Discussione

POSTI

Viviamo una vita frenetica, fatta di appuntamenti, corse e lotte contro il tempo, non abbiamo tempo per ricordare, per rilassarci, per elevarci al disopra di questa insipida realtà fatta solo di doveri e impegni, di sgradevoli situazioni. I problemi ci tolgono il sonno, e certe volte non stiamo bene neppure sotto le coperte la notte. Nel letto ci rigiriamo come polli allo spiedo del girarrosto. Facciamo sogni che sono incubi, i segreti e i rimorsi, i sensi di colpa ci tormentano. Non abbiamo tempo per osservare un tramonto, leggere le pagine di un romanzo, ascoltare il suono della pioggia dietro i vetri. La nostra eroica mente si adopera per pensare a tante cose che poi si rivelano sciocchezze e che noi crediamo e valutiamo importantissime. Siamo solleciti solo verso quello che ci piace, che ci fa divertire, che non ci pesa, che ci è familiare. Siamo capaci solo di reazioni meschine, di gesti parziali. Siamo disgustosamente attaccati alle cose materiali. Pensiamo alle vacanze, al premio produzione, agli incentivi per l’auto, ai prossimi acquisti. Siamo sempre impegnati in riunioni, incontri, convegni, Anche nei luoghi di svago ci facciamo prendere dalla frenesia. Scegliamo di proposito posti caotici che sono simili alle città dove viviamo di solito. Scegliamo posti di moda, frequentati, che ci nobilitano. Ci tuffiamo nel traffico, nella folla estiva come niente fosse, e torniamo a risentire l’ansia, il panico. Per varie ragioni trascuriamo il nostro luogo di origine che potrebbe ospitarci per le vacanze. Pensare al nostro paese non vogliamo proprio ci fa stare male. Invece la aria natia potrebbe ritemprarci, migliorare sensibilmente la nostra salute. Non vogliamo saperne di tornare al luogo natale, ci sembra banale, magari è un borgo piccolo che non fa notizia, un posto anonimo privo di attrazioni turistiche. Detestiamo il luogo natale e dover raccontare agli amici che siamo tornati alle origini in un piccolo sobborgo anonimo. Rischiamo di essere derisi, criticati. Anzi noi stessi in modo precipitoso critichiamo chi fa le vacanze al paese. Sono atteggiamenti di altri tempi, cose superate. Per ragioni superiori non diciamo di essere stati al paese. La tattica è quella di tacere, di mostrarsi controllati. Solo quando andiamo avanti con gli anni siamo assaliti da strane nostalgie e ci rendiamo conto che i ricordi ci trascinano la dove è nata la nostra storia principale. Abbiamo voltato le spalle al nostro borgo, ci siamo allontanati senza rispetto per andare in luoghi esotici ma freddi e lontani senza calore e affetti. Ci manca la vicinanza della nonna, il profumo dei dolci tipici. Solo con l’avanzare della età alla resa dei conti torniamo al paese che alla fine ci perdona per la nostra prolungata ed insensata assenza di anni.