -. È un invito a fermarsi e riflettere su cosa conta davvero, senza lasciarsi travolgere dai like e dalle luci dei social media.» Sotto l’aspetto musicale, “Coca e Malibù” si inserisce nel solco della tradizione dance italiana, arricchita da elementi contemporanei che rendono il brano attuale e irresistibile. I ritmi trascinanti e le melodie che conquistano sin dal primo ascolto si intrecciano ad un testo che lascia spazio alla riflessione, dimostrando ancora una volta la versatilità e l’abilità narrativa dei Ferrinis. Il singolo, accompagnato dal videoclip ufficiale diretto da Alessandro Murdaca, anticipa il secondo album in studio del duo, “Twins”, un album composto da 10 brani inediti che si preannuncia come un ritratto musicale sincero e immediato, capace di trasformare in forma canzone le differenti e complesse sfumature del mondo contemporaneo. Con 'Twins', i Ferrinis portano avanti un percorso artistico che unisce stile e contenuto, spingendo il loro sound verso nuove direzioni senza mai perdere di vista ciò che li ha resi riconoscibili fin dal debutto: creare musica che parla alle nuove generazioni senza dimenticare la tradizione. “Coca e Malibù” è il segno tangibile di una carriera che non ha paura di rinnovarsi. Maicol e Mattia Ferrini trasformano ogni progetto in una storia che si insinua con naturalezza nel quotidiano del pubblico, rendendo ogni release un tassello significativo della loro crescita. Con l’energia di questo singolo, i Ferrinis ci ricordano che, nella musica come nella vita, sincerità, autenticità e ritmo possono convivere in perfetto equilibrio.

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Costellazioni Evolutive

Costellazioni Evolutive

Costellazioni Evolutive Introduzione Da qualche anno sentivo l’esigenza di collegare l’indagine terapeutica alle discipline mistiche orientali attraverso una tecnica empirica, uno strumento clinico in grado di fornire coordinate accurate a chi sta cercando di orientarsi in un percorso interiore. L’occasione si è presentata entrando in contatto con la teoria e la tecnica delle “Costellazioni Familiari”. Mi è subito sembrato un metodo corretto per interrogare il “Campo Mentale” e il “Campo Esteso” conservando al tempo stesso la libertà della mente, ossia senza operare forzature sull’effettiva preparazione del soggetto a confrontarsi con il proprio passato anche relativo a vite precedenti. Negli anni 90, in seguito ai successi di Brian Weiss, mi ero approcciato al metodo delle regressioni ipnotiche. Coniugando così i miei interessi di studente di Yoga e di novello psicoterapeuta mi avventurai nella pratica terapeutica favorendo il recupero di contenuti maturati in vite passate. Tuttavia accantonai quasi subito tale prassi in quanto ho riscontrato elementi di violazione del naturale processo evolutivo alla base di ogni percorso terapeutico che si rispetti. Così, consapevole che tutto il passato di un essere, sia della presente che di altre vite, vive nel “qui ed ora” mi sono concentrato su un metodo terapeutico che prevedesse il quadro attuale come punto di partenza. Ritengo ancora questo approccio il più efficace per guidare il paziente nell’elaborazione e nella soluzione di ogni tipo di malessere psichico. Ma, come sopra accennato, la curiosità intellettuale mi ha avvicinato al lavoro di Bert Hellinger. Dopo l’approccio teorico ho deciso di partecipare attivamente alle costellazioni sia come rappresentante che portando temi personali. Ho sperimentato sul campo la potenza del metodo, ma allo stesso tempo ne ho constatato i limiti. L’ambiente familiare è quasi sempre preponderante nell’organizzare l’impronta delle esperienze evolutive che forniscono il substrato per la crescita di un individuo, ma non sono esaustive. E soprattutto quando il disagio psicologico viene da un passato antecedente alla vita corrente, ritengo sia spesso fuorviante andare a ricercare l’avo che ha vissuto l’evento traumatico per attribuirgli la causa del conflitto intrapsichico del soggetto sotto indagine. Infatti