Il Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria, ha organizzato un incontro sul tema “1924-2024: nel centenario della morte di Lenin”. Il nuovo incontro, predisposto dall’associazione reggina, ha registrato la presenza dell’onorevole Michelangelo Tripodi. Vladimir Il’ic Ul’janov nasce a Simbirsk, città sulle rive del Volga, nel 1870. Entrambi i genitori sono legati alla professione scolastica: la madre è infatti un’insegnante mentre il padre lavora come educatore e ispettore. Il clima culturale della famiglia favorisce un’educazione progressista e illuminata al piccolo Vladimir e ai suoi sei fratelli. Un’educazione che è in forte contrasto con l’immobilismo culturale e politico della Russia di fine ‘800, dove gli zar governano con la repressione una società povera e arretrata. L’educazione familiare non produce effetti solo sul giovane Vladimir e anche gli altri fratelli hanno idee politiche in contrasto con il sistema zarista: Alexsandr, secondogenito maggiore di quattro anni, è infatti legato al populismo russo e progetta nel 1887 di attentare alla vita dello zar Alessandro III. Tratto in arresto dalla polizia si confessa colpevole e viene condannato a morte insieme a quattro suoi compagni. L’episodio segna per sempre il giovane Lenin che inizia a maturare idee politiche radicali sul futuro della Russia. Pochi mesi dopo l’evento Lenin termina a pieni voti il ginnasio e inizia gli studi di legge all’università del Kazan, avvicinandosi da subito ai movimenti studenteschi, tanto da essere espulso al primo anno dall’istituzione per la sua attività politica di agitatore. Confinato e messo sotto sorveglianza dalla polizia, il rivoluzionario inizia a dedicarsi allo studio del marxismo, che nel frattempo inizia a diffondersi in Russia grazie a intellettuali come Georgij Plechanov. Le teorie marxiste convincono subito Lenin: mentre coltiva lo studio di classici come “Il Capitale”, riesce nel frattempo a farsi riammettere come studente esterno all’Università di San Pietroburgo, dove ottiene la laurea in diritto nel 1891. Il contatto con la capitale russa inizia a legarlo sempre più agli ambienti politici rivoluzionari; trasferitosi in città nel 1893, la formazione politica di Lenin è ormai conclusa e inizia a rendersi noto per alcuni scritti dove critica fortemente la lotta politica dei populisti e afferma la superiorità del marxismo. Lenin è stato il maggiore leader rivoluzionario del Novecento. Gli effetti della sua opera hanno dominato il secolo. Fu un intellettuale di grande cultura, l’artefice della Rivoluzione di ottobre del 1917 in Russia, il fondatore dello Stato sovietico, la guida del comunismo internazionale tra il 1917 e il 1924 e il maggior continuatore di Marx, da lui interpretato secondo la tendenza che venne definita marxismo-leninismo. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi nel corso della nuova conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” che sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da domenica 21 luglio
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