Siamo abituati a mettere tutto online, sui social scorre la nostra vita per tappe, gli altri conoscono la nostra vita, i nostri spostamenti, il nostro lavoro meglio di noi. Siamo ebbri di noi, presi da mania di protagonismo. Sui social non raccontiamo le nostre disgrazie, i nostri fallimenti, il nostro degrado, i nostri affanni . Come battelli alla deriva raccontiamo la nostra vita a ruota libera. Mettiamo foto di noi nel fiore degli anni. Il processo di invecchiamento non viene evidenziato per una specie di pudore. Operiamo dei nascondimenti più o meno palesi. Esponiamo foto in cui abbiamo la p4le di pesca, le mani di fata, dove ridiamo e siamo allegri, dove siamo snelli, dove guardiamo l’orizzonte con gli occhi pieni di promesse. La vecchiezza è nascosta, educatamente mesa alla porta, tenuta a distanza. Ci nascondiamo gli anni, occultiamo la data di nascita in un processo di mistificazione. Bleffiamo per apparire al meglio. Non ci mostriamo umani, vogliano apparire super eroi. Perseveriamo nel nostro piano diabolico di apparire per essere considerati degni. Del resto le donne vecchie devono rimanere da parte, sono scartate, messe sull’orlo di un abisso di dolore e solitudine. Gli anziani malmessi sui social in modo insensato mettono foto vecchie del passato, accecati dalla idea di fare nuove conquiste femminili. Troppo tardi ci si accorge che è tutta una messa in scena, che è tutto vanità. Nasce il disprezzo per le piccole cose. Sui social predominano i giudizi affrettati, grossolani. Nessuno mete in luce la parte migliore che è dentro ogni persona.
Ci si nasconde dietro maschere di bellezza. Si cerca di nascondere aspetti della vita . nessuno racconta di far parte di un gruppo carismatico, sembra un delitto.
L’unica cosa che bisognerebbe nascondere è quando si fa del bene. Non ci si deve vantare di aiutare gli altri. Nel segreto del nostro cuore portiamo i vari atti di salvataggio che abbiamo compiuto. La gente invece ostenta le proprie attività di beneficenza. Non è detto poi che chi fa beneficienza poi non sia all’atto pratico intrigante e cattivo.
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