Ivan Cattaneo, cantante e musicista eclettico che ha dato il via già negli anni 70 a un linguaggio musicale fuori dalle righe. Una voce graffiante, che ancora oggi ha un'eco non indifferente nel mondo della nostra musica italiana a cui siamo molto legati.
Pianico, paese che ha visto i suoi natali, avvolto nel fascino del lago di Iseo, oggi come ieri cosa rimembra, della sua fanciullezza, ci ritorna periodicamente?
Ci ritorno spesso, anche se abito più che altro a Milano, ma il mio paese rimarrà sempre nel mio cuore, esso mi ispira, perché riesco a scrivere canzoni solo quando mi ritrovo nel mio paese natio. In città, vi è un cumulo caotico, e quindi, viene difficile concentrarsi, ecco perché la mia creatività si attiva a Pianico.
Prima di nascere come grande cantante e cantautore ha avuto sempre nelle vene questo grande estro artistico, come si sono intersecati questi due generi artistici, e come ha saputo coniugarli?
Bella domanda, posso dire di sì, perché sono state sempre dentro di me all’unisono, queste due tipologie artistiche. Poi, ho coltivato di più il lato artistico pittorico, studiando al liceo artistico. Diventando in seguito, insegnante di pittura e professore per le scuole medie, anche se, poi, la scelta della mia vita mi ha portato a viaggiare, tipo verso Londra ecc. Questo, mi ha dato modo di conoscere personaggi importanti, come David Bowie, Cat Stevens, che mi hanno influenzato molto, e quando sono ritornato da Londra ho cominciato poi la mia carriera di artista musicista. Sempre, andando avanti di pari passo, coltivando sia la musica che la pittura, in fondo possono essere la stessa cosa alla fine, con la musica coltivi l'orecchio e la pittura con gli occhi coltivi l’arte visiva.
Il suo cammino è lastricato da innumerevoli successi canori, quale di questi è rimasto nel suo cuore più di tutti?
Se dovessi fare un distinguo, non potrei, visto che, come si suol dire “Son tutti figli miei”, non ho una preferenza nelle canzoni, perché per me sono tutte alla pari. Poi, c'è quella che prende una strada in discesa e in seguito diventa di grande rilievo, un grande successo. Vi è quella invece, più difficile per cui non è conosciuta abbastanza dal grosso pubblico, e magari non lo sarà mai, però rimane comunque nel mio cuore. Quindi, ci sono quelle per cui c'è stato il successo, come: Polisex, La bambolina che fanno no no, ecc. Altre le ho condivise soltanto tra me e me. Per quanto riguarda Polisex, all’epoca era una canzone che voleva parlare dell'amore in senso lato, in senso generale, quello che poi quarant'anni dopo avrebbero chiamato LGBT ecc., come tutte quelle che oggi sentiamo con l'acronimo. Io, invece, in maniera molto ingenua ne parlavo per la mia esperienza, come concetto, per cui ero solo. In seguito, sono nati poi tutti i movimenti, ma nel mio essere, per spiegare quel tipo d’amore che non ha genere, che non ha dei confini, io l’ho chiamato “Polisex”.
Quale concetto ha della new musical school di oggi, e di questi giovani emergenti, cosa cambierebbe a suo dire e cosa lascerebbe?
La musica odierna mi piace, vi sono alcuni generi che piacciono molto di più, ed alcuni hanno preso un po' di cose che ho insegnato io, per esempio Dardust, che ha fatto quell'arrangiamento ultimo di Jovanotti, come produttore di Mahmood e di Elodie, ha iniziato con me, abbiamo lavorato insieme, il suo primo arrangiamento era un mio album che si chiamava: “Luna Presente”, quindi, ci sono tante cose che a mio dire piacciono, e altre meno.
Dal mondo multimediale musicale e dei video e dei social, con l’esibirsi sui palchi cosa ne pensa, per lei equivale la stessa emozione col pubblico o lo trova in parte differente?
Attraverso i nuovi social musicali, alcuni si fanno conoscere, ma alcuni non sanno neanche cantare. Quindi, farebbero meglio, a stare a casa, perché diciamola tutta l'arte nasce interiormente e poi si deve comunque coltivare con il lavoro, deve essere molta creatività, di talento, ma che abbia una buona tecnica che non guasta certo, per avere quello slancio col pubblico.
Da vulcano di idee innovative e creative, cosa ci dobbiamo aspettare in questo fine 2024 che è alle porte, e all’inizio del 2025 che verrà con nuovi progetti e iniziative?
Per il 2025, uscirà il mio nuovo album, poi un bellissimo tour di spettacoli teatrali, che ingloberà proprio sia la musica che le immagini dei miei quadri, nei piccoli teatri italiani, all'insegna dell’arte, e della verve creativa unita alla musica. Come progetti futuri, avrò due o tre mostre importanti di quadri, perché appunto coltivo ora la grande soddisfazione di riuscire a portare sia la parte artistica pittorica che la parte musicale. Quindi, sono contento di aver appianato le due cose, non sono più distanziate com'era una volta, come quando c'era più un successo discografico di cantante. Invece l'arte, la pittura rimaneva un po' nascosta adesso camminano a pari passo.
Articolo: Dott. Salvo De Vita - Rosa Calderone - Giuliano Visconte
Dirigente del servizio: Ufficio Stampa & Produzioni MP di Salvo De Vita
Distribuzione nazionale: Urban Dream di Mietto Elisa
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