Ci sono delle differenze sostanziali fra l’Italia e gli Stati uniti. A livello pratico si notano delle discrepanze che con il tempo diventano più evidenti. Ci sono persone senza arte né parte che spinte dalla sorte avversa e dalla crisi economica sono fuggite in America dove hanno fatto fortuna con impegno e sacrificio, una fortuna che in patria era impossibile. Ristoratori che in Italia non sono riusciti ad aprire un ristorante all’estero hanno trovato circostanze favorevoli e un terreno fertile. In Italia ci sono burocrazie, impedimenti. Ci sono persone povere che hanno superato la crisi solo espatriando. In America tutto sembra possibile, fattibile basta mostrare capacità di adattamento e resistenza. Ci sono artisti che in patria sono stati valorizzati tardi e in America hanno avuto subito successo di critica e di pubblico. In Italia si è più esigenti, più selettivi. Molti artisti da strada hanno trovato soddisfazione trasferendosi nella grande mela. Molti giovani capaci, colti sono andati via per tentare la fortuna nelle università di Boston, della California. Molti giovani hanno finito gli studi all’estero e in America sono ricercatori, avvocati di grido. Le menti prodigiose abbandonano le nostre università. In America si valorizza di più il talento, quel talento che in Italia è ignorato, passato sotto silenzio e in certi casi ostacolato solo perché si è di una altra fazione politica o non si ha il mecenate, o lo sponsor alle spalle. In Italia per emergere ci vuole lo spirito guida, non un fantasma si intende, ma una persona o un ente in carne ed ossa. In Italia per fare carriera bisogna avere una raccomandazione forte, essere parenti e amici di qualcuno importante. Nessuno se no si accorge minimamente dei talenti di una persona, che restano nascosti, lettera morta a meno che la persona decida di sviluppare il talento per proprio conto e a proprie spese. Molti fanno una carriera soddisfacente fuori l’ambiente di lavoro, dove sono sottopagati, poco rispettati, persino malvisti e derisi dai colleghi in carriera. Il senso di giustizia non esiste. Gli ultimi arrivati raggiungono le vette del potere a scapito delle vecchie guardie che non hanno le spalle coperte. Le persone che non fanno carriera sono accusate pure di essere fannullone, idiote, incapaci e invece sono bloccate dal sistema farraginoso che privilegia i segnalati. In America si sorvola sull’uso dello sponsor, si comprendono i talenti e si cerca di metterli in luce. Le doti delle persone sono sfruttate, evidenziate, sottolineate, messe alla prova. Un talento non passa inosservato, non è costretto a vivere nell’ombra, a chiudersi dentro, a sfuggire agli insulti e alle malelingue, agli assalti, agli scontri. La fantasia delle persone, la forza d’animo viene presa in esame, considerata. Le persone che sono frane in America non sono messe nei posti di potere, ma ridimensionate in ruoli subalterni. In Italia i sudditi costretti a obbedire al potere sono persone di talento, oneste e serie che però non fanno carriera forse perché troppo ingenue e trasparenti. Molti rendono di più all’estero dove sono apprezzati e stimati. In America si da valore e si accorda credito a chi è pulito e onesto ed ha delle capacità. I talenti sono lodati, messi in primo piano, presi in simpatia, senza riserve. La carriera per i talenti è aperta, in Italia è solo una sirena ammaliatrice lontana, un sogno a occhi aperti irrealizzabile. Nonostante gli impegni certe persone non sono considerate, neppure lodate con una frase finta. Chi resta in patria deve resistere e permettere che altri passino avanti nella scala sociale.
In fondo nessuno può togliere a una persona le sue potenzialità che possono essere messe a frutto anche in altri contesti che non siano strettamente lavorativi.
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