Discussione

SFIGATI

Nel linguaggio giovanile il termine sfigato è molto diffuso nel senso di sfortunato, iellato, disgraziato. Il termine è riferito sia a una condizione sociale che economica. Il significato letterale è persona mancante di affetto. Si tratta di una persona che non è riuscita nella vita, che non è vincente. Gli sfigati per questo sono insicuri, timidi, titubanti paurosi del giudizio altrui. Si sentono nati sotto una cattiva stella, perseguitati dalla malasorte. Nelle avversità si abbattono. I vincenti invece hanno la ammirazione e la considerazione degli altri. Gli sfigati sono guardati con indifferenza se non con disprezzo e disinteresse. Gli scalognati portano sfortuna anche agli altri secondo antiche superstizioni. La condizione dello sfigato è stata ben espressa nel film del 1984 L’amico sfigato di un registra francese che si è ispirato a una celebre canzone pure francese. Gli sfigati dovrebbero fare riti contro il malocchio evitare di avere in casa sedie a dondolo, piante secche, orologi fermi, cactus ecc. che portano male. Per combattere la sfortuna si può usare il sale, il ferro di cavallo, il colore oro e blu ecc. Gli sfigati vanno incontro a battute irriverenti, per loro dietro l’angolo ci sono discriminazioni, occhiatacce, frasi indiscrete., strali al veleno Lo sfigato deve procedere nella vita con passo felpato, con fare silenzioso. In pratica lo sfigato è sfuggente, poco attivo e partecipe. Aspira a una felicità che gli viene negata dal destino. Lo sfigato assiste a scene contro di lui. Sovente gli amici vincenti lo deridono senza pietà con risate esilaranti. Gli sfigati captano sempre un clima di ostilità per questo non esigono rispetto. Molti amici non li vogliono con loro. Devono sempre sentire le stesse frasi ripetute all’infinito che si imprimono nella memoria fino allo sfinimento. Per la società di oggi gli sfigati sono quelli che sono divorziati, che non sanno sciare, ballare, che non hanno fatto carriera, che non hanno una amante, che non hanno fatto viaggi estremi, che conducono una vita semplice e mediocre. In verità i vincenti sono quelli che tradiscono la moglie, gli amici, che fanno soldi con sordidi sotterfugi, che fanno carriera con raggiri e raccomandazioni, che hanno più di una amante, che hanno lavori di prestigio ottenuti con l’intrallazzo, che hanno auto potenti, che vestono alla moda in modo inequivocabile. Verso gli sfigati i vincenti hanno rigidi pregiudizi. I vincenti sono stimati per il loro ruolo, la loro ricchezza, il loro professionismo, il loro carattere freddo e distaccato. Gli sfigati davanti a loro sono indifesi e sfortunati perché non sono belli, ricchi, intelligenti. In certi casi i vincenti deridono mostrando una notevole bassezza morale. Ridono del ruolo onesto degli sfigati che rispettano gli altri, gli animali, il pianeta, che non sono insolenti. Poi con il tempo gli sfigati smettono di lamentarsi. I vincenti appaiono sempre meno tali. Alcuni fannulloni sono licenziati, altri muoiono in incidenti con auto e moto potenti, altri si divorziano fra liti furibonde e contrasti familiari. Anche i vincenti alla fine sono bastonati a sangue dal destino, puniti per la loro leggerezza con perfidia dispettosa dal fato. I vincenti si inviperiscono, vanno in bestia, se la prendono con gli sfigati che sono intervenuti portando sfortuna. In verità alla fine la sfortuna se la sono portata da loro con un comportamento scorretto e irriverente. Agli assalti del destino bisogna sempre resistere con un lieve sorriso, avere coscienza e rispetto nelle relazioni sociali. Non bisogna chiudersi a riccio nel proprio mondo casalingo restii e recalcitranti verso eventuali aperture. La realtà è fatta di alti e bassi di momenti di gioia, divertimento e euforia e di momenti di tristezza e malinconia. Bisogna avere sangue freddo, mostrarsi evoluti. Il concetto di sfigato è molto vago.