individuare il ruolo dei soggetti coinvolti nell’evento traumatico aiuta a contestualizzare, ma se usato per sottrarci al principio di “Responsabilità personale” ci manda fuori strada. Ritengo infatti, che l’essere senziente sia sempre artefice del proprio destino! Quindi ogni evento che occorre nel nostro percorso esperienziale sia un elemento del complesso disegno evolutivo che l’ Anima Individuale ha progettato per favorire la nostra crescita interiore. Quando un evento produce una “Risposta Adattiva”, ossia un comportamento che massimizza le informazioni presenti nel contesto in cui si manifesta, produce “Elementi di Saggezza”. Questi, a differenza dei contenuti mentali, sono informazioni ancora relative al soggetto ma oggettive. Vengono immagazzinate in quella regione del “Se Superiore”, definito altrove come “Corpo Causale” o “Mente Superiore ” e che qui chiameremo “Intelletto”. Ho chiamato questo strumento terapeutico, dove “Anima” e “Intelletto” vengono rappresentati nel “Campo”, “Costellazioni Evolutive”. Dalla Letteratura Quando, nel 1950, Carl Gustav Jung ha introdotto il concetto di “Sincronicità” ha compiuto un atto talmente rivoluzionario da porre una pietra miliare nella nascente “Scienza della Coscienza”. Mistici, sciamani ed indovini interrogavano l’Universo da millenni, basandosi sul presupposto che l’Assoluto fosse chiamato a rispondere a chi interrogasse con “Purezza”. La grandezza del padre della “Psicologia Analitica” è stata nell’introduzione del “Principio di Acasualità” in riferimento al comportamento e alla Coscienza dell’Essere Senziente. Con gran coraggio propose al mondo scientifico e accademico di riferimento che nulla è regolato dal caso, bensì da precise leggi ancora da svelare, e che tali leggi aumentino in complessità quando si ha a che fare con Psiche e comportamento umano. In seguito a questi contributi, nel secondo dopoguerra si fa strada l’idea di un’ approccio psicologico euristicamente orientato verso la ricerca di un “Se Superiore”: la“Psicologia Transpersonale”. Roberto Assagioli, Carl Gustav Jung, Charles Tart e tutti i ricercatori che si aggregarono al movimento, si presero la responsabilità di restituire all’Essere Senziente la sua interezza attraverso il recupero della dimensione spirituale. Negli anni ‘80, il biologo inglese Rupert Sheldrake contribuisce allo sviluppo della “Scienza della Coscienza” con l’introduzione di concetti quali: “Mente Estesa”, “Campi Morfogenetici” e “Risonanza Morfica”. La Mente umana, e non solo, recupera la sua dimensione collettiva e non locale. Così, non soltanto, collega il comportamento ai numerosi contenuti giunti precedentemente dalla Fisica Quantistica, inserendo principi di supporto alle “Costellazioni Familiari” di Bert Hellinger, ma allo stesso tempo afferma la necessità di andare oltre il dogmatismo della scienza materialista. Un altro sostegno all’idea che la mente vada oltre i confini della scatola cranica viene dagli studi del medico e psicofisiologo viennese Karl Pribram che ha proposto una lettura olografica del cervello e dell’Universo stesso. Oltre cento anni di letteratura scientifica a sostegno di una scienza in armonia con la dimensione spirituale ci confortano per procedere serenamente in tal senso. Le “Costellazioni Evolutive” trovano il supporto dei ricercatori sopracitati e di tanti altri che con coraggio si sono approcciati allo studio della “Coscienza” avventurandosi oltre i rigidi confini del materialismo. Interrogare il Campo: metodologia Nel 1960 Hans Jenny, musicista, medico e fisico svizzero, partendo dalle “Figure di Chladni” e dai relativi studi del XVIII secolo, approdò a “l’Effetto Morfogenetico” delle vibrazioni sonore sulla materia. Jenny, così facendo, non soltanto aprì la strada ai moderni esperimenti di “Cimatica”, ma attraverso il concetto di “Primordiale Matrice Energetica” affermò il principio che le vibrazioni sonore possano influenzare la morfologia biologica della vita stessa. In questa sede postulo che il “Sistema Mentale” di un individuo crei un