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Presuppongo che la questione della tutela dei propri averi risulti cruciale per te. Se la tua banca dovesse tristemente confluire in un disastroso fallimento o se, addirittura, il sistema bancario mondiale fosse colpito da una crisi, vorresti certamente conoscere le possibili conseguenze che tale vicenda potrebbe arrecare alla tua attività finanziaria? Ti esorto dunque a concedere dieci minuti del tuo tempo per leggere attentamente le righe che seguiranno. Ti assicuro che questi minuti si riveleranno fruttuosi poiché ti daranno modo di apprendere efficaci conoscenze per salvaguardare i tuoi soldi da una situazione di crisi bancaria. Ovvero, vorrei qui esprimere alcune riflessioni inerenti al mondo della finanza, nelle vesti di un osservatore analitico. Preliminarmente, desidererei spiegare il reale significato dell'espressione "fallimento bancario". Nel caso di una impresa, il fallimento ha luogo quando la medesima non è più in grado di adempiere ai propri debiti; tuttavia, quando si parla di banche, il concetto congloba altre sfaccettature. In effetti, significa che l'istituzione bancaria non ha più a disposizione la liquidità necessaria per garantire i depositi effettuati dalla propria clientela. Tale carenza di liquidità potrebbe presentarsi sin da subito o anche in un secondo momento, qualora i clienti richiedano congiuntamente il prelievo dei propri depositi. Come accennato in precedenza, le istituzioni bancarie odierne non incarnano più l'essenza che le contraddistingueva in passato. In passato, le banche avevano la funzione di custodire i patrimoni dei propri clienti e concedere finanziamenti soltanto in presenza di una specifica autorizzazione. Ciò è mutato da circa un secolo a causa dell'introduzione della riserva frazionaria e delle banche centrali, le quali hanno permesso la circolazione di liquidità in misura svincolata dai depositi effettuati. La dinamica ciclica cui assistiamo a livello economico è quindi da ricondurre a tale fattore. In altre parole, se domani una grande percentuale di popolazione decidesse di prelevare un'imponente quantità di denaro dalle proprie banche, tali istituzioni potrebbero incontrare difficoltà nell'adempiere a tali richieste simultanee. Purtroppo, ci siamo abituati al peggio e tale fenomeno si ripete con periodicità. La nostra società moderna ci ha inculcato l'idea che il denaro non sia più un diritto insindacabile di cui poter disporre, bensì stiamo assistendo alla nascita di una società fortemente controllata. La libertà politica è strettamente connessa alla libertà economica, e pertanto non è un caso che l'utilizzo del contante sia stato attaccato e messo sotto pressione negli ultimi vent'anni. Quando si depositano fondi presso una banca, questi non sono più di proprietà esclusiva dell'individuo, bensì si ha solamente il diritto di riscuoterli, eventualmente, attraverso l'intermediazione bancaria. Recentemente, la quantità di fondi prelevabili è stata ulteriormente limitata, sintomo dell'ennesima crisi economica. L'esempio della Silicon Valley Bank rappresenta un caso emblematico in tal senso. Non è un segreto, d'altronde, che le banche siano soggette a fallimenti, come avvenuto già in passato durante gli anni della grande depressione. Nel 1931, infatti, la crisi economica mondiale fu innescata proprio dal fallimento di una banca austriaca. Recentemente, nel 2008, si è verificato un episodio analogo alla fallimentare vicenda della Lehman Brothers, eppure nuovamente ci troviamo a confrontarci con questo medesimo scenario. L'ingente problema risiede nell'interconnessione del sistema stesso e, in quanto crisi di liquidità, vale a dire una contingenza in cui una banca non è più in grado di rimborsare i depositi richiesti dai propri clienti, ci si trova in una situazione di gravosa crisi. Potrebbe ravvisarsi una problematica insita nella Silicon Valley Bank, derivante da un'inadeguata gestione. Tuttavia, il vero scoglio consiste nel come questa situazione possa innescare una crisi economica di proporzioni notevoli. Tramite l'analisi degli autorevoli pensatori del panorama finanziario, risulta che non vi siano preoccupanti mutamenti di