Il ponte del diavolo di Tolentino è chiamato così in ricordo della leggenda secondo cui l'architetto Benevegna, in difficoltà durante la costruzione del ponte ( che veniva distrutto nottetempo dall'impetuosità del fiume Chienti ), stipulò un patto con il diavolo, il quale assicurò la realizzazione del ponte in una sola notte in cambio dell'anima del primo essere vivente che lo avesse attraversato. L'architetto, pentitosi del suo patto col diavolo, si rivolse disperato a San Nicola. Il santo escogitò uno stratagemma: a costruzione ultimata benedisse il ponte; poi, attese che si avvicinasse un cane e fece rotolare una forma di formaggio dall'altra parte del ponte, costringendo l'animale ad attraversarlo. Il diavolo, accecato d'ira, tentò invano di distruggere il ponte con una cornata, che sarebbe ancora visibile.
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