Negli ultimi tempi è sempre più difficile non farsi coinvolgere dallo shopping selvaggio. Ci sono negozi e boutique molto forniti che ci lasciano a bocca aperta e sembrano disposti a accogliere ogni nostra richiesta anche la più esigente e stravagante. Le vetrine ci tentano, mettono alla prova la nostra resistenza. Spesso ci abbandoniamo a spese generose e superflue specie dopo una giornata amara sotto vari punti di vista. Dopo una ennesima delusione alziamo le spalle e ci coccoliamo con acquisti mirati. Indugiamo davanti ai negozi e proviamo piacere a comprare. Gli acquisti ci consolano, riempiono i vuoti di una esistenza a tratti scialba. Coinvolgiamo negli acquisti amici, parenti, il partener. Per il nostro compleanno di proposito usciamo per fare acquisti, per comprarci un abito di velluto mozzafiato, morbido e intrigante. La moda ci mette a disposizione molte occasioni e noi ci dirigiamo con passo felino verso i punti vendita che ci hanno più soddisfatto e che hanno provveduto fino allora ai nostri bisogni. Facciamo spese anche la sera, nel tardo pomeriggio. Ci alziamo presto per fare la fila in un grande magazzino, in una pasticceria famosa.
Con il tempo ci sentiamo franare la terra sotto i piedi, molti miti della nostra mente crollano. Ci sentiamo uno straccio quando constatiamo che le nostre scarpe preferite non sono più in commercio perché la fabbrica ha chiuso, in sostituzione ci presentano scarpe che sembrano di plastica, scomode e insidiose. Ci rechiamo in profumeria e scopriamo con orrore che il nostro profumo preferito non è più in commercio per esigenze di marketing sostituito da una poltiglia maleodorante che ci fa venire la nausea. Siamo coscienti che il mercato cambia ma ci rendiamo conto che esso assorbe e fa sparire le cose che prediligiamo. Dal bancone del supermercato sono assenti definitivamente i nostri formaggi preferiti. Dovremo accontentarci di sostituti insipidi dal sapore strano e persino disgustosamente amarognolo. In un battito di ciglia spariscono i nostri rossetti e ombretti preferiti, alcune marche di calzini per uomo, persino la biancheria intima subisce delle trasformazioni, alcune marche sono depennate, escono di scena a vantaggio di altre che non sollecitano il nostro gusto. Ci dobbiamo abituare a questi mutamenti continui, e non dobbiamo arrabbiarci se non troviamo più il nostro shampoo preferito, la nostra crema abbronzante, il tonico, il caffe. I nostri desideri non sono più esauditi in modo corretto. Ci dobbiamo accomodare, fare compromessi. Acquistare nuove marche di vari prodotti o rincorrere il prodotto e vedere dove viene venduto fino a esaurimento. In alcuni casi quando troviamo per caso il prodotto preferito siamo costretti a riacquistarlo in serie. In mano rigiriamo una lista di prodotti ormai usciti di scena che nessun commerciante offre più. Alcune commesse ci ridono in faccia perché magari vogliamo comprare camicie da notte ricamate come andavano di moda un tempo. Le cose tradizionali improvvisamente scompaiono di scena come vecchi attori in pensione. Nelle vene ci resta il calore di un desiderio di possesso che resta represso. I tessuti non sono più gli stessi. Non si trova più la seta pura, il lino puro. Nel sogno vediamo camicie classiche, oggetti, cibi che non esistono più e che destano invece il nostro interesse. Come scopriamo un prodotto che ci piace poco dopo non viene più fabbricato. Scopriamo degli ottimi ghiaccioli al cocco e alla ananas e dopo non troviamo riscontro in nessun bar. Sono spariti dal mercato come per magia eppure erano ottimi. I prodotti più raffinati spariscono per lasciare spazio a prodotti dozzinali che lasciano a desiderare. Nelle pupille ci restano impresse le immagini dei nostri prodotti preferiti che non potremo mai più toccare. Reclamiamo prodotti che non ci sono più. E’ assodato che i negozianti alla nostra richiesta restano allibiti. Alcuni distratti fanno anche commenti con immancabile ironia. Noi fingiamo noncuranza. In certi casi sembra che abbiamo chiesto pezzi da museo introvabili e ridicoli, ormai superati. Ci troviamo a maneggiare prodotti mediocri persino scadenti. Per una questione di principio non compriamo le marche nate per sostituire le vecchie. Il nostro thè verde è di una nuova marca come il nostro dentifricio. All’improvviso abbiamo visione del nostro oggetto preferito e ci precipitiamo a comprarlo salvo poi scoprire che è solo una pallida imitazione dell’originale. Il mercato sembra seriamente intenzionato a rovinarci, a cambiare i nostri gusti, a prendersi beffa dei nostri desideri. Noi restiamo immobili davanti ai continui mutamenti come in trance ma ci sentiamo rovinati.
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