Il termine mutande viene dal gerundio latino del verbo mutare nel significato preciso di cambiarsi. I primi ad usarle furono i barbari che invasero l’impero romano, in particolare i longobardi. All’inizio furono usate solo per gli uomini, ed erano larghe, spesso anche lunghe e di lino. Esisteva già nel medioevo una vera e propria moda. Le donne preferivano usare una sorta di lunga camicia. Nel cinquecento si diffusero mutande lunghe che usarono soprattutto gli uomini e le donne prostitute nei bordelli.
La moda delle mutande versione femminile si diffuse molto tardi. Nell’ottocento si crearono molti modelli per le donne alcuni fantasiosi, di solito in pizzo e stoffe preziose specie per le classi elevate. Le mutande dovevano rimanere nascoste sotto gli indumenti solo le bambine e i bambini potevano esibirle. Nell’ottocento si diffuse una vera moda per le mutande dei piccoli. Nel novecento sorse pure una moda per le mutande di ambo i sessi anche per le classi meno abbienti. Nel novecento però le mutande divennero più corte, anche ricamate. Per le ballerine si crearono modelli molto sexy. Si crearono mutande di varie forme e colori. Nel settecento erano diffuse le culotte che erano alte. Si creò una moda italiana di mutande classiche in cotone, seta, persino lana e tulle.
Poi con l’industrializzazione si fabbricarono in serie mutande di nylon. Parallelamente esisteva una ricca produzione artigianale.
Negli anni sessanta del novecento si ebbe il boom degli slip pratici e poco costosi anche per i bambini. Poi si usarono anche tanga e perizoma.
Nel mondo dello spettacolo spesso non si usano per la possibilità di indossare alcuni costumi e abiti di scena o da sera.
Di recente andava di moda non indossare questo capo di abbigliamento specie sotto i jeans ma ci sono stati molti casi di infezioni e addirittura di infertilità. Ora la moda ha lanciato un nuovo stile quello di andare in giro con le sole mutande. Certamente tutto dipende dalla scelta delle persone. Già si sono viste in giro ragazze appariscenti con l’aria insinuante e allusiva mostrare mutande eleganti, luccicanti con sopra magari un corto giubbino lucido o uno spolverino. La moda è quella dominante, quella che detta legge e che svaluta anche la stessa umanità se è necessario. Già da molto tempi si tendeva a mostrare la biancheria intima togliendo il fascino del mistero e della scoperta. Pochi notano che gli sguardi sono più attratti da una cosa velata, coperta che da una apertamente in mostra. Sbirciare soddisfa di più. I giovani hanno invece il debole per la esibizione della nudità forse per scandalizzare, per mostrarsi liberi e alteri. Non è corretto e garbato andare in giro ignudi non solo per questioni di decoro, igieniche ma anche di salute. I giovani non pensano a quello che la gente dice sono impermeabili ai giudizi, a loro non importano i commenti, sono superiori, non si curano se sono additati anzi ridono se sono osservati contenti. Molti amano essere ammirati, osservati, presi di mira. Una donna in mutande ai nostri giorni non si sente in imbarazzo, anche se viene etichettata. Ripete gli stessi comportamenti indifferente, non sente le critiche. Certo una donna in mutande per strada stuzzica gli uomini, li stimola. La provocazione è facile e disinvolta, spontanea. Portare solo le mutande in giro è un gesto forte che ha varie implicazioni. Il problema non ultimo è la salute, andare in giro mezzi vestiti può causare bronchiti, tosse e altri malanni.
Chi lancia le mode dovrebbe prevedere in modo lungimirante anche gli effetti sulla popolazione e in certi casi demordere.
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