campo morfogenetico con effetti diretti sulla biologia e il comportamento. Asseverando quanto dimostrato da Bruce Lipton con i suoi studi su “l’Epigenetica” intendo affermare che “la Visione” che noi esseri umani abbiamo del mondo e di noi stessi crei la realtà che andiamo a sperimentare al fine di promuovere la nostra stessa evoluzione mentale e spirituale. Quando più esseri umani si aggregano in piccoli gruppi o comunità allargate si crea un “Campo Condiviso” in stretta interrelazione col “Campo Individuale”. Recentemente si registra, a diversi livelli, un acceso dibattito sulla “Mente Condizionata”, ossia su quanto e come il pensiero e il comportamento di un individuo possa essere influenzato dal contesto in cui è immerso. La mia tesi è che tale condizionamento sia diretta conseguenza dell’inconsapevolezza: più il comportamento è impulsivo, ossia organizzato da processi inconsci di pensiero e più si presta il fianco agli aspetti manipolativi del “Campo Condiviso”. Prendo quindi le distanze da quei colleghi, anche degni di stima per altri aspetti, che pongono eccessiva enfasi sulle determinanti collettive del comportamento individuale. Quest’ultimo rimane sempre responsabilità diretta del soggetto, conservando così la sua natura evolutiva. Qui andiamo ad esaminare il “Campo Condiviso” che si viene a creare in una seduta delle “Costellazioni Evolutive”. Poniamo quindi il caso di un piccolo gruppo, di almeno sei unità, che si incontra con la finalità di avere risposte in chiave evolutiva rispetto alle vicissitudini del quotidiano. Queste, quando il comportamento adattivo tarda ad arrivare, possono essere fonte notevole di stress e portare a momenti molto frustranti di impasse. Il “Campo Condiviso” che si genera presenta tutti gli elementi mentali di ogni “Campo Individuale” dei convenuti, ma non si limita a questo. Infatti, come accennato nell’introduzione, in questo modello di psicoterapia di gruppo viene considerata la natura eterna dell’essere senziente. Anima ed Intelletto vengono chiamati ad essere rappresentati nel gruppo dal soggetto che propone un proprio tema personale. Così facendo il “Campo Rappresentato” mostra come i differenti aspetti mentali, sia quelli disfunzionali che quelli adattivi che faticano ad esprimersi, si rapportano con il “Se Superiore” e nei casi più proficui come quest’ultimo risponda alla mente. La finalità è di offrire, attraverso la rappresentazione, elementi di oggettività sulla propria condizione. Non sempre la mente è pronta a ricevere indicazioni da “l’Anima” o da “l’Intelletto”, ma anche in questi casi il richiedente riceve preziose informazioni per avvicinarsi alla “centratura”, ossia all’intuizione quindi alla realizzazione del “comportamento adattivo”. Nel maggio 1949, Carl Gustav Jung, riprendendo quanto fatto l’anno precedente per l’edizione inglese, omaggia l’edizione italiana de “I King” con una pregevole prefazione. In essa riprende il concetto della mistica orientale secondo cui sarebbero dei misteriosi “Agenti Spirituali”, che operando in maniera altrettanto misteriosa, ad organizzare la disposizione degli steli di millefoglie per consegnare al richiedente la risposta in grado di condurlo alla soluzione auspicata: stava descrivendo gli effetti rivelatori del “Campo Universale”. Il “Campo Condiviso” delle “Costellazioni Evolutive” è la risultante dell’interazione dei campi individuali, sia mentali che superiori, dei convenuti a cui possono aggiungersi elementi del “Campo Universale”. Il “Campo Universale” è la “Coscienza” presente nell’universo. Il concetto junghiano di “Inconscio Collettivo” e quello vedico di “Rete di Indra” ne illustrano egregiamente la dimensione relativa alla “Saggezza”. A questa va aggiunta la dimensione “Amore”, ossia l’attività relativa alla “Anima”. Elementi del “Campo Universale” possono intervenire nel“Campo Condiviso” delle “Costellazioni Evolutive” quando la “Coscienza Individuale” dei convenuti lo permette, ossia nella misura in cui le singole menti sono prossime all’intuizione. Quando