A pochi mesi dal centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (avvenuta il 5 marzo 1922), un nuovo volume nella collana Essai delle Edizioni Metauro, approfondisce il tema del Potere nel teatro pasoliniano, mettendo in luce lo spazio che occupa il corpo nelle rappresentazioni del potere. Tra le varie letture alle quali si presta l’opera di Pasolini è possibile individuare anche una dimensione performativa del fascismo che si concretizza nel corpo. All’opera di dissacrazione messa in atto dal nuovo Potere, Pasolini oppone la realtà del corpo e l’energia che questo sprigiona sulla scena con la sua materialità, il suo farsi e disfarsi. A questo si deve aggiungere l’osservazione-trasfigurazione del proprio corpo che subisce una crescita di importanza nel tempo, con la grande svolta della metà degli anni ’60 in cui Pasolini dichiara di voler “gettare il mio corpo nella lotta”, proprio in concomitanza con l’ingresso potente nel teatro. Katsantonis si sofferma sul modo con cui il potere