Aldo Busi è nato nella provincia di Brescia nel 1948. A soli quattordici anni fuggì di casa per dedicarsi ai viaggi, allo studio delle lingue sostenendosi sempre con lavori precari e occasionali senza fissa dimora, aiutandosi economicamente con le traduzioni.
Il 1984 segna la svolta perché è l’anno di pubblicazione del suo romanzo principale dal titolo Seminario sulla gioventù. Poi sono arrivati altri romanzi e racconti significativi come Sentire le donne, suicidi dovuti, delfina bizantina ecc.
Seminario sulla gioventù ha come protagonista Barbino, chiamato cosi perché ricciolino, un ragazzino selvaggio, ribelle, amante della libertà. Il romanzo è la storia della sua infanzia, adolescenza, gioventù e della sua autoeducazione. Egli ama le avventure, le seduzioni, gli incontri e le fughe, passa tutto il tempo a evadere, a scappare, a fuggire anche da se stesso oltre che dagli altri. L’infanzia è dura e meschina, e lui fugge pur essendo impreparato alla vita. In un linguaggio schietto e misurato si può ravvisare tracce della vita dello stesso scrittore. Il romanzo ha certamente velature autobiografiche. Barbino approda in Francia dove va incontro a tutta una serie di esperienze, di amori, di avventure, di incontri, di amicizie di bassa lega, di errori, di problemi economici e di sopravvivenza, la sua sete di libertà lo porta in Spagna e in altri posti d’Europa pur vivendo quasi di stenti. La sua sete di sapere e conoscenza è vasta. Barbino è pronto a sbagliare ma rifugge dai compromessi. Egli fa in modo che le esperienze negativi scivolino addosso senza lasciare tracce. Non si volta mai indietro.
Egli è tenace, duro, forte ,ma anche acuto e sensibile. Egli sa per certo che i dolori e le difficoltà della giovinezza sono destinati a scivolare via senza lasciare neppure la scia di un ricordo.
Busi come tutti gli scrittori ha abbracciato il tema della gioventù e del viaggio, un vero scrittore deve aver viaggiato molto fisicamente e con la fantasia, e deve aver avuto mille esperienze diverse.
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