In un Paese civile non staremmo nemmeno davanti al pc a scrivere queste righe. In un Paese caritatevole e misericordioso, anche. Ed invece l’Italia è la Nazione dei burocrati, delle scartoffie, delle opere incompiute, del politically incorrect, del “io penso a me e Dio a tutti”. Il tema dei disabili è sempre molto caro e “toccante”, almeno a parole certo. Tante, tantissime le iniziative nei confronti di queste fasce considerate più deboli ma, in soldoni, si fa poco o nulla per poter anche agevolare situazioni anche decisamente complicate. Come sempre accade nel nostro Paese i diritti non vanno di pari passo con la gentilezza e sono quindi necessarie disposizioni chiare ed inequivocabili. La politica si prenda le sue responsabilità considerato come dal 1998 sono stati presentati solo disegni di legge e di modifiche delle stesse attualmente vigenti ma a tutt’oggi è ancora tutto affidato alla gentilezza e sensibilità delle persone che, spesso – fin troppo – viene a mancare. Parcheggi dedicati, pass per camminare nelle zone a traffico limitato e tante agevolazioni, tra le più disparate e pure superflue per poi perdersi in un bicchiere d’acqua. Ed in tempo di pandemia, i nodi vengono maggiormente al pettine. Può, un disabile, accelerare le procedure per un tampone? Assolutamente no. Chiunque sia costretto a sottoporsi al tampone, è chiamato a rispettare le file come tutti gli altri cittadini. Caldo o freddo, sole, vento o pioggia non importa. Attendere in fila. Una roba fuori dal mondo. Addirittura, come capitato al Monaldi, le guardie giurate sono state debitamente istruite a tal riguardo; vietato ogni “scavalcamento” di file, bisogna restare per ore in fila ed attendere pazientemente, pur se portatori di disabilità anche importanti. Nell’ultimo Dpcm emanato dal governo italiano, il primo del premier Draghi, un articolo dedicato proprio ai disabili, il 3. Già, ma cosa dice? Di fatto consente la riduzione del distanziamento con gli accompagnatori, l’obbligo di non indossare la mascherina per chi ha patologie alle vie respiratorie, la possibilità di andare a trovare parenti ed amici. Beh, provvedimenti fondamentali, così come la possibilità per i caregiver di assistere i pazienti in ospedale. Cosa sarebbe costato aggiungere un piccolo articolo su file privilegiate? Su percorsi dedicati? Nulla. Per la cronaca abbiamo più volte tentato di contattare il Garante dei Disabili della Regione Campania. Abbiamo anche lasciato un messaggio alla segreteria ma nulla. Forse chiediamo troppo, forse servirebbe ridimensionare le nostre aspettative, d’altronde l’Italia non è un Paese civile.
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