Ci sono molte donne disposte a divenire suore specie straniere. Molte sono disposte a rinunciare alla vita normale per stringere una alleanza stretta con Dio. Le donne sole, indifese, deluse dalla vita da un amore, calpestate da un padre tiranno, rabbioso sono tentate di fare il grande passo senza riserve.
Si incontrano spesso suore gentili, amorevoli, responsabili specie negli ospedali, nei luoghi di missione, nei conventi, nelle scuole, nelle chiese, negli asili. Spesso però ci è capitato di incontrare suore bizzarre, ostili, dispettose, rissose, acide, avare. Suore senza sorriso, avide, meschine che hanno definitivamente stracciato l’immagine di religiose serie e precise. Ci sono suore facili alla indignazione, rabbiose capaci di distruggere in un attimo la reputazione e il buon nome del proprio ordine di appartenenza provocando sconcerto e imbarazzo.
Ci sono suore vanitose, che si vantano dei propri illustri natali, delle proprie capacità, della propria cultura, dei propri titoli, del proprio curriculum che sottolineano le proprie doti, che umiliano gli altri , che ostentano superiorità e indifferenza. Ci sono suore bisbetiche che fanno la morale e poi si comportano male, non aiutano il prossimo, non intervengono quando è necessario. Ci sono suore che rimproverano, che maltrattano, che usano il sarcasmo per aggredire. Ci sono suore attaccate al denaro, ai beni materiali, che aiutano i parenti e gli amici. I fatti di cronaca mostrano suore che aiutano la malavita. Ci sono suore rose dai dubbi, incostanti pure nella fede.
Spesso accade che si fanno suore persone senza vocazione, magari dopo un lungo fidanzamento naufragato o una laurea mancata, dopo una delusione e un fallimento credono che sia opportuno ritirarsi dal mondo e lanciare sassi sulla folla inerme. Questo comportamento è da biasimare.
La chiesa dovrebbe valutare meglio caso per caso le richieste di prendere i voti, non tutte sono degne di essere chiamate sorelle.
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