Negli ultimi tempi ci rendiamo conto che tutto è mutato, si è evoluto. Un tempo i giovani ed adolescenti, specie nei piccoli centri e nei paesi, si recavano tutti alle cerimonie funebri, quando moriva un conoscente, un parente, un paesano. Portavano fiori anche raccolti personalmente e li deponevano in chiesa o sulla bara con un gesto di pietà. Partecipavano alle sofferenze dei familiari con affetto sincero. Anche loro piangevano e singhiozzavano solidali. Il loro cuore tenero era partecipe.
Ora i giovani sono sempre più lontani dai cimiteri, dalle veglie funebri, non partecipano ai funerali direttamente anche di parenti stretti, si limitano a mandare un biglietto, un mazzo di fiori e certe volte nemmeno quello. Alcuni si recano solo per ostentare abiti firmati, auto. Alcune volte fanno solo una telefonata di circostanza nella immediatezza del fatto e poi non si fanno più sentire per anni. Per i giovani la morte è un mistero che non può essere sondato e quindi va eliminato. Fingono che non esiste e vivono con prepotenza. Per loro la morte è un fenomeno che colpisce gli altri, le persone vecchie, le cose antiche. Evitano di partecipare a funzioni religiose funebri per non ricordare la presenza costante della morte nella esistenza. I giovani vogliono vivere, creare, gioire, correre e non hanno pazienza e tempo da dedicare alla morte, ai cimiteri. Molte tombe affogano nella incuria perché gli eredi sono lontani, non si impegnano. I giovani spavaldi vogliono da soli sostenere il peso del mondo, non intendono sopravvivere ma vivere. Detestano le parole di circostanza, la solitudine, la malattia, la morte, gli insulti del tempo. Vogliono solo divertirsi. I giovani impegnati in politica nei cambi di correnti, nello sport, nel campo musicale non hanno tempo per funzioni religiose, per messe di suffragio, per corone di fiori. Molti giovani sconsiderati non hanno partecipato neppure al funerale della nonna, rompendo una tradizione, spezzando una continuità che era una garanzia di sopravvivenza anche per il defunto. Ora non c’è tempo per i ricordi, per le commemorazioni, per il disfacimento della morte. I giovanissimi pensano solo a se stessi, a divertirsi. Non si chinano a guardare in basso dove la gente è immersa nel dolore. Alcuni giovani partecipano solo alle esequie di coetanei morti in varie circostanze, evitando quelle degli adulti. Ci sono anche giovani saggi che ogni volta si presentano e portano le loro condoglianze facendo sentire la loro vicinanza, gli occhi dovrebbero essere puntati su questi ultimi, rispettosi ed educati. In fondo la morte colpisce tutti nel suo incessante moto perpetuo. Quando la ruota gira non bisogna farsi trovare impreparati e voltare le spalle.
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