Spesso siamo distratti, presi dai nostri pensieri e non facciamo caso seriamente a quello che ci accade intorno. Siamo in uno stato quasi di trance. Siamo presenti con il corpo ma la nostra mente è distaccata. Nei momenti in cui siamo più lucidi percepiamo gli stimoli esterni. Ci rendiamo conto che molte donne specie giovani e adolescenti, ma spesso anche anziane, sono molto vanitose, superbe, fanatiche. Ci guardano con occhi velati di arroganza, ci passano avanti, ci snobbano. Ostentano abiti, lussi, accessori e ci guardano con sguardo fiero, noi rispondiamo con uno sguardo assente, lontano. Non siamo disorientati, la nostra vita magari procede su giusti binari, siamo illuminati da un cielo propizio, abbiamo un lavoro decente, una casa accogliente, un partener gentile, piccole soddisfazioni, una casa per le vacanze. Non dobbiamo invidiare nessuno ed evitiamo di guardare in faccia certe donne smorfiose dal look assurdo ed eccentrico.
Negli ultimi tempi però notiamo un fenomeno strano ma ricorrente. Molte donne ricorrono all’espediente subdolo di voltarsi per strada, in chiesa, nel salire su un autobus, al cinema, al teatro, dal dottore, al mercato, nei locali, nei bar, nei negozi, nelle boutique e nei luoghi pubblici. Si voltano con aria tronfia, ammiccanti per dimostrare quanto sono belle ed eleganti, per farsi notare e ammirare, per far riconoscere il loro fascino, per sottolineare la loro bellezza, per evidenziare la loro superiorità soprattutto la loro superiorità fisica perché su quella mentale e intellettuale ci sarebbe da esprimere alcune riserve in merito. In fondo i dubbi ci sono e certi comportamenti alimentano i dubbi. Le ragazze per le strade passano oltre con passo deciso, incuranti di tutto e poi si voltano per guardare negli occhi. Persone estranee, donne mai viste si voltano in chiesa e guardano con aria insistente. Noi rispondiamo con occhi vitrei, con aria confusa. L’unica soluzione per garantire una certa pace è quella di voltarsi a propria volta, dopo un paio di azioni uguali ripetute la ragazza perde slancio e mordente. Si volta quando l’altra si sta già voltando e quindi perde gusto. Si avverte il disappunto, lo sconforto. Ci domandiamo il perché del voltarsi, di questi gesti teatrali. Nessuno mette in discussione la loro avvenenza, spesso costruita a tavolino, ma si dovrebbe lasciare in pace le altre donne che non chiedono nulla se non di essere lasciate al proprio destino. Non serve rivolgere uno sguardo supplichevole perché si alimenterebbe il senso acuto di superiorità. Siamo sbalorditi di questo sbirciare, di questo voltarsi. Non capiamo perché una donna bella da svenire debba ricorrere a questo espediente. Non serve rispondere con uno sguardo altrettanto fiero si alimenterebbe il veleno. Certe donne ignorano il fatto che la loro bellezza nel tempo sfiorirà e verrà dimenticata. Il sospetto è che queste donne non hanno compreso a pieno il senso della vita, del tempo. Nessuna donna vuole vedere il loro sguardo di serpenti velenosi. Un giorno queste donne arriveranno alla vecchiaia impreparate. Non si dovrebbe disturbare le altre donne.
Bisognerebbe risvegliarsi e capire che gli altri non sono dei nemici, che siamo tutti mortali e messi sulla stessa barca, che tutti invecchiamo inesorabilmente. Se si ama voltarsi solo però per mostrare uno sguardo pieno di luce spontanea non di altezzosità e superbia.
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