L’aver prospettato aiuti ed incentivi per lo sviluppo di nuovi farmaci indispensabili per la cura di patologie rare ha consentito di raggiungere nuove frontiere in ambito terapeutico anche se a volte ho il sospetto che questi incentivi assomiglino sempre di più alla classica carota. Quante volte infatti abbiamo letto o ascoltato che i prezzi di questi farmaci stanno diventando sempre meno sostenibili per i sistemi sanitari che devono garantire a tutti equamente l’accesso a cure efficaci? Questa osservazione reggerebbe nella misura in cui il servizio sanitario si trasformasse in sistema sanitario - la differenza dovrebbe essere evidente ma googolando la si trova facilmente - e si conferisse al sistema in quanto pubblico, un valore sociale. Tradotto, mi riferisco all’Italia, regolamentata per quanto riguarda il “diritto alla salute” da un servizio sanitario, non già da un sistema sanitario, ossia da un modello sanitario in cui lo Stato si occupa (integralmente o in parte) di gestire e regolamentare gli aspetti della sanità. E qui, purtroppo casca l’asino, dal momento che il nostro diritto alla salute esiste in funzione di un budget che è stabilito per soddisfarlo finito il quale, finito il diritto. C’è qualcuno che non è d’accodo? Sul serio? Ok che la memoria può essere molto molto corta, ma dovremmo aver imparato molto bene che cosa sia accaduto al Nostro budget negli ultimi 30 anni!!!
Bene, fatta questa debita premessa.......
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