Discussione

ANDERSEN

Lo scrittore Andersen era nato in Danimarca nel 1805 nell’isola di Fionia in uno dei suoi quartieri poveri. Il padre era un venditore ambulante di calzature. Sin da piccolo aveva assorbito le caratteristiche del suo ambiente di vita e le tradizioni. Sin dalla infanzia amava leggere, specialmente i classici e allestire piccoli spettacoli teatrali improvvisati. La sua è una vasta produzione. Nel 1835 usciva la sua prima pubblicazione di fiabe. Il 1849 è un anno decisivo perché compare il suo romanzo le due baronesse. Una raccolta completa delle sue fiabe tradotte compare anche in Italia negli anni settanta. Nelle fiabe ci si rende conto che lo scrittore ipersensibile avverte i mutamenti sociali, li intuisce prima degli altri. Le sue fiabe in bilico fra realismo e romanticismo sono uno spaccato di vita sociale e culturale non solo della sua patria ma della realtà europea. Lui trae ispirazioni dal mondo moderno ma anche dalla natura che è protagonista in molti racconti. A parte le novelle riservate ai piccoli, lui prende spunto dalle leggende, tradizioni, superstizioni della sua terra per ampliare le riflessioni e le considerazioni sulla umanità, sul senso esatto della vita. Attinge a leggende nazionali e locali in un misto sapiente di fantasia e realtà. Alcune fiabe sono storiche ambientate in castelli e cittadine danesi. Dalle novelle e fiabe emerge la sua credenza nella immortalità dell’anima, nell’aldilà, nella giustizia divina superiore a quella umana. Le descrizioni di alcuni caratteri sono venate di sortile ironia e sarcasmo. Si nota una vena romantica che serpeggia in molti scritti. Nelle sue novelle si vede chiaramente come le disgrazie non sempre vengono per nuocere, da un malanno può derivare la serenità. In particolare colpisce la novella dedicata a una moneta che nel corso del tempo non viene mai apprezzata per il suo reale valore ma dopo viene scoperta come avviene sempre per le personalità forti. Nelle sue fiabe dallo stile ordinato compaiono molti elementi naturali, ma protagonista è pure la magia. I suoi personaggi sono poveri, legati a convenzioni borghesi, a problemi di ceto, di eredità, sono intagliatori, ambulanti come suo padre, suonatori, ragazze ingenue e sconsolate, nonni brontoloni. Nelle fiabe il male è presente nelle figure di principi cattivi, zii avidi, fratelli perfidi, parenti lontani e pettegoli, giovani imprudenti, agricoltori, vecchi ottusi. Gli animali e la natura sono protagonisti indiscussi, compaiono campi di luppolo, pappagalli, aironi. La vita non è sempre facile, ci sono affanni, solitudini, speranze uccise, ferite inguaribili, delusioni, nostalgie, infedeltà, Compaiono anche immagini della società di allora e scene di vita quotidiana, sono descritti mulini, mercati, fortezze. La fantasia è presente con fati, elfi, streghe. Le persone cattive hanno un loro ruolo ma sono destinate prima o poi a soccombere perché il sangue cattivo, la rabbia, producono solo male che si ritorce contro per una chiara legge di natura. L’eternità con le sue leggi è sempre in agguato come il destino. Lo scrittore, nonostante la sua vasta attività, nelle fiabe ha dato il meglio di sé.