vi è la domanda vi è anche la risposta. Partecipare a un incontro delle “Costellazioni Evolutive” significa attivare gli “Agenti Spirituali” citati da Jung che qui chiameremo “dialogo Mente - Coscienza”. Significa procedere verso il recupero di quelle informazioni oggettive che sosterranno il “Comportamento Adattivo”, ossia quel comportamento non più causa di stress e di dolore ma in grado di alimentare il bagaglio personale di saggezza. La Scienza della Coscienza Neuroscienze, Fisica quantistica, Biologia, Psicologia e tante altre discipline cercano di dare risposte al complesso e variegato tema della “Coscienza”. I molteplici contributi giunti negli ultimi due secoli, ci hanno consegnato preziosi strumenti di analisi per orientarci proficuamente in un percorso euristico che ha la “Coscienza” come oggetto di studio. Come ebbi modo di affermare in un mio precedente articolo (Il Salto quantico della Psicologia Roma 2016), ritengo che i tempi siano maturi per l’affermarsi di una nuova scienza : “la Scienza della Coscienza”. Questo prezioso traguardo si deve alla conquista di un “Paradigma” in grado di descrivere l’oggetto di studio e i fenomeni ad esso collegati. Mi riferisco a quanto offerto da “Il Sistema Mentale a Quattro Sfere” di Danilo Speranza. In questo saggio l’autore dà ampia risposta all’esigenza di avere un modello di “Mente” che descriva tutti i processi di pensiero, il comportamento e le modalità attraverso cui la mente trascende se stessa attraverso i fenomeni di “Centratura” e “Intuizione”. Nel terzo paragrafo del quarto capitolo, Speranza illustra i meccanismi attraverso i quali il sistema mentale rinuncia alla realtà soggettiva, virtualizzata dagli schemi mentali e cognitivi, per giungere alla quiete creativa del pensiero intuitivo. Attraverso tale modello si risolve il problema epistemologico fondamentale della psicologia: la Coscienza che osserva se stessa. Chi oggi si avventura negli studi che hanno la Coscienza come oggetto di studio è confortato da un modello descrittivo che ne permette di analizzare i diversi stati , e soprattutto le modalità di transito dalla coscienza mentale e soggettiva a quella oggettiva e intuitiva specifica del “Se Superiore”. Glossario Campo Esteso (Campo Universale) Spazio psicologico contenente tutte le informazioni oggettive universalmente condivise. Si accede a tale comunicazione sottile, previa centratura della mente, attraverso il pensiero intuitivo. Campo Mentale Spazio psicologico soggettivo che permette la percezione fenomenica della realtà virtualizzata. Parleremo di Campo Individuale relativamente a quanto generato da un singolo sistema mentale, e di Campo Condiviso riferendoci all’interazione di diversi sistemi mentali in interazione. Campo Rappresentato Rappresentazione fenomenica che avviene nell’ambito di un incontro delle Costellazioni Evolutive in virtù del Campo condiviso e a elementi del Campo Universale. Centratura Le quattro sfere del sistema mentale giungono a una posizione di equilibrio grazie al proficuo lavoro di elaborazioni soggettive particolarmente efficaci nel modificare gli schemi mentali e cognitivi in chiave evolutiva. Qualsiasi altro movimento mentale, a questo punto, sarebbe antieconomico. In questa condizione si sperimenta la conoscenza della realtà noumenica e il pensiero intuitivo. Coscienza Entità multidimensionale universalmente immanente che collassa in un punto specifico laddove esiste un aggregato di informazioni abbastanza organizzato da permettere l’autocoscienza, ossia la consapevolezza di essere cosciente. La dimensione di base si realizza nella sfera cognitiva del sistema mentale, quelle transpersonali attraverso il Se Superiore. La Coscienza dell’Assoluto nella sua dimensione ultima rimane insondabile attraverso il metodo scientifico. Dialogo Mente – Intelletto (Dialogo Interiore) (Dialogo Mente - Coscienza) Confronto interiore tra diversi stati di coscienza. Attraverso un ragionamento ordinato e focalizzato si produce la riflessione, ossia la possibilità di osservazione