Due giorni fa è morto Sean Connery oggi Gigi Proietti, nella tragica ironia di questo 2020. Che poi non è nemmeno colpa di questo 2020, sarebbe dovuto succedere prima o poi è che davanti alla morte non si è pronti, mai. Ricordo un mio lontano parente, morto alla veneranda età di 99 (o forse 100) anni, quando poco prima di morire gli venne detto "Dovete essere felice e sereno, la vostra vita l'avete vissuta" e lui rispose: "Fiddolu me'(Figlio mio in gallurese) non si vuole morire nemmeno a cento anni".
Tornando ai due grandi, non li conosco abbastanza da tessere un elogio funebre, lo ammetto, la mia cultura cinematografica e teatrale è piuttosto risicata: li ricordo per "Il nome della Rosa" e qualche scena dei film di James Bond, per quel che riguarda Sean Connery e "Il maresciallo Rocca", le uscite televisive e la voce del genio della lampada di Aladdin per quel che riguarda Gigi Proietti, ma so che erano due uomini straordinari, che la loro scomparsa ha segnato il cuore di molti, lasciando quel senso di vuoto che ti lascia la scomparsa di un amico.
Amici si, perché quando se ne vanno i grandi, i grandi per davvero è come se se ne vada un amico e posso solo immaginare i volti tristi delle persone che li hanno amati o quelli dispiaciuti di chi ha imparato a recitare grazie a loro.
Per quel che riguarda me, immagino Sir Connery che saluta tutti voltandosi mentre accende una sigaretta e Gigi Proietti, che indossando un cappotto e un cappello, cita una frase di una canzone dei Pinguini Tattici Nucleari, che probabilmente neanche conosceva.
"Esco, vado a prendermi un gelato".
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