sorta. Non nascondo la mia perplessità a riguardo, poiché nutro un preciso dubbio. Si consideri la notorietà acquisita da Moody's a seguito della sua valutazione "triple A" della banca Lehman Brothers, inopinatamente fallita due giorni dopo. Analogamente, Moody's ha espresso un giudizio altrettanto favorevole riguardo alla Silicon Valley Bank. Si evince pertanto che il mondo finanziario è estremamente complesso e si avvale di strumenti particolarmente ardui da comprendere per la maggioranza degli individui, come ad esempio la confezione di debiti. Dal mio punto di vista, che presta un grande valore all'economia del buon senso, non posso che osservare come il mondo della finanza sia un ambito estremamente complesso ed elaborato. Invero, l'attuale panorama finanziario risulta forte e robusto, sebbene mi urti l'uso della parola "paura del contagio", che suona a mio avviso sempre un tantino strana. Si parla di tale "paura" come se si dovesse fronteggiare un virus, mentre, se una banca soccombe, perché dovrebbe anche l'altra correre il rischio di andare in fallimento? La verità è che le banche si scambiano continuamente debiti e liquidità, risultando interconnesse fra di loro e generando il reale problema del contagio. Benché le banche adottino strumenti speciali per cercare di coprire le crisi di liquidità, ciò non risolve il problema alla radice. La realtà bancaria si configura dunque come una trama di interconnessioni che abbraccia ormai il mondo intero, e proprio questo rappresenta il vero problema del contagio. Dunque, la banca, avendo a disposizione i consueti 100 dollari ad esempio, provvede a depositarli nella propria cassa e poi concede in prestito 900 dollari con una riserva frazionaria obbligatoria pari al 10% dell'ammontare prestato. In caso di una corsa agli sportelli da parte dei titolari di conto per coprire i prestiti erogati, la banca è costretta a richiedere i fondi alla banca "overnight", sollecitandola durante le ore notturne. Tuttavia, anche la banca adiacente (banca "overnight"), deve fornire tali fondi come se qualcuno fosse venuto a richiederli direttamente ai suoi sportelli, dunque si tratta di un sistema vacuo. Inoltre, è doveroso notare che la riserva obbligatoria oggi in vigore è approssimativamente dell’1% al 2%, anziché del 10% come precedentemente citato. Ecco dunque che ci troviamo dinanzi ad una serie di vasi comunicanti il cui effetto domino, in caso di un livello di fallimento critico, potrebbe portare a conseguenze di contagio di dimensioni colossali. Evidentemente, la portata del fallimento in questione è di rilevanza considerevole, essendo in gioco centinaia di miliardi di dollari. Il tutto si complica ulteriormente di fronte ad un imminente scenario di grande impasse, che potrebbe rivelarsi un ostacolo insormontabile per molti soggetti coinvolti. Ci si interroga quindi sulla reale efficacia dell'FDIC quale garanzia per i correntisti in caso di dissesto bancario, soprattutto considerando che, a quanto pare, la copertura offerta dalla FCA sarebbe limitata ad una modesta percentuale del totale, non in grado di salvaguardare interamente tutti i creditori coinvolti. Il Fondo di Tutela dei Depositi degli Stati Uniti d'America, opera secondo modalità precise, tuttavia, ha già comunicato la sua limitata capacità di copertura rispetto alla falla apertasi nella Silicon Valley Bank. In realtà, ci troviamo di fronte ad una massa monetaria che non possiede più un sottostante tangibile, come il Prodotto Interno Lordo (PIL), il quale non riesce a tenere il passo con la produttività, ovvero il fatturato globale, generando un accumulo di debiti che il mondo non è in grado di sostenere. L'ultimo dato a me noto, riguardante il rapporto tra debiti e PIL mondiale, evidenziava un divario di quattro volte e mezzo, a discapito del PIL. I debiti pertanto, continuano ad aumentare, mentre le banche centrali tentano di mantenerli a galla attraverso la stampa di moneta. Tuttavia, il punto di non ritorno è ormai prossimo, con conseguenti ripercussioni a carico degli utenti finali, i quali dovranno farsi carico del pagamento dei debiti, a cui, in genere, sono costretti a far fronte. Malgrado il panorama della comunicazione e