Mattia, io faccio molta attività fisica, per lavoro e per svago, in genere le ore che passo seduto al PC sono al massimo 3/4 al giorno.
E vivo questa situazione da cinque decenni, ovvero da ben prima che PC, web, smartphone entrassero nella mia vita. Leggevo libri, scrivevo di notte, ascoltavo musica e suonavo con le cuffie... E, come allora, alterno queste notti a quelle in cui dormo otto, nove, dieci ore di fila, e così ritrovo un mio equilibrio.
L'esperienza dell'insonnia che ho filtrato in questa scrittura artificiale, mediata da costrutti di derivazione retorica e poetica in funzione antri-poetica, nell'ennesimo tentativo di comprenderne il senso, intuisco essere legata ad uno stress ansiogeno di tipo abbandonico. Ogni giorno è percorso da separazioni, grandi o minime che siano, relazioni che si costruiscono e terminano in addii piccoli o traumatici, o provvisori o irreversibili, impercettibili o fragoroso. Relazioni con persone, ma anche con forme di vita naturali, o con caterve di oggetti estetici e strumenti quotidiani di lavoro, o con parti di sé, sogni, memorie. Il sonno è una forma di abbandono molto simile all'idea che abbiamo della morte, l'animo la rifiuta e la rifugge nel tentativo di aggrapparsi a tutto ciò che ancora non è stato segnato dal suo finire.
https://www.my101.org/discussione.asp?scrol=1&id_articolo=863