Dopo aver affascinato con la sensibilità della sua penna e la delicatezza della sua timbrica in “La Seconda Pioggia” ed aver dato prova della capacità di adattarle a differenti sound e stili in “Alaska”, Seta torna a raccontare luci ed ombre dell’anima in “Tarantola”, il suo nuovo singolo.
Volutamente posato su linee melodiche oscure - egregiamente amalgamate dall’abilità creativa di Indako - in grado di rimandare istantaneamente ad un immaginario creepy da cui si innescano sensazioni di ansia, angoscia e inquietudine, “Tarantola” è lo specchio di un cuore infranto in cui le protagoniste sono proprio le ferite, le crepe che fendono e squarciano l’essenza stessa dei battiti da cui scaturiscono energia e vita.
Proprio come nelle antiche credenze salentine gli effetti di malessere generale causati dal morso della migala venivano trattati con salti e danze, allo stesso modo, il giovane e brillante cantautore brianzolo esorcizza la sofferenza e il turbamento interiore generati dalla fine di una relazione attraverso la musica, facendo fluire pensieri, riflessioni e stati d’animo interrotti dal vuoto e dalla dissociazione momentanea da se stessi in un bianco e nero di liriche struggenti, ineccepibilmente avvolte da un abbraccio sonoro che, nella sua oscurità, permette di sentirsi compresi, accettati, accolti.
«Una bella tarantola, vestita da bambola può essere amata», è uno dei passaggi che più rappresenta la dimensione contrapposta del brano, una dedica intensa, dai contorni cupi, all’ermetismo di colei che un tempo appariva così chiara, limpida e cristallina allo sguardo innamorato di chi è stato ferito, tradito, deluso da «quelle forme (…) su un letto bianco dentro una camera nuova d'albergo».
«”Tarantola” – dichiara l’artista - è un pezzo che racconta tante riflessioni, tutte quelle che affollano la mente dopo la fine di una relazione importante, e ti lasciano lì, solo con te stesso, senza sapere bene cosa fare, mentre continui a ripensare a tutti quei momenti trascorsi che vorresti rivivere. Questo singolo, per me rappresenta rinascita e ripartenza, dopo mesi di stop dalla pubblicazione di nuova musica, trattandosi anche del primo singolo di un EP di prossima realizzazione. Dal punto di vista emotivo, significa tantissimo, perché ho messo a nudo la parte più fragile di me, mi sono esposto ed esporsi, si sa, mette sempre tanta paura, soprattutto quando si narrano frammenti del proprio vissuto in maniera profonda, del tutto intima, personale».
Racconti e spaccati di vita vissuta soggettivi, ma in cui ciascuno di noi può ritrovarsi, facendo sì che quella morsa oscura diventi, giorno dopo giorno, una carezza sull’anima da cui trarre nuova luce che, come un faro interiore, sappia indicarci la via verso un futuro in cui rinascita e consapevolezza acquisita siano le chiavi di una ritrovata ed imprescindibile libertà individuale.
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