delle finanze mainstream non prefiguri una crisi tanto pesante quanto quella che ha visto protagonista Lehman Brothers, ritengo che, nel caso in cui dovesse verificarsi, la stessa sarebbe dieci volte peggiore di quanto riusciamo a immaginare. Tale è il mio punto di vista, tuttavia, occorre anzitutto interrogarci sulla possibilità effettiva che si verifichi una crisi. Un recente studio rivela che quasi 190 banche statunitensi sono a rischio di fallimento a causa dell'aumento dei tassi d'interesse e dell'elevata percentuale di depositi non assicurati presso alcune istituzioni. Il collasso di Silicon Valley Bank è stato causato da un mix di perdite, leve finanziarie non assicurate e un grande portafoglio prestiti. Ancora una volta si è dimostrato che il sistema finanziario tradizionale è fragile. Se anche solo la metà dei depositanti non assicurati decidesse di prelevare i propri fondi, quasi 190 banche rischierebbero una significativa svalutazione dei propri asset. Il recente aumento dei tassi di interesse, insieme all'elevata percentuale di depositi non assicurati presso alcune banche, minaccia la stabilità del settore. Il valore di mercato degli asset bancari è diminuito di 2.000 miliardi di dollari, aumentando la fragilità del sistema bancario statunitense a fronte di potenziali corse agli sportelli da parte dei depositanti non assicurati. Il contagio con effetto domino nel sistema bancario mondiale potrebbe innescare un collasso bancario di proporzioni inimmaginabili nel resto del mondo. Fonte: papers.ssrn.com A ciò si aggiunge una problematica cruciale per i risparmiatori: come agire? Personalmente, ritengo che sia giunto il momento di investire una significativa porzione del proprio capitale in un asset tangibile, come l'oro, l'argento ed altri metalli preziosi, i quali da millenni sono stati utilizzati come riserva di valore. Si tratta di un primo suggerimento che da molti anni ripeto. Il secondo consiglio concerne l'acquisizione di Bitcoin e del token Salusvale. Salusvale è a mio avviso è un valido bene rifugio, come è possibile visionare visitando il sito salusvale.com. Per una comprensione più approfondita, potremmo limitarci all'ambito del sistema bancario. E’ generalmente noto che le banche centrali vengono istituite in quanto prestatrici di ultima istanza. Tuttavia, perché non intervenire e diventare la prestatrice di ultima istanza della Silicon Valley Bank, senza attendere l'innesco di una crisi sistemica? In effetti, la prestitura di ultima istanza è già stata attuata. Purtroppo la circolazione di denaro causa un aumento dei prezzi, il che costituisce un problema insormontabile: l'aumento dei prezzi derivante dalla sovrapproduzione di denaro. In linea teorica, sarebbe possibile emulare il Venezuela, il quale qualche anno fa‘ ha cercato di risolvere la crisi politica mediante la stampa di moneta, ma ciò ha condotto ad un'inflazione esorbitante. Nel 2018, il Fondo monetario internazionale (FMI) ha calcolato un tasso di inflazione pari al 25.000% in Venezuela. Secondo Bloomberg, il costo di una tazza di caffè era aumentato del 718% nelle 12 settimane precedenti il 18 gennaio 2018, con un tasso di inflazione annuale del 448.000%. Nel luglio 2018, la commissione finanza dell'Assemblea nazionale ha riscontrato che i prezzi raddoppiavano ogni 28 giorni, con un tasso di inflazione annuale del 25.000%. E quale fu l'esito? L'ascesa di un'inflazione pari al 25.000%. Ciò che persiste è il perpetuarsi di un ciclo economico che consiste nell'insorgere di investimenti sbagliati e il conseguente immettere di denaro in attività non redditizie. Si scorge il fattore determinante dell'incombente crisi nel credere che la Banca Centrale, ovvero prestatore di ultima istanza, possa porre fine a tali questioni. L'insorgere della bolla economica è l'inevitabile esito del protrarsi del fenomeno sopracitato. È degno di nota che la bolla che scoppia non è una vicenda riconducibile solamente alla Signature Bank, Silicon Valley Bank, Credit Suisse e altri istituti bancari, ma a una serie di investimenti rischiosi che gli esseri umani hanno deciso di intraprendere. Insomma, tentando di sintetizzare, l'origine del problema risiede nella sovra-emissione