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Piove sulle tamerici salmastre ,piove attraverso il senso dei miei ricordi che prendono forma nei versi della mia canzone ribelle figlia di varie generazioni passate , esule in una congiunzione di vari sistemi filosofici , nella voglia di passare un sereno natale, lontano dall’ipocrisia , lontano dal dubbio che mi porterà a credere che ogni male sia facile da dimenticare. Vedere vomitare in se un lungo discorso campato in aria , tante inutili domande , perché me sento come se fossi stato trasformato in Mandrake e andassi girando per la città vestito da vampiro. E vedo tanti alberi di natale , fiorire sui i marciapiedi e ci sarà prima o poi una guerra nucleare che farà saltare da sotto il sedere le poltrone dei potenti di questo paese. E non ci sarà pietà per nessuno ,sarà una nuova strage d’innocenti . Cosa bisogna fare per sopravvivere Ma che fine ha fatto la sinistra Quest’anno è quasi concluso Sere piovose Piove a dirotto Piove sui freschi pensieri La pioggia scende come fossero pie lacrime operaie C’è ancora tanto da fare i miei versi mi seguono passo dopo passo , strada facendo fino a fuori alla stazione della metrò. E mentre faccio , ritorno a casa , tutto ad un tratto vedo me stesso nelle vesti di un vecchio malconcio, urlare le sue miserie . Gridare il suo dolore di uomo senza domani . Credo sia ubriaco , pieno di tanti peccati accumulati in questa vita misera che ha il sapore di pasta fagioli . Una esistenza simile ad una salma da trasportare in spalla , verso i confini di una realtà che non regala nessuna vittoria morale. E sarà mai questa mia vita , uguale a questa misera storia che ho sognato , sarà che ascolto una strana melodia in do rè mi fa sol che me mette addosso una strana inquietudine . Una certa confusione nostrana. E natale dico tra me , ci sono tante cose da fare . Da comprare ,da mangiare . Ci sarà d’adorare un Dio piccolo e nudo dentro una mangiatoia . Ci saranno sempre loro a comandare . E forse questa è un'altra mia illusione, simile ad una stella cadente che cadrà dentro un lago dorato. Il me stesso vagabondo lo vedo perduto nella sua esistenza controversa che ha divorato i suoi pensieri felici . Lo ha reso malato e solo . Un vecchio vagabondo, destinato a divenire un angelo o un demone che combatte il suo triste destino , che attraverserà la storia di questo natale con il suo cappello macchiato di nicotina . Un uomo qualsiasi che ha vissuto troppo a lungo dentro e fuori una certa idea . Un uomo che ha vissuto la sua vita dall’altra parte della strada, sempre pronto a derubare il prossimo , pronto a far del male a se stesso per proprio tornaconto. Aiutatemi vi prego, mia moglie e miei figli mi hanno cacciato di casa ,perché dicono che sono solo una disgrazia per loro . Sono solo , senza un soldo , dicono che bevo troppo vino che voglio vivere alle loro spalle . Mi hanno cacciato di casa come fossi un cane rognoso , con un calcio nel sedere” Non c’è pietà per chi ama Non c’è speranza per gente come me Io che gli ho donato la mia giovinezza Ho rubato il mondo per loro Ho dormito sopra i carboni ardente Sdraiato sotto una branda ,dentro una cella di due metri Oggi senza fissa dimora Sono nato sotto una cattiva stella Sono qui che bevo alle cinque di mattina Sono qui che piango con la mia coscienza Busso a questa porta senza avere risposta Sono qui che mi dispero Sono non sono e nulla ha senso Me rimasta la strada, la piazza Forse ritornerò ad essere un vagabondo Prigioniero delle mie paure La gente mi passa accanto incurante , qualcuno mi dà qualche moneta , alcuni ragazzi mi deridono a vedermi così conciato . Tutti vanno verso la loro casa con borse colme di speranza di inutili sentimenti , borse colmi d’ errori vari . La strada è un lungo calvario , non s’incontra nessuno , quando ne ha bisogno Nessuno ti aiuta ,nessuno ti sappia sollevare dal male , spiegare perché tanto soffrire. E questo uomo senza domani è un uomo che dormirà da solo , sotto un cielo pieno di stelle a natale , quando tutti sono giunti alla conclusione che l’amore è un Dio cosi giovane che non conosce ancora le regole di questo mondo. Un giovane Dio che ha tanto da imparare dagli uomini. Una branda senza bandiera Una baracca costruita sopra una vecchia collina Nei pressi di una discarica che ti trascina sempre più in basso Verso un mare di ricordi Verso un sognare perverso Un levare le mani al cielo. Ed ogni idea ritorna ad essere un dubbio amletico , momenti intimi fragili come le morte foglie sui rami in attesa d’ un alito di vento li porti via. Tra tante strade assurde , inseguo immagini passate incontro strani personaggi , vite consumate troppo in fretta . Frutto della mia fantasia che sembra plasmare l’evento atteso, dar volto alla mia solitudine , all’inquietudine dei giorni avvenire. Sarà follia , pensa qualcuno , giunto in stazione, sotto il suo cappello, ascolta il declamare dei versi al vento , momenti d’un misera vita in cui ogni ricordo è un profondo dolore. Un dolore che bussa ogni sera alla porta del suo vecchio cuore , provando ad entrare per essere capito . E con l’avvicinarsi delle festività di natale le case i negozi luccicano nell’oscurità del loro tempo . Così sarà presto natale , poi capodanno , sarà quello che sarà ed io vivo d’amore . Seguo il mio divenire per rime , m’incammino insieme a tanti perdenti come me , nei perduti labirinti intellettivi ,ascoltando lirismi e musiche . Cosi ripenso a questo mio personaggio costretto a vivere da solo in una squallida baracca alla periferia di questa città . Che da piccolo ha dovuto imparare a rubare , pensieri felici per essere vivo , imparare a sorridere alla sua triste sorte , difendersi dal calcio nel sedere . Con il passare del tempo , ho imparato a mie spese ad amare me stesso . Fu per questo , dopo essere stato , rinchiuso in carcere, perché preso in fragrante a rubare sogni ad un giovinetto che dormiva beato su una panchina all’interno d’ una villa comunale . Al quale rubai le sue gioie, un suo momento felice . Fatto ciò , scappai a gambe levate per strade addobbate di mille luci natalizie , saltando come fossi babbo natale . Sono stato un povero ladro di sogni , un delinquente impertinente . Preso con le mani nel sacco fui portato in carcere, da li , tentai di fuggire via , ma fu tutto inutile i miei cattivi versi vennero ogni notte a tormentare il mio riposo. Dovetti così aspettare che il ciclo delle metamorfosi , completasse la sua opera . Trasformandomi in un cane randagio , potei uscire dal carcere in cui ero stato rinchiuso. In quelle sembianze dopo molto tempo passato a guardare le stelle e le facce delle persone che mi passavano accanto , ritornai a dormire in pace sotto i portici di quella mia sporca città. Ritornai a dormire sotto gli archi della misericordia , sotto le ali della grande stazione . Stasera sento d’essere me stesso ,tra i ricordi della mia idiozia . La pioggia regna sovrana in questa triste sera , piove sulle tamerici salmastre sui freschi pensieri ,sugli asfodeli tra coccole aulenti , piove sulle vesti stracciate tra i solchi delle brulle campagne. S’ ode da lontano , varie voci salire dai sacri orti , quello è il canto dei morti. Sogno dalla finestra della mia follia, un cader fragile di foglie . Sopra vi son scritti tanti bei pensieri, vi si leggono sopra , poemi e drammi , nuove novelle , tragedie antiche e moderne che inebriano lo spirito d’ amore e calmano così la mia mente in preda ai tanti fantasmi lirici della mia immaginazione natalizia.
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