Tutti sappiamo che la cultura non è nulla se non è supportata dall’educazione, dal rispetto degli altri. Spesso ci troviamo di fronte a persone molto colte ma tremendamente indifferenti e a tratti maleducate. Tuttavia negli ultimi tempi i comportamenti irriguardosi nei confronti degli altri sono aumentati, come se ci fosse una sorta di maleducazione collettiva pronta a fare scempio di qualsiasi sentimento. Ci sono comportamenti che sono sconcertanti che ci sconvolgono per la loro crudezza. Ci sono andicappati che vengono maltrattati nelle scuole, derisi per le strade, sottoposti ogni giorno a dispetti, a sgambetti, tartassati con frasi offensive. Gruppi di persone, di ragazzi che minacciano, deridono, prendono a calci, offendono. Qualche volta le parole sono più acute dei gesti, uccidono l’anima. I funerali delle tante vittime morte suicide, a causa delle vessazioni, sono pieni di fiori, di lacrime, di corone, di abbracci. Gente che fino a ieri ha deriso, sorriso, battuto, offeso depone l’ascia di guerra e si reca al funerale con volto serafico, con aria afflitta, con cuore contrito. Si presentano con mazzi di fiori freschi avvolti nel cellofan, arrivano sul sagrato delle chiese davanti ai familiari. I fiori costosi che tamponano i buchi dell’anima, che sono di supporto alla faccia dura priva di cuore. Schiere di giovani aggruppati che piangono lacrime tardive come quelle di Giuda, che si siedono sui banchi delle chiese in attesa dell’omelia pur non credendo in nessuna redenzione nemmeno a quella della propria anima dannata. I fiori, le lacrime, il perdono, il rispetto, il saluto spesso arrivano troppo tardi, quando ormai non servono più. I ragazzi, le donne morti nelle bare non hanno più bisogno di fiori multicolori, di lacrime sincere, di abbracci affettuosi, non sanno cosa farsene se hanno perduto il bene più prezioso che avevano: la vita, e che avevano il diritto di godere. Vite che vengono recise, strappate come fiori da un’aiuola e che vengono poi piante quando ormai è tardi per tutto, anche per il perdono. Non si può perdonare chi da un lato assolve e dall’altra parte con cinismo condanna, chi uccide crudelmente e poi chiede perdono da vigliacco, solo perché magari è stato scoperto. Spesso un po’ tutti arriviamo troppo tardi, a giochi fatti. Quante volte abbiamo rimandato una visita a una zia e poi questa è morta, e non l’abbiamo più rivista? Arrivare troppo tardi agli appuntamenti della vita è sempre molto doloroso, specie se lo si fa con leggerezza. Non si gioca con i sentimenti, con la vita degli altri. Ogni volta che arriviamo tardi sappiamo di aver perduto, perduto per sempre.
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