nipoti, i fidanzati delle cugine, i mariti delle zie , le mogli dei pronipoti e via dicendo. Si è contenti perché la famiglia si allarga, prende consistenza, corpo. Ci sono nuovi nati e si percepisce un senso di sollievo. Spesso si è sperato nella nascita di nuovi pargoli. Con i parenti acquisiti cerchiamo di entrare in sintonia, di farci benvolere. Siamo cauti, gentili, sereni. Conteniamo il nostro carattere specie se è impulsivo. Sentiamo il dovere di portare rispetto al nuovo venuto. Siamo seri, poco polemici. Non sporchiamo il rapporto con discussioni, contrasti, disprezzi. Siamo lucidi e onesti. Il nostro sguardo è dolce e indulgente. Siamo prudenti, amiamo costruire un rapporto armonico per avere ricordi significativi e belli. Ci ammantiamo di buoni propositi. Siamo giudiziosi. Invitiamo il nuovo venuto e apriamo le porte della nostra casa. Cerchiamo di entrare in confidenza senza scetticismi. Ci apriamo.
Con il tempo scopriamo che i parenti acquisiti hanno un carattere ambiguo, ci tengono a distanza, ci maltrattano, ci allontanano scorbutici, se la prendono a male per ogni nostra frase, sono sarcastici, ironici. Sembra che covino segretamente un certo rancore. Il loro comportamento è altalenante. Alcune volte ci ridono in faccia e non si rendono conto del nostro disappunto. Il rapporto non si consolida, diventa tortuoso. Il parente acquisito ci sfugge, sguscia via come un anguilla, non si presenta alle nostre feste e non giustifica l’assenza., Ci ignora, in alcuni casi ci dileggia. Alle nostre insistenze è evasivo. In alcuni casi ci risponde in modo maleducato. Tentiamo di riportare tutto alla normalità ma tutto procede con mare agitato. Il parente acquisito mira ad arginare il rapporto con i nuovi parenti per favorire quello con la sua famiglia di origine, per questo mette paletti e ostacoli. Alla fine il rapporto naufraga, si perde. Il parente acquisito non ci invita, non ci cerca, a malapena ci parla, in alcuni casi ci parla in modo evasivo o arrogante. La sua voce è apertamente monocorde con noi si accende solo in presenza dei suoi genitori, fratelli e parenti. Poi per rincarare la dose compaiono frasi offensive, allusioni, una buona dose di impertinenza. Il parente acquisito cerca di padroneggiare il rapporto, di imporre i suoi punti di vista. Poi in modo raffinato ed elegante scompare sornione come un gatto sensuale. Non ci invita neppure per le nozze in certi casi. Noi insistiamo caparbi, tentiamo uno scambio, un momento di concordia ma tutto viene travisato, alterato, distrutto. Il rapporto perde di intensità. Invitiamo la persona per un compleanno e questa ci risponde in malo modo. Ci prodighiamo per mettere pace ma le intenzioni del parente acquisito sono malvagie. Vuole rompere ogni legame come se il sangue fosse acqua e infrangere le regole familiari, violare i fondamenti della famiglia persino con continue provocazioni come se lui fosse l’assoluto arbitro. Il parente acquisito si lascia andare a comportamenti inediti sopra le righe, non è sincero, non è affettuoso. I parenti sono solo quelli della propria parte, questi non annoiano. Cerchiamo in tutti i modi di attirarlo, di allettarlo con battute allegre, con parole gentili, con inviti mirati. Ogni scusa è buona per lui per eliminarci, per fare commenti aspri e vivaci. Alla fine dopo tante bassezze molliamo la presa, ci dileguiamo anche noi indolenti in sordina, ci mettiamo volutamente in ombra. Poi dopo anni di silenzio assoluto, assordante il parente acquisito si rifà vivo per esaltare le sue vittorie o per metterci a parte delle sue disgrazie e malattie nelle quali vorrebbe il nostro appoggio morale o materiale o entrambi. Restiamo in imbarazzo. Vorrebbe magari una sostituzione in ospedale e noi faremo comodo. Ci arrivano i suoi messaggi, le sue telefonate ma pensiamo che noi siamo quelli inadeguati, che non abbiamo la villa al mare, le ampie tenute. Ci sentiamo spiati, perseguitati dopo anni di abbandono siamo ripescati. Ci viene spontaneo rispondere con ironia, non ci costa nulla far comprendere che ci siamo anche noi che ci siamo sempre stati solo che nessuno ci ha mai considerato. Ci crogioliamo nella speranza che il nostro messaggio sia stato recepito e captato alla perfezione, in fondo abbiamo parlato chiaro non per enigmi. Spesso ci scandalizziamo nel vedere che certi parenti acquisiti non sono neppure riconoscenti davanti ai nostri favori, anzi si mostrano suscettibili e scontrosi, sottilmente nervosi. Ci difendiamo allontanandomi pur restando in guardia.
Bisognerebbe non pensare solo ai propri parenti ma anche a quelli del partener che non sono da trattare con irriverente distacco come se non fossero esseri umani con una propria personalità e sensibilità.
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