Discussione

Vetro e carta alle stelle. Così anche il vino in bottiglia costa di più

Vetro e carta alle stelle. Così anche il vino in bottiglia costa di più

Amari calici. A vanificare il rialzo record del 2021 (+13 per cento) dell’export di vino italiano, si sono messi di traverso vetri e cartoni, ferro e carburante alle stelle. Una lista indigesta che rischia di far saltare il tappo anche al mercato interno. Mercato che ha superato i 2,8 miliardi di euro per quanto riguarda le vendite nella grande distribuzione, con gli spumanti in crescita del 18,4 per cento. «La situazione è molto complicata, sia per la guerra in corso sia per i continui aumenti dei costi energetici che si riflettono su produzione e trasporto. Ma anche sulla capacità di spesa dei consumatori, sempre più intaccata», spiega Micaela Pallini, presidente Federvini. «A questo si aggiunge la difficoltà di reperire materia prima come vetro e carta fondamentale per commercializzare il vino. L’Ucraina, per esempio, è un anello importante di questa filiera e, con le fabbriche chiuse, sono venuti a mancare i rifornimenti di bottiglie e di alluminio. Se all’inizio dell’anno gli aumenti per il consumatore finale erano quantificati nell’ordine del 3/5 per cento, ormai un ulteriore rialzo dei listini sembra inevitabile». A fronte di questa situazione, c’è il rischio che le imprese da Nord a Sud non potranno più accettare ordini. Secondo uno studio Censis-Alleanza cooperative agroalimentari i conti extra dovuti ai rincari hanno superato 1,1 miliardi di euro: il conflitto avrebbe già cancellato qualcosa come 212 milioni di esportazioni verso i Paesi coinvolti. Inoltre, le cooperative vinicole sottolineano che, l’aumento dei costi pari a circa 1.124 milioni di euro, si tradurrà in un ulteriore carico sulla redditività delle imprese. Con inevitabile erosione dei margini e diminuzione di quella capacità competitiva che ha sempre caratterizzato il vino italiano sui mercati internazionali. Come stanno reagendo i produttori di fronte a questa emergenza che non ha a che fare con siccità o alte temperature? «Gli aumenti di vetro, cartone, legno per le pedane sono partiti fin da giugno 2021 ma i contraccolpi si sono sentiti relativamente perché la stagione estiva è andata bene grazie alla riapertura delle attività di ristorazione e ai turisti interni e stranieri», racconta Enrico Coser che, con i genitori e il fratello porta avanti Ronco dei Tassi, cantina friulana d’eccellenza sul limitare del Parco nazionale di Plessiva. Una proprietà di 50 ettari di cui 23 a vigneto, con spiccata vocazione per i bianchi: dal Fosarin alla Malvasia, dal Pinot Grigio al Sauvignon. «Per quanto riguarda il vetro, ci riforniamo come tanti da multinazionali che producono anche in Ucraina. Nella nostra regione stanno realizzando una vetreria ma ci vorranno almeno due anni. A fronte di prezzi raddoppiati, ci siamo organizzati scegliendo bottiglie sostenibili ovvero più leggere e cartone meno spesso ma che protegge ugualmente. Inoltre chiediamo ai clienti di fare ordini più consistenti per risparmiare sul trasporto. Ad oggi, il prodotto finale è aumentato del 7 per cento». Dal Friuli alla Franciacorta, dove Fabio Lantieri dell’omonima cantina bresciana sciorina dati non troppo rassicuranti: «Le gabbiette per i tappi costano il 20 per cento in più, il cartone per le scatole il 35 per cento, le etichette il 10 per cento. Non parliamo dei pali per le vigne: oggi impiantare un vigneto richiede un investimento quasi doppio», dice Lantieri che imbottiglia Cuvée Brut pluripremiati, destinati all’ho.re.ca (hotel, ristoranti e cafè). «Si è innescato un meccanismo speculativo con aumenti a pioggia che hanno interessato tutti i comparti». Come correre ai ripari? «Da anni la nostra azienda ha scelto la coltivazione biologica integrale di tutte le uve, una consistente riduzione di emissioni CO2 nell’atmosfera grazie all’impiego di fonti rinnovabili, il recupero dell’acqua piovana. Produciamo in casa il 40 per cento del fabbisogno energetico. Ma non siamo indipendenti», chiosa Lantieri, le cui etichette hanno avuto ritocchi intorno al 6/7 per cento. Saranno le bottiglie da spumante a pesare di più, e non solo in senso materiale, sui bilanci delle aziende vinicole della penisola. «Il costo del vetro, dal primo aprile, ha segnato incrementi del 15 per cento e, per l’anno in corso, i produttori non garantiscono i volumi necessari», spiega Giancarlo Moretti Polegato, imprenditore veneto che con il marchio Villa Sandi è diventato il big dei tre Prosecchi: Doc, Conegliano Valdobbiadene e Asolo. «Investiamo sull’aggiornamento tecnologico 4.0, sui nostri terreni scorre un canale che alimenta la centrale idroelettrica e permette di coprire il 50 per cento del fabbisogno, abbiamo installato pannelli fotovoltaici sui tetti dei magazzini. Per quanto riguarda i trasporti, in Italia sono su gomma e a nostre spese mentre per i mercati esteri (che rappresentano il 70 per cento del fatturato, 121 milioni di euro nel 2021, in crescita del 30 per cento sul 2020, ndr) i container sono gestiti dai clienti», aggiunge Moretti Polegato che, in totale, fa stappare nel mondo circa 30 milioni di bottiglie l’anno divise fra le etichette La Gioiosa e Villa Sandi. «Mai come ora bisogna giocare d’anticipo e stipulare contratti per le forniture di materie prime: abbiamo ordinato 30 milioni di bottiglie ma non sono ancora in magazzino dato che in Ucraina hanno chiuso due grosse vetrerie. Così siamo costretti a riprogrammare tutto», racconta Valentino Sciotti, ceo di Fantini Group che, dal quartier generale di Ortona in Abruzzo, riunisce dodici realtà enologiche del Sud e Centro Italia ed esporta ai quattro angoli del globo: dalla Germania all’Olanda, dal Canada al Giappone. «Bisogna scegliere a chi consegnare e a chi no? Sarebbe come scegliere fra due figli. Senza contare che, a seguito delle sanzioni, ci sarà anche un problema di incassi. A gennaio i nostri vini sono aumentati del 10 per cento. Ma la situazione è in continua evoluzione», sottolinea Sciotti. Che guarda con preoccupazione all’approvvigionamento dei tappi per le bottiglie. «Ne usiamo di vari tipi e attualmente i più difficili da reperire sono quelli di alluminio per cui occorrono sei o sette mesi di attesa. Il maggiore produttore ha sede in Piemonte. Abbiamo lanciato sul mercato una bottiglia dal design innovativo, battezzata Sensuale, a marchio Vigneti Zabù con cantina a Sambuca di Sicilia: un bianco e un rosato. Partiamo con circa 40 mila bottiglie. Qui la scelta del tappo è caduta sul vetro e sulla nuova tecnologia Vinolok: certificato, a chiusura ermetica, con protezione dall’ossigeno esterno per non disperdere le caratteristiche del prodotto. Ebbene, stiamo chiedendo ai clienti di rinviare gli ordini proprio per la carenza di vetro». Fonte: [espresso.repubblica.it/economia/2022/06/27/news/vino_in_bottiglia_costi-355623518/]