Ciao ragazzi, grazie!
Onestamente come musicista valgo poco, più che altro ho avuto la fortuna di farmi le ossa sotto l'ala di professionisti della vecchia scuola che mi hanno fatto crescere per quanto mi era possibile, così ho imparato il mestiere.
Antonio, spero che tu abbia ragione per quanto riguarda il ritorno alla vita di sempre in tempi brevi, perché io smanio dalla voglia di tornare a fare il mio lavoro sulle navi da crociera; adoro il mio mestiere e la vita di bordo. Chi ha la possibilità di fare il lavoro che ama dovrebbe ringraziare il cielo tutti i giorni perché è davvero un'immensa fortuna! Da quello che ha scritto Daniele e da quello che ho capito nelle varie discussioni qui su 101, penso che anche tu pian piano stia abbracciando questa fortuna, ti faccio un in bocca al lupo.
Daniele, mi fa piacere che tu abbia notato la mancanza di tranquillità, effettivamente è così:
è importante capire che il piano bar non è un concerto, nel quale il musicista deve restare concentrato sulla musica.
Nel piano bar o comunque quando si accompagnano spettacoli, giochi e cose di questo genere, l'esecuzione si dà per scontato che sia al di sopra di un certo standard, bisogna piuttosto concentrarsi sul pubblico e sull'ambiente circostante, per seguire o gestire gli eventi, pianificati e non.
All'Envegia era tutta un'altra storia, certo. Eravamo tra amici e si trattava di un piccolo ristorante, le poche persone stavano sedute e parlavano tutte la nostra lingua, lo spazio era limitato e la luce forte.
Sembrano dettagli ma sono alcune delle tante cose da tenere a mente quando si sta su un palco. Il mio ultimo band leader, Piero Spagnolo diceva:
"Quando sali sul palco devi sempre sapere che cosa stai facendo".
In quella frase c'è tutto il mio mestiere, l'intrattenimento è tutto lì. Questo vale tanto per la scelta del repertorio quanto il parlare al microfono ecc ecc. Sembra facile, ma come tutti i mestieri ha le sue difficoltà.
Visto che ne hai parlato, ti posso dire che preferisco le situazioni meno tranquille, perché:
capire che cosa vuole un pubblico vasto ed eterogeneo con uno sguardo per poi accontentarlo è la parte che adoro del mio mestiere, mi piace più questo che suonare, è una soddisfazione smisurata.
Come hai detto tu comunque, quello che conta è godersi il viaggio e io posso ritenermi soddisfatto perché sto collezionando un sacco di belle esperienze e spero di continuare così per molto tempo.
Se proprio dovessi dirvi una cosa che non mi piace del mio lavoro è la mancanza di alternative:
oggi un musicista italiano della mia età può lavorare solo lontano da casa, oppure cambia mestiere. Però questa è un'altra storia, perché negli anni 80 in Italia si suonava anche sotto ai ponti...
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