Per le feste natalizie di solito si seguiva la tradizione in tutti i sensi, sia nella sfera privata e familiare sia a livello culinario di ricette. Si passavano le feste in famiglia, con i parenti non si andava in crociera o in giro per il mondo. Non si facevano viaggi, ci si spostava solo per raggiungere parte della famiglia. Per la vigilia non dovevano mancare i regali sotto l’albero, gli spaghetti al tonno e alici, le fritture di pesce e di verdure come broccoli, patate, carciofi, carote, zucchine ecc. il baccalà con i ceci, il pesce in umido, il pampepato, il pangiallo, il panforte e il panettone. A Natale non potevano mancare i crostini, le lasagne al ragù, gli arrosti, i tortellini in brodo, l’agnello, le patate al forno, le insalate, le macedonie. Per capodanno un classico erano le lenticchie che per fortuna ancora sopravvivono, i ravioli, ecc. A santo Stefano non poteva mancare il brodo.
Ora invece subentrano altre ricette sfiziose e veloci al posto di quelle della tradizione religiosa e popolare più corpose e impegnative. I ristoranti propongono altre soluzioni come risotti ai nero di seppia, gnocchi ai frutti di mare anche se al sugo sono più buoni , linguine all’astice, carne al melograno di maiale, crepes ripiene, gamberi al curry, frittelle di rucola, lasagne agli scampi con noci, alici fritte con funghi e salsiccia, finocchi gratinati, salse, antipasti freddi, panini, tisamisù, trote agli agrumi, salse di ribes, ravioli alla burrata, lasagne di soia, dentici al cognac, sogliole al vino, gamberi con pistacchio, scampi ai pomodorini, peperoni al mascarpone, branzini agli agrumi. Vengono presentati piatti con succo di arancia, birra, cocco, nutella, limoncello, menta, aneto, ricotta, rape, acciughe, si mescola il sale con il dolce, si usano cialde, mango, frutti, senape, sorbetti, bignè , provole affumicate. Ci sono locali che propongono lenticchie e alghe, strudel alle melanzane, sorbetto alle ostriche. Un miscuglio di sapori, di odori mal assortiti che procurano bruciori di stomaco, che fanno la bocca amara. Si vuole per forza stravolgere la tradizione in nome della innovazione. I piatti classici sono invece quelli più appetitosi e naturali e quelli più amati.
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