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CANZONE D’AMMORE Giandomenico Ferraro Canzone d’ammore, odo correndo in macchina, nell’eco della città rabbiosa che riempie lo spazio circostante di varie emozioni , nella rinascita sociale nascosta in me , che stravolge la mia metrica ,nell'esistenza ,danzante in bilico nel buio. Io in equilibrio sull'orlo di una melodia che nasce nei bassifondi . Germogliante, dalla terra madre . Parole ,simili a note , mesti versi , dirette verso strade asfaltate di sogni. Ammore ,rubato dalle mani dei bambini , dall’immagine ecclesia che fiorisce nelle chiese desolate , lungo i confini nevosi , dove imperversa la guerra . Strappato dalle braccia di mite donne , ispirazioni ed emozioni che bruciano nel tempo che inganna e trasporta verso un interrogativo fallace , verso una pace che si disarma da sola , nell’essere e nel soffrire. Udire l’ urlo disumano degli ultimi , andare verso quel muro d’ipocrisie. Tutto scorre, nulla rinasce , nulla cessa di esistere , nulla cresce da sola , nell’essere diverso da se stesso , nel discorso utopico che esplode nella mente in preda a mille visioni , attratti verso la luce della salvezza. Cosa cerchi ragazzo dalle mille vite moderne Cosa cerchi all’ombra del tuo segreto. Cosi si discorre , cosi si rinasce. Volisse addiventare famoso Cerchi una tregua . Cessare di vivere è inutile . Non si torna indietro in quello che si è in quello che si fa. Ed ogni cosa giunge alla fine , Ogni cosa rinasce dalla sua mistica esperienza. Sei ubriaco di canzoni. Corri appeso a varie intuizioni Fatti una canna Scrivi una poesia fatta ad immagine di un Dio per te diverso. E tutto sarà ammore, mentre tu aspetti la morte giunga a salvarti. Aspetta prima d’ andare oltre l'universo conosciuto Oltre ciò che sei , oltre la tua bellezza. Attraverso vari percorsi lirici che si legano all'individualità collettiva. Attratto dalla follia dall'essere. Canterai il tuo esistere ,come me adesso. Ti calerai in catarsi cattoliche , che illumineranno la mente . Animato dalla volontà di vincere il male che attanaglia l'animo. Guarderai indietro, senza quella coscienza che nasce, cresce, immemore del maleficio di ciò che sei. La musica t'unirà nel ritmo universale ,alle canzone rivoluzionare . Navigheremo insieme nel tempo che saremo, in un mare di merda. Navigheremo sulle acque dell’oblio, nella bellezza ,che ci porterà con sé , verso profonde emozioni . Nell' estasi del vivere , nell'essere uno e nessuno , nello scorrere tra le pieghe di questa realtà, saremo filosofi e illuministi, ammaliati di catechesi . Così le canzoni daranno voce ai morti che vissero nel silenzio dei secoli Noi esuli nel dolore che ci fece conoscere la verità di fondo . Soli nelle notte ,danzanti in mezzo all’ossesso, mentre si cambia nel sesso con tutto ciò che resta. Chi ha rubato la gioia ai giovani . Poco fumo , molto vino, attaccato alla tua gonna che trascina il tuo esistere nelle pie canzoni , nella mesta melodia, verso un Dio che dovrebbe parlare ai cuori di tutti gli uomini . Ed io seduto, sopra una pube nube , non sono poeta. Bella la città , vista dall'alto ,lode al signore, padre di questa melodia profonda ,voce di chi parla contro le guerre , contro la morte che giunge ,sempre in silenzio con un smagliante sorriso che si piega sulle labbra a sera nel silenzio . Cosa c'importa , saliremo in macchina ed ascolteremo le ribelle canzoni , belle , brutte, eretiche canzoni, che parlano dell’ammore di questo mondo . Viaggeremo tutti in macchina, stretti gli uni agli altri, canteremo la nostra gioia , ci muoveremo al ritmo di un nuovo motivo , ed il nostro cuore palpiterà di gioia , fiorirà in un immagine che c’illuminerà . E tra le tue braccia, sul tuo seno , sprofonderò su mille cuscini colorati ,cosi conoscerò la felicità . Rimarremo