Cominciamo con il chiarire perchè è così importante preoccuparsi di quanto tempo la plastica possa mantenersi nell’ambiente. La plastica si ottiene a partire da gas naturale o petrolio, per cui non sarebbe male come fonte di energia se la si dovesse incenerire…tuttavia si porterebbe appresso gli stessi problemi che si riscontrano per la combustione sia del gas naturale che del petrolio, tra cui il rilascio di CO2 (in Europa…il male del secolo per cui ogni due per tre si tirano in ballo le quote pro capite di CO2 mentre lo sweatshop, ossia lo sfruttamento dell’area asiatica e del sud del mondo creati dalla globalizzazione …chi se ne frega).
Le materie plastiche, essendo create dall’uomo, si possono definire sintetiche. Solitamente si identificano con nomi dal prefisso “poli” come ad esempio polietilene, polipropilene, poliestere (PVC o PET). Nel termine polimero, tale prefisso, indica “molti” ed esprime il concetto che nella plastica le molecole sono a lunga catena e si ripetono e questo è il motivo per cui la plastica può essere facilmente riprodotta in serie oltre ad essere dotata di una estrema resistenza visto che i batteri che si sono evoluti per scomporre i materiali organici, faticano non poco a digerire la plastica. Bene…ma quanto è “persistente” la plastica? (vocabolo inteso come il periodo di tempo durante il quale un materiale/sostanza potenzialmente contaminante permane nell'ambiente). A conti fatti, nessuno ha un’idea precisa di quanto la plastica possa persistere nell’ambiente.....
Il Post integrale lo potrete leggere al seguente link: ilgeneegoista.blogspot.com/2024/05/plastica-anche-nel-cibo-gli-esperti.html
https://www.my101.org/discussione.asp?scrol=1&id_articolo=5554