della mente dal punto di vista dell’intelletto. Se Superiore Natura transpersonale dell’essere senziente riconducibile ai concetti di Intelletto e Anima. Risposta Adattiva (Comportamento adattivo) Comportamento efficace nel condurre l’essere senziente al reperimento di informazioni mancanti e necessarie per la realizzazione del pensiero intuitivo. Bibliografia Assagioli Roberto - Psicosintesi: per l’armonia della vita – Edizioni Mediterranee 1966 Capra Fritjof - Il Tao della Fisica - Adelphi 1982 Ciriaco Domenico – Il Salto Quantico della Psicologia – Roma 2016 Ellemberger Henri F. - La Scoperta dell’Inconscio – Boringhieri Editore 1975 Jung Carl Gustav - La Sincronicità - Bollati Boringhieri 1980 Lipton Bruce Harold – La Biologia delle Credenze. Come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula – Macro Edizioni 2007 Moreno Jacob Levi - Manuale di Psicodramma - Astrolabio Ubaldini 1985 Sheldrake Rupert - The Science Delusion - Coronet 2012 Sheldrake Rupert - La Mente Estesa - Edizioni Feltrinelli 2018 Speranza Danilo – Il Sistema Mentale a Quattro Sfere – Roma 2006 Taimni I. K. - La Scienza dello Yoga - Ubaldini Editore 1970 Tart T. Charles - Stati di Coscienza – Astrolabio Editore 1977 Weiss Brian – Molte vite, Molti Maestri – Mo9ndoatori 1997

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Zeus One sul palco con i bambini a favore della pace nel mondo per "Love For All"

Zeus One sul palco con i bambini a favore della pace nel mondo per "Love For All"

La cittadina di Orbassano (To) ha accolto un evento di grande impatto emotivo e sociale: "Love For All", la serata benefica organizzata per l' associazione Wancisi da Maurizio e Luana, a favore dei gatti e gattini in difficoltà. Tra le numerose iniziative solidali della serata, la performance del rapper Zeus One ha catturato il cuore di tutti i partecipanti, dimostrando ancora una volta come la musica possa essere un potente strumento di cambiamento. Zeus One ha regalato al pubblico una performance straordinaria, unendo la sua arte all’impegno sociale. Tra i momenti più emozionanti, l'esibizione del brano “Nessuno”, che ha visto il rapper circondato da bambini che sventolavano bandiere della pace. L'atmosfera intima e commovente ha portato a una riflessione profonda sul significato della musica come veicolo di messaggi positivi. "Quando canto tra bambini con gli occhi pieni di sogni e speranza, penso anche ai bambini che soffrono nelle zone di guerra", ha dichiarato Zeus One durante l’esibizione. "La loro innocenza e il loro desiderio di pace mi spingono a credere che dobbiamo fare tutti qualcosa per rendere il mondo un posto migliore."; Il brano “Nessuno”, che sarà incluso nell’atteso album Algebra in uscita nel 2025, è più di una semplice canzone: è un progetto solidale con un impatto concreto. Il video ufficiale del brano, disponibile su YouTube, include un link diretto alla raccolta fondi di Save The Children, a sostegno dei bambini vittime dei conflitti in diverse parti del mondo. A soli pochi giorni dalla sua pubblicazione, il video ha superato le 110.000 visualizzazioni, segno tangibile dell’impatto emotivo e sociale di questa iniziativa. Oltre al messaggio di solidarietà verso i più piccoli, la serata di Orbassano ha avuto anche uno scopo animalista, raccogliendo fondi per il salvataggio e la cura di gatti e gattini bisognosi, sostenendo l'associazione Wancisi, che si occupa della cura e protezione degli animali in difficoltà. La partecipazione attiva e generosa del pubblico ha reso l’evento un grande successo, dimostrando quanto l’arte e la musica possano unire le persone per cause nobili. Con "Nessuno", Zeus One conferma il suo impegno non solo come artista, ma come figura capace di trasmettere messaggi di pace, solidarietà ed empatia. "Love For All" ha mostrato, ancora una volta, come eventi del genere possano non solo raccogliere fondi ma anche promuovere valori positivi e creare cambiamento, ispirando il pubblico a prendere parte attiva nella costruzione di un mondo migliore.

