I periodi più lieti e più eccitanti sono sicuramente quelli delle festività sia esse natalizie, pasquali. Sono ghiotti e guardati con un certo interesse anche i ponti come quello del primo maggio ad esempio. Il calendario è pieno di ricorrenze che ci fanno brillare gli occhi, che ci fanno pensare ai dolci ai liquori, ai regali. Anche i più restii sono in vena di festeggiamenti, e magari per allontanare la noia organizzano un viaggio. Molti viaggiano sotto le feste solenni per raggiungere parenti e amici da cui sono lontani per questioni di lavoro o altro. Durante le feste ci si muove di più. Si decide di partire anche all’improvviso. Si gira anche per fare acquisti e regali.
In passato era tutto molto semplice e lineare, certo era meglio prenotare con largo anticipo un posto su un treno o aereo. Negli ultimi tempi tutto è mutato bruscamente. Restiamo folgorati dalle tariffe proposte. Fissiamo smarriti con gli occhi sbarrati la sentenza emessa nella agenzia di viaggi dalla impiegata. Borbottiamo per la rabbia. Le tariffe sono apertamente sopra la media, oltrepassano il raddoppio. I prezzi si apprestano a triplicare. Siamo colti da una crisi di nervi. Ci rendiamo conto con angoscia che lo spostamento ci viene a costare un occhio della testa. Dissimuliamo il nostro cruccio. La rabbia interiore viene repressa. Ci fanno pena gli studenti fuori sede che devono raggiungere i familiari e non hanno i soldi sufficienti per pagare simili rincari, ingiustificati. Ci colpiscono in pieno viso le lamentele dei poveri pensionati che magari si erano preparati per raggiungere i figli all’estero per le feste e non hanno i soldi. I prezzi sono inadeguati, sconsiderati, tali da far impallidire un angelo. Sono prezzi allucinanti che non fanno dormire la notte. Molti con dolore si trattengono dal partire. Altri non perdono di vista l’obiettivo e si fanno prestare i soldi da amici a più riprese. Ognuno passa ore in banca alla posta per monitorare i propri conti. Molti premurosi mettono da parte i soldi molto prima della data della partenza. Rinunciano a fare compere. Alcuni usano mezzi più economici o alternativi come la bici, la moto, l’auto ma costernati scoprono i rincari della benzina. Le agenzie di viaggio in subbuglio promuovono mete a prezzi triplicati e davanti al nostro atteggiamento iroso diventano pure ironici. La nostra reazione è inevitabile. I rincari esplodono, si concentrano nei treni, nei taxi, nei pullman che fanno il pieno di turisti. Per istinto vorremo proseguire con il programma del nostro viaggio ma poi riflettiamo con lucidità e restiamo sconvolti dai prezzi alti. Nonostante il nostro desiderio di viaggio apportiamo delle correzioni all’itinerario animati da buon senso svisceriamo un programma più ristretto, facciamo meno giorni, ci priviamo di alcuni giorni di relax. Molti previdenti non partono più, si lasciano guidare dal senso del risparmio. Di conseguenza molti rinunciano a vedere i propri cari, si arrendono. Del resto se si parte la settimana dopo i prezzi sono più contenuti, meno esosi. Intanto i telegiornali vantano record di turisti in arrivo, tutti potenziali polli da spennare che a malapena riescono a cavarsela. Ogni volta a dispetto di tutto si ripete la stessa storia. La voglia di spennare i turisti ritorna come l’araba fenice. I turisti sono tiranneggiati, costantemente sotto assedio. Nessuno mostra senso di responsabilità. Bisognerebbe essere duri come acciaio e tutti rinunciare a partire per dare una lezione, senza abbandonarsi a una tatalistica accettazione che procura solo sofferenza. Le autorità, i governanti se ne infischiano di questa situazione nessuno mostra senso civico.
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