In estate è possibile vedere sulle spiagge, in montagna, nei luoghi di villeggiatura intere famiglie in vacanza con tanto di pargoli al seguito. Sono bambini di solito allegri, sportivi, appagati.
I genitori che hanno magari avuto una infanzia diversa tengono fede al principio che i figli devono avere tutto, soprattutto quello che loro non hanno avuto. Allora i bimbi anche piccoli possono fare tutto, avere accesso a tutto anche a cose privilegiate, pregiate, importanti. I genitori sono decisi ad assecondare in modo fermo ogni capriccio e desiderio dei figli specie se piccoli e adolescenti.
Allora i bambini si abituano a frequentare locali esclusivi, posti considerati, centri di benessere, a mettere da parte la timidezza, la povertà. Il problema denaro viene volutamente lasciato fuori della porta. I ragazzi mettono a fuoco solo divertimenti, viaggi, escursioni. I genitori che hanno fatto carriera sono più aperti, più disponibili, danno laute manche ai figli perché vogliono che anche per loro la routine sia importante non una sequenza di giorni oscuri.
I bambini conoscono tutte le piscine, tutte le ghiottonerie, passano in rassegna tutte le pizzerie, magari non sanno chi era Manzoni. I mariti finanziano le mogli che danno soldi ai figli per comprare sciocchezze di ogni tipo. I ragazzi odiano fare la spesa per la famiglia ma comprano dolciumi e oggetti inutili di ogni tipo.
Vediamo sfrecciare davanti ai nostri occhi bambini con tute firmate sportive, bambine vestite da signorine e restiamo a bocca aperta. Questo ci fa riflettere.
Nelle famiglie ci vorrebbe una educazione economica non approssimativa. Arrivare almeno a un compromesso. I genitori dovrebbero avere rigide divisioni di compiti e responsabilità. L’educazione economica dei figli dovrebbe essere una priorità non una opzione.
Non si può insegnare ai figli solo come spendere con facilità.
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