di valuta rispetto all'effettiva disponibilità di materie prime e prodotti sul mercato. Tuttavia, alla base di ciò vi è il sistema di riserva frazionaria, ove una banca che possiede 50 euro può prestare fino a 5000 euro. Indubbiamente, un simile meccanismo è illogico e fuori luogo nel mondo reale. Solo in ambito finanziario, grazie all'equilibrio di formule matematiche e alla capacità di creare finzioni, esso risulta possibile. Ciò nonostante, il mondo reale non si presta alle finzioni e, prima o poi, il conto deve essere pagato. E così giungiamo ad un ennesimo cortocircuito, in cui gli economisti commettono sempre maggiori errori e rinviando il problema, il quale cresce sempre più. Dovremmo ora porre attenzione a comprendere se il fiasco della Silicon Valley Bank costituisca soltanto la vetta dell'iceberg, poiché anche la First Republic Bank versa in difficoltà e diverse altre banche accusano un'erosione drastica in borsa. Fintantoché l'impasse non verrà risolta, il ciclo economico continuerà a generare crisi e queste ultime verranno solo parzialmente sanate. Nel 2008, oltre cento banche statunitensi sono fallite, comportando la perdita di ingenti somme da parte dei cittadini. Pur avendo i mezzi per rendere nota la questione, i mezzi di informazione non affrontano il tema con la necessaria franchezza. Laddove un investimento si riveli fallimentare, potrebbe sembrare che tutto ritorni alla normalità, ma non è così. Ci sono miliardi di persone a rischio di impoverirsi e ciò potrebbe portare a situazioni drammatiche come quella di chi ha visto tutto andare in fumo. Il mio approccio al problema in oggetto è di natura radicale. È necessario ritornare ad un sistema economico in cui la moneta è solida e occupi una posizione centrale. Senza una valuta salda, il problema continuerà a sorgere ripetutamente e il ciclo economico ci condurrà inesorabilmente verso crisi ricorrenti. Tali crisi vengono affrontate solo in parte, e spesso le conseguenze ricadono sui risparmiatori. Pur sembrando le grandi istituzioni finanziarie detentrici della soluzione universale, ciò non corrisponde alla realtà. Eccoti, dunque, l'orizzonte che ti viene prospettato, il quale, sempre più distante dalla concretezza della realtà, potrebbe, a un livello filosofico, apparire plausibile. Sorge la domanda: È fattibile, ai giorni nostri, il ritorno a una valuta legata all'oro? Sul tema, decine di economisti si sono espressi, dunque il problema non risiede tanto sul piano concettuale, ma, piuttosto, nella persuasione di coloro che detengono il potere di fare ciò che occorre. La chiave di volta, pertanto, si presenta come fattore fondamentale, ma nessuno pare volerla afferrare con coraggio e determinazione. Per dare un esempio ipotetico, consideriamo il caso in cui tutti decidessimo di risalire verso la parità con l'oro, ovvero di legare ogni moneta a un pezzo fisico di oro depositato in una banca. Pertanto, quale è l'effetto sulla circolazione monetaria e sul prodotto interno lordo in queste circostanze? L'incremento o la riduzione del valore dipende dalla capacità di acquisto della valuta in questione. In un sistema economico robusto, la valuta tenderà ad avere un potere d'acquisto superiore. In un sistema produttivo sano e competitivo, caratterizzato dall'innovazione e dal libero scambio, la valuta guadagna valore nel corso del tempo. Ciò significa che sarà possibile acquisire beni di maggiore qualità a prezzi notevolmente inferiori. Inizialmente, si verificherà un'inevitabile situazione di shock. Dopodiché, che cosa accadrà nell'economia? In un ordine spontaneo economico, le cose si riassettano normalmente, e soprattutto si avrà un'economia sana. Coloro che producono, lavorano bene, fanno bene e vendono non avranno problemi, e il problema sarà solo per i disonesti. In attesa del giorno in cui il mondo finanziario riacquisterà la sua vitalità e la nostra fiducia nell'oro si rinnoverà, potrebbe essere auspicabile separare le banche che gestiscono i depositi da quelle che investono in modo rischioso. Personalmente, desidero avere la certezza che i miei risparmi non vengano utilizzati per investimenti rischiosi. Sii libero di fare ciò che vuoi con i tuoi risparmi