Carlo Laurenzi si è laureato a Roma in lettere, ed ha pubblicato vari romanzi come Toscana delusa, le rose di Cannes, le voci della notte, la caduta degli angeli, una barriera sottile del 1987, celeste come l’inferno del 1989.
Il suo romanzo più completo è quell’antico amore comparso nel 1972 nella collana Rusconi che ha ottenuto un immenso successo. Sembra quasi un romanzo storico che racconta la storia d’amore infelice di Carlo III di Borbone duca di Parma ucciso a soli trentuno anni in un agguato e della marchesina appena diciottenne Argia Vernaldi. Si tratta di un amore che finisce preda del tempo che scorre inesorabile. Sembra che si cerchi di recuperare il tempo perduto con nostalgia. Il timbro della narrazione è chiaramente poetico. Viene descritta dettagliatamente la società del tempo con i suoi vizi come corruzione, ignoranza, diseguaglianze sociali, sopraffazioni, ingiustizie sociali dove si intravedono tracce di decadenza. La alta società è preda della vanità e dello snobismo. Argia è una creatura trascurata dal padre e dalla madre sempre presa dagli impegni mondani, somiglia molto ai nostri giovani lasciati soli da genitori in carriera. Il suo innamoramento segna l’inizio e il declino della innocenza e lo scrittore guarda con nostalgia a quella innocenza totalmente perduta. Argia stessa si accorge che la società sta mutando e tenta di adeguarsi nella illusione di salvarsi. L’amore assume altri connotati, altri aspetti che mettono paura. Il suo amato è un uomo impegnato che tace del suo stato e lei alla fine è costretta a sposare un uomo per convenienza, un giovane che è costretto a sposarsi per avere una eredità che viene ingannato sul suo conto. Le persone sembrano incapaci di amare e di assumersi delle responsabilità. L’amore puro, ingenuo, appassionato resta un fatto remoto sullo sfondo. L’amore clandestino sbocciato in estate è pugnalato da mille ostacoli. Argia ha solo la illusione della libertà. Per evitare scandali e pettegolezzi si immola, preludio di una vista scialba piena di segreti e rimpianti, dove l’amore impetuoso si inaridisce come una pianta secca.
L’amore è soggetto esso stesso alla corruzione, alla consunzione. I sapori della vita sono corrosi dal tempo che tutto cancella. Alle persone resta il supplizio del ricordo, della disperazione, della mortificazione, dell’affanno e forse della espiazione.
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