Simplicio fu vescovo di Olbia quando però si chiamava Terranova Pausania, ed era spopolata e isolata. Morì martirizzato e gettato in mare sotto Diocleziano nel terzo secolo il 15 maggio data in cui viene ricordato dalla chiesa cattolica come santo. Fu scelto dal papa per evangelizzare questo angolo di Sardegna, fino a divenire ufficialmente il protettore della Gallura. Fu all’inizio probabilmente un semplice presbitero dopo vescovo infatti viene raffigurato con pastorale e mitra. Compì molti miracoli in vita e in morte, molti pescatori asseriscono che in mare sul luogo dell’annegamento avvengono ogni anno a maggio strani ribollimenti. C’è chi asserisce di aver visto la sua ombra aggirarsi di notte. I suoi resti vennero collocati nella chiesa di san Paolo e poi traslati nella chiesa fuori le mura di Olbia che ora porta il suo nome con una solenne processione. La chiesa è stata nominata basilica minore dal papa Giovanni Paolo II e appare circondata da palazzi storici di pregio in essa si svolgono cerimonie religiose di vario tipo. Viene scelta da molte coppie di sposi sardi.
La chiesa venne edificata su una piccola collina nel XI secolo sulla base di una piccola e antica chiesa paleocristiana. E’ stata realizzata in stile romanico lombardo in granito locale. E’ divisa in tre navate. L’abside ha affreschi relativi alla vita di Simplicio e di san Vittore vescovo di zona. Sotto l’altare vi è busto di legno come reliquiario del santo. Le spoglie custodite in un teca furono trovate nel 1630. La chiesa nel 1955 è divenuta chiesa parrocchiale. Per la sua costruzione ci sono volute ben cinque fasi. Solo nella quinta fase si fece la torre campanaria in stile settecentesco con spostamento della facciata. Nel medioevo la area era zona cimiteriale. Si sono fatte varie ristrutturazioni e si sono succedute varie maestranze e la navata centrale è stata allungata. I capitelli sono stati realizzati con pietra lavica nera. La chiesa è sotto la tutela dei beni culturali.
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