Discussione

SPAZI PERSONALI

In certi ambienti di lavoro certi comportamenti sono difficili da assolvere. Si riscontrano mancanze di dialogo, freddezze, ripicche personali, gelosie, ostilità, sopraffazioni che stravolgono lo stesso andamento del lavoro. Ci si stupisce di ondate di cattiveria e invidia. Una persona per vivere in pace dovrebbe lavorare in una stanza insonorizzata. Alcuni atteggiamenti appaiono bizzarri, fuori luogo. Ci sono quelli che appena hanno un avanzamento di carriera non guardano più in faccia a nessuno degli ex colleghi. Oramai hanno avuto il loro spazio personale, il loro successo, magari vanno in altro dipartimento e quindi possono voltare le spalle agli altri colleghi, alcuni dei quali restano di stucco, devastati da tanta indifferenza. Alcuni cambiamenti sono repentini ed è difficile abituarsi. L’indole di alcuni colleghi resta tendenzialmente superba. Alcuni colleghi chiudono le porte, interrompono i rapporti, restituiscono saluti tirati. Bisogna piegarsi alle loro scelte di chiusura. I comportamenti corretti sono rari, si commettono sempre ingiustizie. Ci sono poi altri fenomeni che saltano agli occhi. Ci sono quelli appena assunti che in teoria dovrebbero essere spaesati e che invece hanno un comportamento spavaldo, tracotante. Non salutano, sono rigidi e tesi, sono scorbutici senza rimorso, parlano poco, usano la tattica della indifferenza e addirittura guardano gli altri con compatimento e commiserazione,. Sembrano dire: poveri idioti che restate al palo. In alcuni casi insultano, feriscono, uccidono con lo sguardo altero e le parole taglienti. Sono orgogliosi del proprio operato i migliori sono loro. Sono spietati privi di affettività. Di solito fanno pure commenti sgradevoli fra di loro, fra gli eletti. Si presume che i nuovi assunti prendano a modello le vecchie guardie, li consultino ma ciò stranamente non avviene. I nuovi assunti non chiedono, non si informano, sembrano sapere tutto più degli altri. Prendono le distanze dagli altri, non si mescolano agli altri nella pausa pranzo, sono sostenuti. I nuovi assunti spesso giovani introducono una nuova era quella del mutismo, apportano una nuova ventata di aria stantia. Le donne, nuove leve, si muovono fascinose, solitarie, altere, ostinate. Sono vivaci, allegre, pronte alle nuove sfide, pimpanti. Alcune nuove leve si mostrano pure poco preparate. Poi vediamo che la loro carriera è fulminea, in poco tempo assurdamente scalano tutte le vette del potere. Gli altri restano irrimediabilmente indietro. I nuovi assunti godono di ogni beneficio, per gli altri solo incognite e bocconi amari. I nuovi assunti hanno un rapporto esclusivo con la dirigenza sono stimati, portati in pianta di mano. Indietro restano persone intelligenti, quotate, con dei titoli ma privi di appoggi. I nuovi assunti valicano le vette del potere con aria astuta. Sono vincenti, pieni di aspettative e possono permettersi il lusso di deridere gli altri di non rivolgere loro neppure un semplice saluto. Questa novità negli ambienti di lavoro è molto diffusa. I nuovi assunti, come maghi di esperienza, sanno già in partenza, a monte, in anticipo senza agire sul campo che faranno strada. Ci chiediamo come mai hanno tanta sicurezza, vorremo esplorare le ragioni di tanta arroganza. La nostra vita lavorativa in confronto ci appare fallimentare, tortuosa. I giovani rampanti hanno riconoscimenti che durano nel tempo, sono messi a capo di settori quando li c’erano già persone anziane che devono restare per sempre suddite. Certi ambienti di lavoro sono deleteri, per molti privi di crescita, di confronto. Non ci sono soddisfazioni, solo amarezza. Le giornate lavorative hanno il sapore di fiele. Allora conviene andare avanti con indifferenza guardinga e dedicarsi ai propri hobby ed atre categorie di attività. Il lavoro deve essere visto come una parentesi della propria vita che invece prosegue fuori all’aria aperta nel sole, nella luce fra gli amici, fra le tele dei nostri quadri, fra le gare sportive, nei giorni intessuti di ottimismo e di voglia di vivere. In fondo se il mondo del lavoro è avaro altri mondi sono colorati di promesse. Inoltre nessuno può toglierci i doni che abbiamo, le doti quelle restano inalterate nel tempo, da sfruttare comunque anche se intorno si crea un vuoto desolante. Il mondo del lavoro avrebbe bisogno di contatti umani autentici non di dare risalto solo allo spazio personale di alcuni.