In estate specialmente con i parenti siamo sfuggenti, cerchiamo di rilassarci, di organizzarci le vacanze al meglio lontano da fonti di attrito. Molti parenti sono curiosi di sapere la nostra meta turistica per poi criticare e noi magari astutamente aggiriamo l’ostacolo, siamo evasivi. Diveniamo impenetrabili e loro si adirano. Ci accusano di essere distanti, severi, di avere un carattere spigoloso. Ogni anno si ripete lo stesso supplizio, parenti che si lamentano delle nostre assenze. Ci vorrebbero presenti per carpire avidamente notizie, per spettegolare, anche per aggredirci in linea generale. Bisogna armarsi di pazienza, essere ragionevoli.
Nel passato remoto però quando eravamo presenti eravamo oggetto di insulti, rimproveri, scenate, frasi turpi e offensive, parole oscene, domande insidiose, comportamenti tutt’altro che innocui. I nostri segreti confidati ai parenti divenivano di dominio pubblico. Erano frequenti le discussioni, le incomprensioni. Alcuni danneggiavano la nostra immagine con le altre persone, o addirittura ci giudicavano impresentabili magari per via di un auto troppo vecchia, di un abito troppo classico. Venivamo scrutati, derisi, oltraggiati, ostacolati e alla fine i rapporti erano sempre tesi, agitati.
Vivevamo nel tedio, arrabbiati, tempestati di domande. La avventura della vacanza vicino ai dei parenti diventava esasperante, si tornava più stanchi di prima e più depressi. Nessuno abbassava i toni. Ci attaccavano in modo imprudente, ruvido. I parenti erano sempre intenti a ribadire la propria superiorità. Ci guardavano con occhi critici misurando ogni nostro gesto o parola. Ci facevano indietreggiare. Alcune zie non volevano darci neppure la ricetta di un dolce, o un modello di un vestito, gelose del proprio mondo. Allora abbiamo tirato diritto, ci siamo distaccati magari andando incontro a ritorsioni e minacce.
I parenti allora si lamentano per la lontananza, scuotono il capo spietati, insolenti, le loro lamentele sono insopportabili. Blocchiamo i contatti, ci isoliamo. I nostri passi sono la conseguenza del loro comportamento. Se ci volevano più vicini dovevano essere più gentili e comprensivi. Abbassiamo lo sguardo e fuggiamo esausti. Uno strappo violento non si può ricucire neppure lentamente. Le offese fatte di punta in bianco degenerano i rapporti, lasciano tracce. Le frasi provocanti, stolte non si possono scordare, brillano nella mente e fanno agitare e soffrire. Non si tratta di orgoglio o risentimento si tratta di rispetto e di sopravvivenza, di voglia di una vita quieta e non oppressa.
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