ad ammirare la luna a sera , andremo a dormire insieme sotto le stelle , dove c'incontreremo ancora. Quale via percorreremo nella notte stellata . Oggi San Valentino , festa degli innamorati ,nudi c’incontreremo in una camera d’albergo nel tempo che trasformerà noi stessi, ogni nostra illusione , tutto il nostro male in vero ammore. Io non conosco canzoni ,senza emozioni. Che cosa sia questo sentimento il quale mi spinge ad immaginare d’amare . Andrò verso casa con la testa, piene di strambe idee , io non ho più timore di Dio. Io rifiuto questa libertà , buona sola a defecare un identità banale . Ed il bene , l'utile, nella notte unito in vari ritmi , rime, versi, stonati , santi versi, parole elette a grandi imprese in bilico sulle labbra della cantante dai grandi seni gonfi . Solo, canterò , questa musica maledetta . Io seguirò i tuoi sogni , ogni notte , dopo aver vissuto ancora . Dopo aver baciato i tuoi occhi , le tue labbra. La mia vita perirà ancora , se non ascolterò il canto degli ultimi. Io come ieri , come oggi , canterò , danzerò , alzando lo sguardo verso le stelle . Attraverserò un buco nero , ove tutto entra , tutto esce. Ogni cosa scemerà , nella sera che mi condurrà ad improvvisare versi inutili , ad elevare il mio vivere. Nella ipocrita poesia , nel senso ignobile d'un vivere di nascosto ,senza conoscere l'amore provato nel tempo che mi prese per mano e mi condusse lontano nel bel cielo stellato. Laggiù tanti cuori uniti, palpitavano , corpi uniti in amplesso cosmico. Gloriosi giorni nei miei ricordi , nei miei giorni passati , da solo su quella maledetta strada , simile ad un fiume in piena tra quei neri monti , tra quelle quiete valli, passai ,ascoltando il canto della guerra, il resto non lo so , non lo so , non lo so. Inizierò tutto da capo, inizierò di nuovo a sognare , una nuova poesia in febbraio con il freddo, nella mente , con mille dubbi, che m’assalgano, con tante speranze perduto in questa visione d’insieme , in questo lascivo dire per rime, là dove si consumano le mie passioni, cosi i corpi diventano uno. Una come la vita che ha generato la morte , ha generato un figlio. Giovane corpo, avvinghiato a questo vecchio corpo , che cade sempre più giù, fino in fondo all'inferno, dove ballano i miei demoni. Così la mia macchina continuerà a correre e noi tutti canteremo la nostra vita, il nostro soffrire , il nostro peccato , che ci ha resi uomini, figli di questo tempo . Noi cani sciolti per strade nere , senza amici. Vai mia canzone beata , vai per il mondo con il tuo fardello, colmo d’ammore , domani sarà San Valentino , domani noi canteremo questa voglia di vivere . Corri metro. Spinta dalla forza motrice , un vagone solitario , seduto vicino ad un finestrino, scorre la realtà Scorrerà questa vita nel bene nel male in povertà in ricchezza, solo contro la tristezza, con i suoi lunghi capelli biodi , capelli che non vengono lavati da tempo. Sarà , quello che sarà , così finirà ,finirà tutto in una bolla di sapone in un urlo disumano , un entusiasmo metafisico , senza dolore, con il suo colore , nella forma plasmata dalla vita , come per incanto come per magia, ogni cosa cesserà di esistere . Mentre le luci della città brilleranno nel buio , nell'animo del vecchio poeta , seduto dietro la sua scrivania, alla ricerca d'un verso da spalmare sulle sue bianche pagine . Voglia di cantare perché amiamo. Poiché noi siamo questo misero canto che ci trascinerà ancora verso nuovi giorni . In questa canzone , ubriachi di melodie canore di tanta bellezza che vien voglia di fuggire in macchina , correre , nel vento , verso il paradiso . Ed è tutto, una bella canzone , suono, ammore, pace . Ammore ammalato, gravido di tante emozioni , che aspetta di nascere per poi ritornare a morire.
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