In passato specialmente per le donne non c’era altra via di uscita che il matrimonio, tappa cruciale e necessaria per le femmine di qualsiasi ceto sociale. Le giovanissime erano subito promesse spose. Quelle delle nozze anche precoci era una fissazione continua e duratura. Alcune andavano spose a uomini grandi, maturi, burberi e austeri. Alcune più fortunate trovavano uomini di pregio. Nessuna donna si opponeva a questo stato di cose. Le nozze erano un dato di fatto nella vita di ogni donna anche la più ribelle e indipendente. I genitori erano impazienti di maritare le figlie e spesso si facevano nozze sbrigative. Le ragazze erano ansiose di indossare l’abito bianco da cerimonia inconsapevoli delle conseguenze immediate di quel gesto simbolico. Erano poche le ragazze che rifiutavano di sposarsi per altre ambizioni. Chi lo faceva era considerata diversa, definita acida zitella. Le ragazze che rifiutavano dei partiti erano assediate dalla famiglia e costrette a cedere. La famiglia di origine aveva un ruolo accerchiante. Molte ragazze audaci scappavano con il fidanzato prescelto malvisto dalla famiglia. I fallimenti dei matrimoni erano all’ordine del giorno ma si continuava stoicamente a sopportare. Le spose erano indotte a tacere, a rispettare il marito fino alla morte.
Ora sembra finalmente che la situazione si sia sbloccata. Molte questioni si sono bilanciate, si sono risolte. In realtà tutto è cambiato solo in apparenza. Le donne hanno guadagnato poco o niente, devono lavorare in casa e fuori con furore e sono sempre spaventosamente stanche. Sono sempre prede, guardate con snobismo. Ancora oggi il matrimonio è uno status simbol e tutte vogliono essere portate all’altare in un modo o nell’altro. Accade ancora oggi lo stesso fenomeno. Donne che inseguono i maschi per assaporare l’idea di indossare l’abito bianco. Sono disposte a tutto. Si affrettano, scelgono frettolosamente il primo che passa, si abbandonato ciecamente per non restare sole. Si aggrappano al primo corteggiatore che magari non amano, da cui ricevono solo mortificazioni, per non restare sole per non sentirsi dire le solite frasi di disprezzo, di compiaciuta ironia. Le donne diventano sensuali e voluttuose per corteggiare l’uomo che non sempre amano. Il tempo stringe e molte trentenni si macerano fra il sarcasmo delle amiche fidanzate e il terrore di sentirsi chiamare single. La parola zitella più volte usata genera collera, rabbia. Allora si accoglie qualsiasi uomo senza ritegno, si sopportano uomini violenti, egoisti, ripiegati solo su se stessi. Le ragazze non scelgono con scrupolo, con coscienza, con saggezza. Si lasciano guidare dall’istinto. Alcune cercano uomini adulti simili al padre. L’umo scelto frettolosamente si rivela sadico, malvagio. Il matrimonio non è più fonte di benessere e divertimento, ma di orrore e delusione. Le donne si ostinano a commettere questo errore grossolano, iniziale. Le donne ribelli che vivono sole sono guardate con commiserazione perché non hanno un uomo al fianco. Quando l’uomo si rivela manesco e volgare allora molte donne comprendono la lezione. Poi spesso accade che molte donne che si sono sposate in fretta senza riflettere si innamorano durante il matrimonio di un altro. Allora nascono alterchi, divorzi eccellenti, omicidi in piena regola.
Nella scelta iniziale le donne dovrebbero essere più rigorose magari aspettando l’uomo giusto in assoluto. Le scelte affrettate per paura del tempo che passa sono da evitare, creano solo dissipazioni e dolori, rinunce e violenze. Le donne non sempre apprendono la lezione, non sempre sono allieve attente alle lezioni impartite dalla vita. Alla fine anche le figlie ricorrono alla stessa scelta rapida della madre in una catena senza fine. Si offrono volontarie per una vita di inferno e di ansia. Le donne dovrebbe capire che un uomo non va giudicato solo per l’aspetto fisico, la posizione sociale ma soprattutto per il carattere. Un uomo dal carattere amabile si può ogni tanto anche perdonare. Alcuni uomini invece sono per natura scontrosi, ironici, chiusi e non escono mai allo scoperto se non quando è troppo tardi. Non si devono sottovalutare alcune avvisaglie. Il disordine nasce da scelte sbagliate.
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