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A Reggio Calabria conversazione sul tema "1924-2024: nel centenario della nascita di Alberto Lup

A Reggio Calabria conversazione sul tema "1924-2024: nel centenario della nascita di Alberto Lup

Il prossimo 19 dicembre sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile sarà disponibile una conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “1924-2024: nel centenario della nascita di Alberto Lupo”, che per la valenza dell’’incontro e l’alto significato del tema trattato, ha ricevuto il Patrocinio della Città Metropolitana di Genova. Nel corso della conversazione si registrano una serie di interventi, sia del mondo istituzionale che culturale, che ricorderanno il grande attore, doppiatore e conduttore televisivo italiano. Alberto Lupo, pseudonimo di Alberto Zoboli, è stato un attore, doppiatore e conduttore televisivo italiano. Il nuovo incontro, predisposto dall’associazione reggina, registra, dopo i saluti istituzionali, le presenze della ricercatrice toscana Elena Pierotti e del Vice presidente del sodalizio culturale reggino Antonino Megali. Alberto Lupo, pseudonimo di Alberto Zoboli, è stato un attore, doppiatore e conduttore televisivo italiano. Ebbe i natali a Bolzaneto (Comune autonomo dal 1854 al 1926), il 19 dicembre 1924.Di famiglia borghese (il padre era preside dell'Istituto Tecnico Gaslini di Genova Bolzaneto) nacque in via Nazionale (l'attuale via Bolzaneto). Esordì come attore cinematografico nel 1954 con un ruolo nel film Ulisse di Mario Camerini. L’anno successivo il suo esordio sul piccolo schermo nel romanzo sceneggiato Piccole donne diretto da Anton Giulio Majano. Negli anni sessanta fu protagonista di vari fotoromanzi pubblicati sui settimanali “Bolero Film”, “Grand Hotel” e “Sogno”. “La cittadella”, sceneggiato televisivo italiano, prodotto e trasmesso nel 1964 dalla Rai, per la regia di Anton Giulio Majano. Tra il 1966 ed il 1979 è stato protagonista come conduttore di diversi incontri musicali come il Cantagiro e la “Mostra internazionale di musica leggera” ma anche di una serie di appuntamenti televisivi, tra i quali, “Partitissima”, spettacolo abbinato alla Lotteria Italia, “Senza rete”, “Milleluci”. Alberto Lupo è stato presente in Calabria in diverse occasioni sia come conduttore di importanti manifestazioni musicali che come attore. A tal proposito si ricordano quelle relative alla manifestazione europea del Cantaeuropa, presente in tre occasioni (dal 26 al 28 settembre del 1972) in quel di Reggio Calabria (stadio comunale), Vibo Valentia (501 Hotel) e Diamante (provincia di Cosenza). Il 12 giugno del 1975 a Reggio Calabria in occasione di un’altra manifestazione musicale, il Cantasud. In tutte le occasioni si registrò una buona risposta di consensi, sia da parte degli organi di stampa che da parte del pubblico presente in quelle manifestazioni. Queste alcune delle cifre che saranno oggetto di analisi da parte della gradita ospite del sodalizio culturale organizzatore. La conversazione, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da giovedì 19 dicembre.

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