Tutta la storia che accompagna lo sviluppo dei farmaci dimagranti è piuttosto burrascosa. Fin dall’inizio, le varie molecole che si sono succedute sono state prese a “martellate” da tutta una sfilza di effetti collaterali che, quando girava bene, si fermavano ad attacchi ipertensivi, e quando girava male, poteva scapparci anche il morto.
I primi problemi iniziarono già negli anni '30, quando il 2,4-dinitrofenolo (DNP), un composto chimico industriale che agisce come un disaccoppiatore mitocondriale capace di interferire con le reazioni che creano e immagazzinano energia nei nostri corpi, fece da apripista in quella che sarebbe stata una lunga corsa nell’individuare sostanze chimiche per dimagrire. E questo perché senza un posto dove andare, l'energia veniva rilasciata sotto forma di calore, portando alla perdita di peso. Porta oggi e porta domani, porta a destra e porta a manca, in men che non si dica si capì che poteva portare però anche ad aumenti incontrollati della temperatura corporea, motivo per cui....
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