“A seguito della recente liberazione dei diciotto pescatori lavoratori, su cui abbiamo già espresso la nostra chiara soddisfazione, ci spiace constatare come membri del governo – come nel caso della Vice ministra Marina Sereni a Radio24 -, invece di condannare il sequestro dei libici, siano piuttosto intenti a dichiarare come i pescatori fossero a conoscenza di quelle acque di pesca non sicure”.
Così la Confsal Pesca con il suo segretario generale Bruno Mariani (in foto), che continua sollevando il problema più grave: “Vorremo ricordare che i nostri pescherecci sono stati catturati a 42 miglia dalle coste libiche, in pieno tratto di mare internazionale e pertanto nel pieno diritto di pesca. Piuttosto - spiega il sindacato del settore ittico - consapevoli che quelle acque sono comunque a rischio e che la Marina Militare italiana con la Vi.Pe dovrebbe garantire la sua presenza per assicurare il libero esercizio dell’attività dei pescherecci italiani in acque internazionali, nel pieno rispetto delle leggi nazionali vigenti, bisognerebbe chiarire perché la motovedetta Durand de la Penne non sia intervenuta dopo aver dato ampie rassicurazioni di azione. Chiediamo anche alla Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Sereni, se i nostri pescherecci sono ancora al sicuro o abbandonati ad un destino che - conclude il segretario generale Confsal Pesca Bruno Mariani - non meritano”.
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