Discussione

SCRUTAMENTO

Andiamo sempre di fretta, assaliti, attanagliati da mille impegni. Dobbiamo andare alla posta, pagare il garage, pagare le tasse, dalla parrucchiera, dal podologo, in piscina, dal medico, dal dentista, dal macellaio, a trovare la zia, la nonna. Dobbiamo fare palestra, fare corsi formativi. Ogni giorno una nuova iniziativa, un nuovo progetto straordinario. Concretamente non abbiamo mai tempo per noi stessi. Abbiamo sempre pagamenti da fare, spese da portare a termine. Il tempo scorre inesorabile e ci mette davanti a precise scadenze. Dobbiamo sempre studiare, controllare, imparare, comprare. I giorni sono avvelenati dalla assenza di tranquillità, dalla mancanza di pace. In casa dobbiamo fare le pulizie, passiamo ore in internet o a cucinare per gli ospiti. Una vita frenetica, poco confortevole. Spesso abbiamo necessità vitali a cui non sappiamo dire di no. Spesso ci ricordiamo all’ultimo momento di comprare dei farmaci importanti o il latte per la colazione. Allora ci sembra naturale e logico uscire di casa velocemente anche in tuta, anche in top o in maniche di camicia. D’inverno ci mettiamo un piumino e corriamo magari senza trucco, con le scarpe da ginnastica, il maglione fatto dalla nonna. Attraversiamo la strada veloci e facciamo i nostri acquisti rapidamente, compriamo oggetti, cibo. Sappiamo di non essere vestiti in modo accurato perché non ne abbiamo avuto il tempo né la forza. Andiamo in esplorazione con un atteggiamento riservato. Poi a un certo punto incontriamo un amico, un conoscente, una amica, una cugina, che ci guardano e ci scrutano impietosi con occhi critici solo perché non indossiamo la cravatta, i tacchi alti, il profumo firmato, la felpa firmata. Ci guardano ironici, ci colpevolizzano solo perché siamo vestiti in modo banale, normale. I loro sguardi soppesano, scrutano. Li sorprendiamo a meditare sul nostro modo di presentarci. Si voltano a guardarci. Ci sono poi quelli che non si limitano a scrutarci indagatori ma ostentano il loro abbigliamento. Ci mettono sotto il naso i loro guanti di pelle, il loro collo di pelliccia. Corriamo perché magari nostro padre si è sentito male all’improvviso verso una farmacia di turno e l’importuno ci trattiene con sguardi di fuoco, pronto a giudicare perché non portiamo il rossetto e il fondotinta, perché siamo spettinate e fuori posto, perché abbiamo scarpe basse e comode, adatte per andare veloci. Ci sentiamo umiliati, sotto i riflettori. Le donne sono maggiori giudici. I loro sguardi accaniti, diventano quasi irrispettosi, invadenti, meschini, atroci. Leggono sul nostro volto la sofferenza ma non si scompongono, anzi si compiacciono della nostra tristezza. Sembrano godere nel vederci spogliate degli orpelli, degli anelli, distrutti dalla sofferenza e dalla fatica. Sono contenti di vederci dimessi cosi possono brillare loro di più. Siamo inchiodati da sguardi, commenti irriguardosi, da risatine sotto i baffi. Sopra il danno si aggiunge la beffa. Ridono alle nostre spalle, si divertono a prenderci in giro solo perché il nostro look non è impeccabile. Ci sono donne che si accaniscono, che perseguitano con le loro occhiate e i loro giudizi lapidari. Non capiscono che una persona ha abiti eleganti ma non può indossarli in certi momenti critici quando è necessario sbrigarsi, non fare tardi. Certi scrutamenti sono fastidiosi, anche perché una persona non può pensare solo agli abiti. Ci sono altre priorità. L’unica salvezza è ignorare tutto e restare indifferenti. Un giorno capiterà anche a loro ma noi non useremo lo stesso atteggiamento, mai abbassarsi a livello dei meschini.