Arzano – Diffamata la Senesi, querelati due sindacalisti della CISL. Avviate le procedure di citazione per danni anche in sede civile. Con atto formale depositato nella giornata di ieri, Giorgio Marchetti e Rodolfo Briganti, rispettivamente Presidente del Consiglio di Amministrazione e proprietario della società per azioni, hanno depositato presso la Procura della Repubblica una dettagliata denuncia per diffamazione aggravata nei confronti di Aristide Ranavaolo articolista, e Giovanni Aruta direttore del mensile Prospettive, entrambi esponenti del sindacato Cisl. Secondo i denuncianti, difesi da un pool di avvocati marchigiani, in data 5 dicembre 2021 veniva pubblicato su “Prospettive” un articolo, a firma di Aristide Ranavolo, dal titolo “Telenovela Senesi”, con occhiello “Brigante ottiene la provvisionale dal Tribunale”. A tacere della errata indicazione nell’occhiello del cognome del Sig. Rodolfo Briganti (indicato quale Sig. Brigante in luogo di Briganti con evidenti fini denigratori), occorre rilevare che l’articolo in questione - secondo i denuncianti – “ lede la reputazione dei sottoscritti e della Senesi, in quanto contiene informazioni non vere e la cui lettura, nel complesso, restituisce al lettore un giudizio denigratorio dell’operato della società nel Comune di Arzano che esula dal diritto di critica o di di cronaca. L’articolo - secondo i legali – “trae origine dall’ordinanza, datata 3 novembre 2021, con la quale il Tribunale di Napoli – Sezione Specializzata in Materia di Impresa ha concesso la provvisoria esecuzione al decreto ingiuntivo n. 1207/2021. Il predetto decreto ingiuntivo prevedeva la condanna del Comune di Arzano al pagamento di un milione e mezzo di euro alla Senesi, a titolo di corrispettivo per i servizi svolti nell’ambito dell’appalto relativo al servizio di raccolta rifiuti del Comune stesso. Il fatto, in sé pacifico, avrebbe “rappresentato l’occasione per il giornalista per screditare la Senesi – per aver “«vinto» l’appalto due volte, nonostante varie interdittive antimafia” – nonché il suo legale rappresentante – essendo la Senesi (scrive Prospettive) “stata coinvolta nel processo collegato al secondo scioglimento del Comune di Arzano, con il sindaco dell’epoca di dieci anni fa, perché da intercettazioni telefoniche risulta che avrebbe voluto “donare” 30.000 euro ad una associazione sportiva arzanese, la quale ne avrebbe trattenuto dieci e avrebbe consegnato il resto ad alcuni influenti personaggi di quella amministrazione” – salvo poi dilungarsi sugli asseriti inadempimenti contrattuali della società”. Tali informazioni – secondo i legali - “oltre a non corrispondere al vero, non sono state oggetto di verifica da parte del giornalista e alludono all’idea (errata) che la Senesi abbia agito illecitamente sia nell’aggiudicazione dei bandi per l’appalto dei servizi di raccolta rifiuti, sia nei rapporti con l’amministrazione comunale. Invero, la società Senesi, in data 28 marzo 2013 e in data 5 giugno 2017, si è regolarmente aggiudicata i bandi relativi all’appalto del servizio di igiene urbana e gestione isola ecologica del Comune di Arzano, aventi ciascuno durata triennale”. A ciò si aggiunga, “che quando la Senesi si è aggiudicata gli appalti non risultava destinataria di alcuna interdittiva antimafia. Il primo provvedimento interdittivo antimafia è stato emesso il 14 luglio 2015 dalla Prefettura di Fermo ed è stato annullato in autotutela in data 5 febbraio 2016. Inoltre, è doveroso evidenziare – sottolineano ancora i legali – “che la Senesi e i dirigenti non sono “coinvolti nel processo collegato al secondo scioglimento del Comune di Arzano”, bensì sono persone offese nel procedimento n. 27196/13 R.G.N.R. – Tribunale di Napoli, tutt’ora pendente, in quanto il Sig. Rodolfo Briganti ha presentato denuncia-querela il 17 luglio 2013 per i fatti oggetto di processo. Dalla mera lettura del capo di imputazione, pertanto, è evidente che : la Senesi non è “coinvolta” nel processo incardinato nei confronti dell’ex Sindaco, bensì è persona offesa nel predetto procedimento penale; la Senesi non “avrebbe voluto “donare” 30.000 euro ad una associazione sportiva, la quale ne avrebbe trattenuto dieci e avrebbe consegnato il resto ad alcuni influenti personaggi di quella amministrazione”. Infine, non vi è stata alcuna inadempienza contrattuale addebitabile alla volontà della Senesi, bensì i presunti disservizi trovavano ragione nel clima ostile originato dall’amministrazione comunale, attraverso le false accuse descritte nei punti da 1) a 5) del capo A) di imputazione, al fine di creare “una situazione di emergenza rifiuti che avrebbe consentito di revocare il mandato alla Senesi S.p.A., mostratasi refrattaria alle loro pressioni, e conferirlo ad un’impresa amica”. In merito a quest’ultimo punto, “vale la pena di considerare altresì che l’articolo contiene due dati errati che incidono rispetto all’entità degli asseriti inadempimenti della Senesi: le contestazioni mosse dal Comune alla Senesi non sono state “centinaia” (come riferito dal giornalista nel sesto capoverso dell’articolo), bensì una decina; il dirigente dell’area tecnica del Comune di Arzano non ha applicato due decurtazioni sulle fatture spettanti alla Senesi, bensì un’unica decurtazione, con la nota del 20 marzo 2019 (prot. 8564). Rispetto a quanto sinora detto occorre rilevare che non si tratta di mere imprecisioni o di inesattezze marginali, dal momento che le informazioni (false) riportate nell’articolo sono idonee a stravolgere la verità del fatto storico”. “Infine - concludono - si consideri che, nel caso in esame, non solo le singole parti dell’articolo di cui si è detto hanno natura diffamatoria, ma anche la lettura complessiva del pezzo giornalistico contribuisce ad accrescere nel lettore l’idea (non critica, ma) errata che la Senesi e il suo legale rappresentante non avessero nulla a che pretendere per il servizio reso alla città”. “Nello specifico,- precisano - il giornalista – dopo aver inquadrato la Senesi come una società collusa in attività illecite e gravemente inadempiente rispetto al servizio appaltato – domanda in modo provocatorio come mai il Comune di Arzano non abbia opposto le “centinaia di contestazioni” mosse alla Senesi per “servizi non resi”, documenti che – lascia intendere – avrebbero determinato certamente un esito diverso, senza tuttavia considerare che la società ha documentato l’ingiustificato mancato pagamento di numerosi canoni contrattuali nel corso del 2013, 2015, 2018 e 2019”. Una brutta batosta considerato che sul capo di uno dei uno dei responsabili del mensile pende una condanna in primo grado a 3 anni e 6 mesi e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Ovviamente sono tutti da dichiararsi innocenti fino a una eventuale condanna o sentenza definitiva.
Luigi Vanacore
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