Discussione

A Reggio Calabria conversazione sul tema "1924-2024: nel centenario della morte di Giacomo Pucci

A Reggio Calabria conversazione sul tema "1924-2024: nel centenario della morte di Giacomo Pucci

Il prossimo 10 dicembre sulle varie piattaforme Social Network Social Network presenti nella rete, sarà disponibile sarà disponibile una conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “1924-2024: nel centenario della morte di Giacomo Puccini”. Il nuovo incontro, predisposto dall’associazione reggina, ha ricevuto per l’alto contenuto ed il significato del tema il patrocinio il Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Lucca e del Comune di Lucca. Dopo i saluti istituzionali, le presenze della ricercatrice toscana Elena Pierotti e del Vice presidente del sodalizio culturale reggino Antonino Megali.Nacque a Lucca il 22 dicembre 1858, sesto di nove figli (e primo maschio) del compositore Michele Puccini e di Albina Magi.Tra i primi insegnanti ci fu Fortunato Magi, un fratello della madre, che dal 1877 avrebbe diretto il Conservatorio di Venezia. Puccini frequentò i seminari ecclesiastici di S. Michele e S. Martino nonché, dai dieci anni, l’Istituto musicale Giovanni Pacini (oggi intitolato a Luigi Boccherini), nel quale il padre era stato insegnante e da ultimo anche direttore; vi ebbe per docente in particolare Carlo Angeloni. Grazie al cospicuo sforzo finanziario della famiglia (e a una borsa di studio della regina Margherita ottenuta tramite relazioni personali) Puccini poté completare la sua formazione di musicista in un conservatorio importante come quello di Milano. Dall’autunno del 1880 ebbe per insegnanti principali dapprima Antonio Bazzini, indi Amilcare Ponchielli. Oltre i compiti, tra le composizioni di questi anni si segnalano alcune liriche su versi di Antonio Ghislanzoni (il librettista dell’Aida) e un quartetto d’archi (pervenuto frammentario). Alla fine degli studi, nell’estate del 1883, venne eseguito in pubblico il pezzo d’esame, Capriccio sinfonico, la sua composizione orchestrale più ampia, eseguita poi altre volte negli anni seguenti (Puccini in seguito ne trasse l’attacco, famosissimo, del primo quadro della Bohème). Dopo la ‘prima’ di Manon Lescaut Puccini e Illica si misero al lavoro sull’opera successiva, La bohème, basata sulle Scènes de la vie de bohème di Henry Murger, il feuilleton (1845-49, poi mutato in commedia nel 1849 e in romanzo nel 1851) incentrato sulla vita scapigliata, deliziosa e terribile di un gruppo di giovani artisti parigini squattrinati. La bohème ebbe immediato successo di pubblico, non di critica. Si manifestò qui una divaricazione che caratterizzò poi, e in una certa misura caratterizza tuttora, la fortuna di Puccini. Ancor oggi, e non è un caso, questa è l’opera più spesso rappresentata di Puccini. Nel giro di un anno La bohème venne ripresa in due dozzine di teatri italiani, e l’anno dopo in quasi altrettanti teatri stranieri. A molti allestimenti assisté Puccini stesso, per assicurare un sufficiente livello all’esecuzione: non solo nei maggiori teatri del Regno, ma anche a Manchester, Berlino, Vienna e Parigi. Il 17 febbraio 1904, la Scala diede la nuova opera di Puccini, Madama Butterfly. Il lavoro su di essa era iniziato a metà del 1900, quando il compositore vide a Londra il dramma omonimo che David Belasco, drammaturgo statunitense in auge nei teatri di boulevard, aveva tratto da un racconto di John Luther Long. Ad affascinare Puccini non fu soltanto lo struggente dramma umano della giovane giapponese sedotta e abbandonata da un ufficiale statunitense senza scrupoli, bensì anche l’ambientazione esotica, di gran moda in quel momento in Europa. Gli ultimi anni di vita furono assorbiti dal lavoro per l’opera Turandot, tratta dal dramma di Carlo Gozzi e dalla rielaborazione che ne aveva fatto Friedrich Schiller. Il progetto, di nuovo affidato a una coppia di librettisti, Adami e Renato Simoni, fu avviato nel marzo del 1920 e non era ancora completato quando Puccini si mise in viaggio per Bruxelles, per farsi operare di un cancro alla laringe: aveva però ultimato e strumentato i primi due atti e gran parte del terzo. Del grande duetto dei due protagonisti e del finale corale rimasero abbozzi estesi sì, ma poco sviluppati. Dopo la morte, Franco Alfano fu incaricato di ricavarne una versione eseguibile, che consentisse il varo dell’opera postuma, direttore Toscanini, il 25 aprile 1926 alla Scala di Milano (non sono mancati altri tentativi di completare l’opera, tra gli altri quello di Luciano Berio, 2002).Morì pochi giorni dopo l’operazione, il 29 novembre 1924, nell’Institut médico-chirurgical di Bruxelles; è sepolto in una cappella interna della villa di Torre del Lago.Questa estate tutti i più famosi teatri lirici hanno messo in scena le sue opere, sono stati realizzati diverse occasioni per celebrare il primo centenario della morte di Giacomo Puccini, avvenuta all’età di 65 anni. Anche il Circolo Culturale "L'Agorà" di Reggio Calabria, pur nel suo piccolo, renderà omaggio all’insigne compositore. Il 100° anniversario dalla morte di Giacomo Puccini rappresenta un’occasione per commemorare e ripercorrere la vita e la carriera di uno dei più grandi compositori italiani della storia. Le sue Opere, ancora oggi, continuano a essere rappresentate sui palcoscenici più prestigiosi del mondo, celebrando lo straordinario valore artistico delle sue composizioni. Queste alcune delle cifre che saranno oggetto di analisi nel corso della conversazione, organizzata del sodalizio culturale reggino. L'incontro, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da martedì 10 dicembre.