La dottrina della predestinazione ha radici molto antiche. In Grecia ne parlarono i filosofi come gli stoici e i tragici greci. Il filosofo Parmenide parlava di fato. Nella chiesa primitiva il tema fu molto dibattuto. Sorsero molte controversie in proposito. Alcuni salmi religiosi antichi alludono al destino. Alcuni teologi medievali parlano di un piano di Dio che avrebbe scelto già in anticipo. Dio ha dei progetti che spesso non coincidono con i nostri e che porta avanti con determinazione. Alcuni come Abramo e i profeti sono dei prescelti. Isaia stesso parla di destino.
Certo l’uomo ha il libero arbitrio e la volontà di allontanarsi dalla divinità. In tutta la bibbia ci sono riferimenti alla predestinazione, specie nelle lettere di san Paolo nel nuovo testamento. Non mancarono i teologi e gli studiosi che avversarono tale dottrina e interpretarono in modo diverso le scritture. Tuttavia Geremia parla chiaramente di un piano di Dio che non si affida al caso. L’uomo è limitato e non potrebbe fare nulla senza Dio.
La predestinazione ha avuto diverse interpretazioni e rimane ancora avvolta nel mistero. Sant’Agostino in modo molto tradizionale la accetta. Anche Lutero e Calvino ne sono convinti. Nell’ottocento il dibattito si fece acceso proprio sulla sua esistenza da molti messa in dubbio. San Tommaso sottolinea come il punto di vista di Dio non è il nostro noi aspiriamo a qualcosa che non coincide spesso con i progetti di dio e dio ci conduce verso la sua strada se siamo disponibili e non ribelli.
Secondo moderne teorie religiose l’anima sceglierebbe prima di nascere il suo cammino e la sua storia. Prima di nascere viene stabilito il destino di una persona. Il discorso è complesso anche se alcune volte ci capita di volere ardentemente una cosa e non solo di non averla ma gli eventi ci portano verso tutta altra parte e poi scopriamo che quella via insolita era la migliore per noi dati i risultati ottenuti, come se una mano invisibile ci sospingesse verso la nostra meta a nostra insaputa. Gli zingari sono molto abili a individuare il destino di ognuno. Una volta si dice che una zingare abbia predetto al figlio di uno scrittore tedesco del novecento che avrebbe avuto il cuore di vetro, aveva usato questa espressione. Il bimbo morì a nove anni per un grave problema cardiaco.
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