𝗣𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗚𝗮𝗿𝗹𝗮𝘁𝘁𝗶, 𝗶𝗻𝗻𝗮𝗻𝘇𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶. 𝗠𝗶 𝗽𝘂𝗼̀ 𝗱𝗶𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗵𝗮 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗻𝗼𝗺𝗶𝗻𝗮?
"Avevo dato la mia disponibilità tanto tempo fa, poi avevo letto di nomi in lizza di grande spessore e prestigio. Non pensavo più che fosse ancora una cosa possibile. Quando è arrivata la notizia della convergenza sul mio nome da parte dei Presidenti di Camera e Senato, sono rimasta sinceramente sorpresa. E naturalmente felice. Li ringrazio di cuore. Sento il peso gravoso della responsabilità di un incarico cosi delicato, conferitomi nel momento drammatico che tutti stiamo vivendo. Il mio compito sarà quello di promuovere e coltivare gli interessi e i diritti delle persone minori di età, come mi piace definirle, perchè, prima che bambini e adolescenti, sono persone, come tutte le altre".
𝗜𝗹 𝗺𝗼𝗻𝗱𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗯𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗶 𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗱𝗼𝗹𝗲𝘀𝗰𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗮 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗲 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮 𝗮 𝘂𝗻 𝗯𝗼𝗹𝗹𝗲𝘁𝘁𝗶𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗴𝘂𝗲𝗿𝗿𝗮 𝗳𝗿𝗮 𝗱𝗶𝘀𝗮𝗴𝗶 𝗲 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗲 𝘀𝘂𝗯𝗶𝘁𝗲?
"Il sommerso delle violenze, che subiscono le persone minori, è un fenomeno diffuso e drammatico, anche perchè la gran parte avvengono nell’ambito della famiglia. E penso, oltre che alle violenze propriamente fisiche, a quelle assistite, con i minori spettatori inerti e impotenti delle violenze fra il padre e la madre, con la donna quasi sempre nella parte della vittima sacrificale. Senza che ci sia spesso alcuna consapevolezza, da parte degli adulti, dell’enorme danno provocato a chi guarda e ascolta. Sento scuse irricevibili: era girato dall’altra parte, la porta era chiusa. Non è mai vero, i bambini vedono e ascoltano tutto. Una piaga tanto diffusa, quanto difficile da fare emergere. Se non c’è una denuncia da parte della vittima delle violenze, lei capisce bene che tutto è destinato a rimanere drammaticamente confinato dentro le mura domestiche. I numeri vanno interpretati. Le violenze, a danno dei minori, sono di una tipologia infinita. Ho davanti agli occhi e nel cuore quelle subite dai minori stranieri non accompagnati, di cui mi sono occupata, come Presidente del Tribunale dei minorenni, nella mia regione, il Friuli Venezia Giulia. Arrivano in Italia, avendo visto e subito di tutto. Violenze di cui, per quanti sforzi si possano fare per aiutarli, avranno memoria e porteranno, probabilmente, i segni per tutta la loro esistenza. E, a questo proposito, non posso sottacere l’orrore della tratta, della sparizione di tanti minori, soprattutto bambine, per fini ignobili, che non sono solo quelli a sfondo sessuale, ma anche dello sfruttamento lavorativo. Le do un dato, che lascia attoniti. Nel Friuli ci sono in questo momento 824 minori stranieri non accompagnati. Uno solo di loro è di sesso femminile. Le bambine e le adolescenti sono come svanite nel nulla. E’ agghiacciante".
𝗜 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗶, 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗶 𝗼𝗰𝗰𝘂𝗽𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗺𝗶𝗻𝗼𝗿𝗶, 𝗳𝗶𝗻𝗶𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼 𝘀𝗽𝗲𝘀𝘀𝗼 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗰𝗰𝘂𝘀𝗮 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗿𝗼𝗻𝗮𝗰𝗵𝗲 𝗾𝘂𝗼𝘁𝗶𝗱𝗶𝗮𝗻𝗲. 𝗣𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲̀ 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗺𝗮𝗹𝗲𝘃𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮, 𝗶𝗻 𝗹𝘂𝗼𝗴𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗿𝘂𝗼𝗹𝗼 𝗰𝗼𝘀𝗶̀, 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼?
"Gli assistenti sociali si muovono su diversi livelli, che vanno dal sostegno psicologo ai genitori e a i loro figli fino a quello estremo della separazione dei bambini dalle famiglie, perchè per loro rimanere in casa può rappresentare a quel punto un danno ancora più grave. Ci si dimentica troppo spesso di quanto è scritto nella convenzione di New York. Il bambino ha si diritto ad avere un padre e una madre, ma anche quello di non vivere in una famiglia, che sia per lui fonte di disagio psicologico e di maltrattamenti, in una famiglia nociva. L’allontanamento è sicuramente la soluzione estrema, ma in alcuni casi anche l’unica salvezza per il bambino".
𝗠𝗮 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲̀ 𝗮𝗹𝗹𝗼𝗿𝗮 𝘀𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗹𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗶̀ 𝘀𝗽𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗯𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗶 𝗶𝗻𝗱𝗲𝗯𝗶𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘀𝘁𝗿𝗮𝗽𝗽𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗹𝗼𝗿𝗼 𝗳𝗮𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗲?
