Discussione

ACCIDIA

La parola accidia viene dal greco antico e significa senza cura, e corrisponde al latino volgare accedia. Viene rappresentata con un uomo addormentato L’accidia è uno stato d’animo caratterizzato da noia, indifferenza, indolenza, inerzia, torpore, depressione, stanchezza, scoraggiamento, spavento, ozio, abbattimento, negligenza, disinteresse, smarrimento, disorientamento, instabilità, disprezzo, confusione, disorientamento, svogliatezza, ansia, spossatezza, angoscia, sfiducia, sconforto, pessimismo, insoddisfazione, disagio esistenziale, apatia, paralisi interiore, incapacità, oppressione, spaesamento interiore, tiepidezza, male di vivere. L’eccesso di accidia porta alla tristezza, alla malinconia a uno stadio acuto di insoddisfazione che prende l’anima, una mancanza di concentrazione, di perdita di punti di riferimento e scopi. Molti pensano che l’accidia sia confinata nel Medioevo dove l’eccesso della vita contemplativa provocava questo stato d’animo particolare. L’accidia è presente anche ai nostri giorni camuffata sotto mentite spoglie. E’ presente nei giovani con la loro avversione a operare, a intervenire, con i loro lavori spesso fatti a metà, con la loro voglia inconcludente di fare e conquistare, di avere, con i loro sentimenti tiepidi, con la loro insoddisfazione solitaria , con la loro iperattività senza scopo. , con il loro spirito a tratti sonnacchioso. L’accidia si trova nel demone notturno in quella voglia di sballo e di fare per forze le ore piccole girando senza meta e oziando. l’accidia si trova nelle persone di mezza età che sono schiacciati dal peso del quotidiano e dalla malinconia e dalla mancanza di affetti e di fedi. L’accidia ai nostri giorni può diventare malattia psicologica, assenza totale di volontà. Nei giovani appare più evidente con la loro scarsa capacità di padroneggiarsi e si manifesta con sbalzi di umore, voglia di cambiamento continuo, giudizi labili, reazioni indifferenti, assenza di desideri, forme di disprezzo, paura del vuoto e del silenzio. Nei giovani è forse proprio l’abuso dei piaceri a portare alla assenza di desideri importanti, alla tristezza. la ricerca di emozioni e solo divertimenti porta a intessere rapporti labili e superficiali, a fuggire davanti ai problemi. ai nostri giorni l’accidia è una condizione esistenziale che accomuna molti individui. La battaglia contro di lei è impari, snervante e molti gettano la spugna. I rimedi contro l’accidia sono invece molti. In primis ricorrere a un ozio creativo, alla pazienza, alla perseveranza. Bisogna ritrovare uno scopo concentrandosi nel quotidiano senza voli pindarici e illusioni fragili e accettare gli altri e accettarsi. Bisogna restare in contatto con persone positive per consolarsi a vicenda senza perdersi in chiacchiere e arrendersi. Bisogna scuotersi, ritornare puri, tentare di aiutare gli altri, gli indifesi, risollevarsi con fervore, identificarsi in persone di fegato, operare sempre anche nei momenti bui, riprendersi. Bisogna essere in grado di rialzarsi anche dopo le ferite, le lotte dure, le sconfitte, non lasciarsi abbattere dalle avversità che bloccano l’anima. Nei casi più gravi un balsamo, una chiave di svolta può essere la preghiera per qualsiasi religione. E’ scomparso l’uso della preghiera, ma la preghiera, anche muta, improvvisa, la invocazione possono salvare molto. Non deve essere una preghiera veloce, senza senno, stizzosa, ma una preghiera fluida, concentrata, onesta. Pregare sodo alla propria maniera può portare dei benefici spirituali e poi anche fisici.