Spesso siamo rattristati e arrabbiati per la morte di un amico, di un parente, ci lasciamo prendere dallo sconforto, non sopportiamo la sua assenza e allora per alleggerire il peso del macigno che abbiamo sul cuore insistiamo ad andare al cimitero mostrando un volto tetro di malumore. Pianifichiamo le visite convinti che al cimitero potremo ristabilire una sorta di contatto, una convinzione irrazionale che ci aiuta a sopravvivere. Nel cimitero amiamo restare soli per affondare nella nostra disperazione per poi risollevarci con un saluto al defunto. Non sopportiamo intrusioni.
Restiamo costernati quando ci capita di andare al cimitero durante delle festività, delle solennità. Le giornate di Pasqua, di Natale, di ognissanti diventano se andiamo al cimitero insopportabili. Non vediamo l’ora di uscire, di fuggire lontano. Il nostro intuito infallibile si rende subito conto di quello che accade intorno anche se siamo impotenti. Davanti al comportamento folle degli altri restiamo immobili, non reagiamo, ma registriamo. Non serve avversare persone che non hanno carità. Noi ci liberiamo degli importuni, ci divincoliamo, voltiamo la faccia, offriamo un falso sorriso di circostanza. Dentro l’animo piange di un pianto torrenziale.
Ci colpisce la bestialità di certi comportamenti, ci ferisce certa ostentazione praticata nei cimiteri, luogo di culto e preghiera. Donne frivole, imbellettate, ingioiellate, vestite come per una cerimonia pubblica passano davanti alla nostra tomba lentamente per farsi ammirare, con gli occhi pieni di una furia selvaggia, con l’aria di sfida. Noi le lasciamo sfogare impassibili. Poi ci attendono magari all’uscita per metterci sotto il naso anelli, borse, orecchini. Noi non mostriamo collera e risentimento. Ci colpisce il volto arcigno di donne anziane e mature che ci scrutano addosso ci divorano con gli occhi senza pietà, fanno scivolare lo sguardo inquieto e inorridito sul nostro giubbino semplice. Ci guardano con occhi esauriti e pieni di un muto rimprovero. Come abbiamo osato presentarci con aria mite e abiti informali? Le giovani donne sono più appariscenti e hanno comportamenti più sventati e infantili. Uomini superficiali ci attendono ai cancelli del cimitero con un sorriso divertito sulle labbra gelide per mostrarci l’ultimo modello di auto che hanno comprato. Ragazzini scapestrati ci mostrano orologi, cellulari di marca. Noi siamo comprensivi dato il luogo dove ci troviamo, ci teniamo ad apparire sobri e discreti. Ragazzi insistono nella ostentazione di maglie firmate e scarpe dato il loro attaccamento viscerale alla materialità. Noi non riteniamo importanti le cose materiali, frivole, abbiamo principi solidi, abbiamo soprattutto altro per la testa. Pensiamo al nostro amico morto prematuramente, alla nonna e quindi siamo emotivamente scossi e nervosi. Accettiamo le sfilate di moda, le vanterie fuori luogo docili e ragionevoli. Certe allusioni velate al nostro look ci pungono tuttavia sul vivo. Nessuno ovviamente si pente della durezza di certi comportamenti in un cimitero.
Certi comportamenti sono ingiustificati e irragionevoli e devastano l’anima. Ci sono quelli che sono recidivi e ripetono sempre oltre misura gli stessi comportamenti. Alcuni ostentano con faccia ostile e ci avvelenano i giorni. Alcuni ci vogliono umiliare con fare cordiale. E’ prevedibile che ci prendano d mira perché non abbiamo l’orologio d’oro e l’auto di lusso.
Allora ci limitiamo ad abbandonare il campo bruscamente con una scusa. Poniamo fine alle ostilità, alle gare tanto non riusciremo a pregare davanti alle chiacchiere e al bisogno imperioso di mostrare. Ogni anno si ripetono sotto i nostri occhi simili esempi analoghi e odiosi. Molti sono maestri nella ostentazione nei cimiteri. Noi se ne andiamo e riprendiamo il nostro cammino a testa bassa. Chi ha più prudenza la adopera.
Negli anni successivi memori di certi comportamenti andiamo al cimitero prima delle festività quando non c’è nessuno, visto che tutti sono impegnati nei preparativi e non hanno tempo per i defunti. Difendiamo cosi la nostra pace. Non vogliamo assistere alla ripetizione di comportamenti idioti fatti con caparbietà e insolenza. La superbia non giova da nessuna parte, tantomeno al cimitero.
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