e di guadagnare, ma non investire in strumenti finanziari a rischio. Una volta esisteva una separazione tra due tipi di banche, sebbene non formalmente, poiché applicava un sistema di riserva frazionaria. L'articolo 1836 del codice civile italiano stabilisce che, quando si deposita denaro in banca, questa può disporne a sua discrezione, una normativa analoga è applicata in tutti gli stati della Comunità Europea. Una delle leggi più importanti degli ultimi anni per stabilizzare le banche in tutta Europa si chiama "Reorganization and Resolution Act" (SAG). Il nome dice tutto, perché la legge regola la ristrutturazione, se necessario anche la liquidazione e lo scioglimento delle banche utilizzando i fondi dei clienti. È imprescindibile ritornare ad un sistema bancario in cui l'istituzione si adopera per la sua originaria funzione, ossia quella di banca che agisce da depositaria dei capitali dei propri clienti e che, solo previa autorizzazione degli stessi, li investe in loro vece. Eppure, in un mondo così contaminato da corruzione e disfunzione, non è dato risolvere tutte le problematiche come per incanto. Non sono propenso a credere che la classe politica abbia la facoltà di rivoluzionare il sistema a livello strutturale. Tuttavia, nutro la speranza che un sistema alternativo sorga e sostituisca quello pregresso, un sistema efficiente, che si ponga come baluardo contro ogni tentativo di speculazione e che, soprattutto, offra un elevato livello di sicurezza, destinato ad affermarsi in tempi brevi. La soluzione risiede nell'adozione di una forma monetaria sana come l'oro o l'argento, che per millenni hanno rappresentato l'unità di scambio universale. Una soluzione innovativa viene proposta da Salusvale, creando non solo una forma di denaro digitale, ma anche legandone il valore alla sua scarsità. Invece, la moneta fiat (l’attuale moneta in circolazione) è soggetta all'inflazione, anche se, purtroppo, viene spesso minimizzata dai mass media, sottolineando che l'inflazione è solo del 2%. Purtroppo, questa affermazione non corrisponde alla realtà perché l'inflazione delle monete fiat è inarrestabile. Ciò si è verificato in passato e sta accadendo anche attualmente. La ragione è che queste monete non hanno un collaterale come l'oro, né hanno un limite definito per l'emissione di moneta. Questo significa che la loro massa monetaria non è ben definita. Attualmente, il sistema delle banche centrali stampa moneta senza controllo e senza limiti. Salusvale, d'altra parte, è limitata a 21.212.121 unità, il che significa che la sua massa monetaria è ben definita e non è suscettibile alle variazioni di produzione. Inoltre, è una moneta digitale antispeculativa. È essenziale che la valuta sia altamente divisibile, come una delle sue qualità fondamentali. Ebbene, il token Salusvale è divisibile fino a cento milioni di unità, pertanto la sua quantità non rappresenta alcuna preoccupazione. In effetti, una scarsa disponibilità di moneta apporterebbe un effetto essenziale per il consumatore finale, poiché la propria valuta acquisirebbe valore e potere d'acquisto. Salusvale ha i presupposti per una svolta epocale nella moderna economia, che potrebbe aprire un futuro promettente. Desidero sottolineare l'importanza di considerare un investimento in oro, argento e altri metalli preziosi e provvedere personalmente alla propria sicurezza, custodendo personalmente i propri beni. Non è opportuno affidarsi a società che affermano di poter custodire l'oro, l'argento e altri metalli preziosi per conto dei propri clienti, anche se queste citano come referenza una banca o un caveau di fama mondiale. Per quanto riguarda Bitcoin e Salusvale, bisogna custodirli su un portafoglio digitale come Metamask, oppure su un portafoglio hardware come Ledger, per garantire la massima sicurezza dei tuoi investimenti. Ricorda sempre che la scelta degli strumenti di investimento è una decisione delicata che richiede ponderazione e consapevolezza. Pertanto, ti invito a esaminare con attenzione ogni opzione, valutando i vantaggi e gli eventuali rischi, al fine di proteggere la tua ricchezza e il tuo futuro finanziario. Toni Russo
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