Discussione

FISSAZIONI

Tra le pieghe della nostra società si nascondono varie ossessioni, varie fissazioni che spesso ci fanno sorridere per la loro ridicolezza. Ci sono persone veramente e solo ossessionate dalle firme. Devono comprare solo oggetti, indumenti, fazzoletti, ombrelli firmati. Anche i peluche, i giocattoli, i tovaglioli, le tovaglie, i bicchieri, le cornici devono essere firmate. I regali devono essere firmati, l’argento deve essere tutto rigorosamente firmato. Alcuni per camuffare ricorrono a imitazioni di grandi firme a plagi ma spesso vengono sgamati dagli amanti delle firme autentiche. Le scarpe da ginnastica e le tute devono essere firmate, chi porta altri generi è guardato come un mendicante non degno di attenzione, un povero disgraziato, uno zotico privo di gusto. Molti si mettono di impegno e seguono da vicino ogni mutamento della moda. Molti eccedono al punto di avere pure pantofole, pigiami firmati, abiti per il gatto e il cane. Si cercano solo cose raffinate create da grandi firme. Si ostentano le firme sotto gli occhi di amici e parenti che magari sono indifferenti. Molti rubano nelle boutique capi firmati, li prendono a noleggio, in prestito da familiari. La mania per le firme induce a delinquere. Molti per sostenere il proprio tenore di vita rubano arredi, carta in ufficio e soldi ai colleghi. Molti si recano in mercatini dell’usato a caccia dell’affare e della firma. Molti indossano solo certe firme e non altre e pensano che per conquistare l’altro sesso ci sia bisogno di un abbigliamento firmato adeguato. L’insidia è poi l’invidia verso chi possiede certe cose. Chi si veste con eleganza con abiti magari sartoriali, di buona fattura ma non firmati è guardato torvo, come fosse un marziano. Molti accettano solo regali firmati e rinnovano il guardaroba in base alla firma più in voga del momento. Ci sono persone che fanno pesare agli altri il fatto di non vestire firmato. Ci sono quelli che si scambiano gli abiti con sorelle, amiche, madri, zie. Ci sono quelli che spendono tutto quello che guadagnano in firme, alcuni finiscono quasi sul lastrico. Ci sono quelli che vanno alla caritas per i pacchi alimentari, si fanno pagare tutto dagli amici e parenti e poi comprano abiti costosi firmati e li ostentano con spavalderia come fosse una prodezza. La casistica è infinita. Ci sono quelli attaccati alla formalità che vanno solo in certi ristoranti e alberghi stellati, salvo poi scoprire che si mangia meglio in una trattoria semplice che propone cucina casareccia. Ci sono persone che si accaniscono a caccia di firme e accumulano negli armadi un numero superfluo di abiti. I genitori spesso incoraggiano i figli su questa strada e danno paghette dilazionate nel tempo. Ci sono ragazzi che fanno battute sarcastiche ai coetanei che non hanno firme addosso. Ci sono barboni che chiedono l’elemosina con tute e abiti firmati, un evento frequente. Ci sono ragazze disoccupate che non possono uscire con amiche che lavorano a causa di questa ossessiva ostentazione di firme che loro non possono permettersi. Ci sono quelli che in modo maleducato sfilano gli occhiali a una persona malata in ospedale che sono andati a trovare per vedere se sono firmati. Gli occhiali da vista e da sole devono essere firmati e i venditori propongono solo firme dai costi elevati come se tutti avessero i soldi sufficienti. Anche le mutande, la biancheria intima deve essere firmata. Ci sono persone che hanno comprato abiti di lino di grandi firme e poi hanno scoperto facendoli analizzare che erano stati fatti con materiale sintetico. Non è sempre oro quello che luccica. Finalmente si scopre qualche spiraglio di luce, ci sono giovanissimi saggi più responsabili che non danno la minima importanza alle firme. Per uno strano destino spesso sono i più giovani ad essere più precisi e a dare lezioni di vita. Avere una firma importante non è poi un grande avvenimento. Cercare firma dovrebbe essere una cosa piacevole, un diversivo non una maniacale ossessione. Certe fissazioni malsane dovrebbero essere tenute lontane, ci isolano dagli altri, ci tormentano, ci affaticano, ci lasciano costernati, ci costringono alla solitudine. Possedere certe cose non ci rende impermeabili al male e inoltre ci preclude spesso l’affetto degli altri che davanti alla nostra più o meno evidente ostentazione fuggono e si allontanano turbati. Alla fine le firme fastose ci restano addosso ma costano fatica perché addosso rimane un senso infinito di solitudine estrema che non rincuora. Non ci rendiamo conto di essere schiavi di un consumismo sfrenato che ci porta verso la rovina materiale, certe persone di indebitano, e spirituale. Bisognerebbe poi anche rispettare la scelta degli altri, di chi non vuole per svariati motivi comprare firme. Chi non veste firmato non è tenuto a dare spiegazioni, è una scelta di vita. Alle giovani generazioni dovremmo trasmettere valori autentici non frivolezze che inibiscono lo sviluppo della personalità. Dobbiamo impedire d’obbligo il dilagare di comportamenti discriminatori e scorretti. La felicità non dipende dal possesso di una firma ma dalla salute del corpo e dell’anima. Nella nostra società che si è cullata sugli allori dovrebbe fare ingresso una ventata di saggezza. Non si dovrebbero permettere discriminazioni in nome delle firme. Una firma non consente per forza il dominio sugli altri, denota semmai nel dettaglio solo schiavitù manifesta all’edonismo. Dovremmo imparare ad essere più parsimoniosi e più saggi e rispettare sempre le scelte libere degli altri. Non si può assistere alla esclusione di persone solo perché non hanno firme.