In questi giorni a Roma fervono i lavori per il giubileo, si ricalca uno schema già visto per gli altri, lo scopo è di fornire l’immagine di una città modello, moderna, luccicante. In certi casi in vista del giubileo i lavori potevano essere cominciati prima con largo anticipo senza correre e congestionare il traffico già caotico. Si ravvisano molti lavori ben riusciti. E’ tipico di questa fase rivoluzionare la viabilità. In particolare piazza dei cinquecento vicino alla stazione Termini è stata ristrutturata resa più ordinata per dare un impronta di efficienza e modernità. Il carattere dell’intervento in apparenza sembra ben riuscito, ben definito. Nel dettaglio all’ingresso dell’area riservata ai bus e mezzi pubblici sono state messe delle foriere, a delimitare la zona, chiusa come in un ghetto. Fanno mostra di sé molte paline dei mezzi, peccato che alcune sono state messe a distanza troppo ravvicinata uno dall’altra con conseguente affollamento di utenti e pendolari. Il problema che nessuno, neppure il personale Atac interpellato, sapeva dove andare a prendere alcuni bus. Nessuna indicazione, nessuna notizia, alcuni mezzi sembravano non pervenuti con conseguente nervosismo della gente. Si doveva andare a intuito in un piazzale scomodo per camminare, dove si deve andare con passo flemmatico data anche la poca e scarsa illuminazione. Chi ha problemi di vista ha delle serie difficoltà. Un tempo c’erano gli stalli dei vari bus e quindi c’erano le pensiline, e anche le panchine per sedersi, ora si deve stare sotto il sole, la pioggia, non ci sono pensiline protettive. Nel piano di riqualificazione non compaiono le pensiline che invece sono presenti in Germania in ogni fermata di bus anche la più sperduta. Ci si deve arrangiare, magari avere nostalgia della vecchia piazza più funzionale, più gradevole. Non ci sono ovviamente nemmeno bagni pubblici, bisogna andare in stazione e fare la fila con i turisti o nei locali che non sempre accolgono tutti. Gli effetti della rivoluzione si vivono sulla pelle. Molti turisti sono inciampati nei marciapiedi della piazza e hanno preferito prendere un taxi. Chi è geloso custode dei valori e delle bellezze della capitale deve anche valorizzarle con una perfetta e adeguata illuminazione. Si sa che i pendolari, la gente comune devono sempre soffrire. Il progresso tecnologico sembra rinnegare le comodità. I tempi sono mutati e non incoraggiano ad avere speranze.
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