"Non trovo corretto che i servizi sociali vengano sempre stigmatizzati, perchè i casi, che emergono, di bambini portati via a forza dalle loro famiglie sono molto spesso buttati in pasto alle cronache proprio da parte di chi si è macchiato di colpe gravi. Ho visto personalmente i segni di danni indicibili procurati a un bambino e poi, nel momento, i cui viene tolto ai genitori, che lo stanno massacrando psicologicamente e fisicamente, ci si rivolge alla stampa e si comincia a gridare: «Mi hanno portato via il bambino, me l’hanno rapito ». Non escludo, ovviamente, che ci possano essere casi specifici di responsabilità dei servizi. A me personalmente non sono mai capitati. Altrimenti sarei intervenuta. Sono certa, però, che l’imputare ai servizi colpe e responsabilità, che sono altri, sia un fenomeno tanto diffuso quanto ingiusto. E non dobbiamo dimenticare, che i servizi sociali sono composti da persone e, quindi, al di là delle responsabilità individuali, c’è chi, come dappertutto, fa bene il proprio lavoro e chi lo fa male".
𝗜𝗹 𝗖𝗼𝘃𝗶𝗱 𝗵𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝘁𝗼, 𝗳𝗿𝗮 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗴𝘂𝗲𝗻𝘇𝗲, 𝗹𝗮 𝘀𝗰𝘂𝗼𝗹𝗮 𝗮 𝗱𝗶𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗯𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗶 𝗲 𝗮𝗱𝗼𝗹𝗲𝘀𝗰𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗲, 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶, 𝗹’𝗲𝘀𝗰𝗹𝘂𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗮𝗹 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗼 𝘀𝘁𝘂𝗱𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘂𝗻 𝗰𝗼𝗺𝗽𝘂𝘁𝗲𝗿 𝗮 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗼𝘀𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲. 𝗟’𝗲𝗻𝗻𝗲𝘀𝗶𝗺𝗮 𝗶𝗻𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 𝗮𝗶 𝗱𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗶 𝗺𝗶𝗻𝗼𝗿𝗶?
"L’ho letto anch’io. Non ho dati diretti a mia disposizione. E’ evidente che non tutte le famiglie dispongono di un computer per ciascuno dei loro figli e non tutte sono in grado di acquistarli. E’ altrettanto evidente che questo determini una lesione del diritto allo studio. Senza contare, i problemi allarmanti, che la didattica a distanza provoca di per sé. A parte l’isolamento coatto, è dannosa, perché rende sempre più esclusivo un rapporto con il computer, che nega la compagnia, il colloquio e la crescita sociale, in nome della virtualità. Sento a dire a tanti ragazzini: «Ho 5000 amici», che è come dire che non ne hanno nessuno. Sono amici in rete e, quindi, non esistono. Al tempo del Covid è, piu che mai necessario, cercare di trovare un equilibrio fra il diritto allo studio e quello primario alla salute".
𝗗𝗲𝗶 𝗯𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗶 𝗶𝗻 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗼𝗱𝗼 𝘀𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗹𝗮 𝗽𝗼𝗰𝗼. 𝗘𝗽𝗽𝘂𝗿𝗲, 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗳𝗼𝗿𝘀𝗲 𝗹𝗲 𝘃𝗶𝘁𝘁𝗶𝗺𝗲 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗮𝗹𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗱𝗶𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼. 𝗔𝗶 𝗯𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗶 𝗶𝗺𝗽𝗲𝗱𝗶𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗰𝗮𝗿𝗲?
"Lei sfonda una porta aperta. Le racconto un episodio capitatomi lo scorso inverno, durante la prima ondata. Avevo fatto notare che trovavo assurdo si potessero portare i cani a passeggio e non consentire a un bambino di poter fare neppure il giro dell’isolato. Apriti cielo, tutti a venirmi contro. Mi hanno quasi aggredita dicendo che, invece, era giustissimo. Io non ho cambiato idea: era ed è un scelta incomprensibile. Quella dei bambini non è certo la prima categoria, che viene in mente quando si parla di tutele. Mi domando chi, ad esempio, abbia pensato ai figli di genitori separati, che i lockdown allontanano magari per mesi da quello non convivente. Forse qualcosa, però, si sta finalmente muovendo".
𝗖’𝗲̀ 𝘂𝗻 𝗯𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝘃𝗿𝗮̀ 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝘂𝗼𝗿𝗲?
"I bambini sono capaci di resilienze incredibili, A me è capitato un bambino pakistano, che è arrivato a piedi in Italia dalla Serbia. A nove anni ce l’ha fatta da solo, senza nessun aiuto".
𝗘’ 𝘂𝗻’𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗲 𝘀𝗽𝗹𝗲𝗻𝗱𝗶𝗱𝗮 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗶𝗰𝗰𝗼𝗹𝗼 𝗽𝗮𝗸𝗶𝘀𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗶𝗻 𝗺𝗮𝗿𝗰𝗶𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗮 𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼 𝗹𝗮 𝘀𝗽𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮. 𝗡𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝗽𝗼𝘁𝗲𝘃𝗮 𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗺𝗼𝗱𝗼 𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗵𝗶𝘂𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗲 𝗮𝘂𝗴𝘂𝗿𝗮𝗿𝗹𝗲 𝗯𝘂𝗼𝗻 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼.
"Grazie di cuore. Io ci metterò tutta me stessa, l’impegno e la determinazione, la ragione e il sentimento, la passione e il cuore. Che Dio mi assista".
(𝘥𝘢 𝘚𝘱𝘳𝘢𝘺𝘯𝘦𝘸𝘴)
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