101

 

Grimace of the White Fly debuttano con “Restless Analogue”: l’urlo di una generazione in bilico

Grimace of the White Fly debuttano con “Restless Analogue”: l’urlo di una generazione in bilico

Il singolo della band alternative rock esce l’11 aprile e racconta il disagio del nostro tempo tra digitale e realtà Dall’11 aprile è in rotazione radiofonica nazionale e disponibile su tutte le piattaforme digitali “Restless Analogue”, singolo d’esordio dei Grimace of the White Fly, primo estratto dall’EP “Inconcrete”. Il brano nasce come riflessione sulla comunicazione moderna, sempre più filtrata e svuotata di autenticità, e si fa portavoce della frustrazione di una generazione che fatica a entrare davvero in contatto con gli altri, schiacciata tra convenzioni sociali e sovrastrutture digitali. “Restless Analogue” è un grido ruvido e consapevole, che intreccia sonorità alternative rock con una scrittura intensa, diretta, capace di evocare immagini forti e immediate. Il brano non si limita a criticare, ma suggerisce una via d’uscita: tornare a forme di comunicazione più vere, meno filtrate, più umane. La scelta del titolo rimanda proprio a questa tensione: l’irrequietezza di chi cerca una connessione autentica in un mondo che si esprime ormai solo per frammenti e notifiche. Ascolta il brano open.spotify.com/intl-it/track/2KYPquGo2M91DGitybE8kA?si=420a67ff72b24449 Grimace of the White Fly è un trio nato nell’estate del 2024 e formato dai fratelli Mario e Giovanni Moscotto insieme a Diego Vermiglio. Uniti non solo dalla musica, ma anche dal lavoro condiviso come facchini, i tre sviluppano un forte legame umano che si riflette nella loro proposta artistica. Il progetto nasce dal desiderio di dare forma e voce alle composizioni di Mario, arricchite da anni di esperienze musicali e sperimentazioni personali. “Restless Analogue” rappresenta l’inizio di un percorso che si annuncia potente, coerente e d’impatto. Il brano fa parte dell’EP “Inconcrete”, un lavoro che affonda le radici in una realtà vissuta con occhi critici e che promette di far emergere una nuova voce nel panorama alternative italiano. Con questa prima uscita, i Grimace of the White Fly mostrano una visione chiara e una forte identità, senza rinunciare alla sensibilità che trasforma il disagio in musica. Guarda il video

?si=HtG8Y3t7Z_zfhdW9 “La difficoltà di connettersi autenticamente in un mondo dominato da interazioni superficiali e prettamente digitali. Il videoclip, autoprodotto e modificato tramite data-moshing, aggiunge effetti di deformazione, disorientamento e incertezza, rispecchiando il significato del brano.” Grimace of the White Fly Instagram: instagram.com/grimaceofthewhitefly Facebook: facebook.com/profile.php?id=61567468425130

Leggi tutto

 

Il Tuo Brand Nasce dalla Tua Storia. Raccontala Bene.

Il Tuo Brand Nasce dalla Tua Storia. Raccontala Bene.

Nel personal branding, la tua storia è il tuo superpotere. Le vittorie contano, ma sono le sfide, i momenti difficili e i tuoi perché che fanno davvero la differenza. 📌 Vuoi essere ricordato? Allora impara a raccontarti: ✅ Parti dal cuore: cosa ti ha spinto a iniziare? ✅ Racconta le sfide: cadute, sacrifici, momenti veri ✅ Mostra l’evoluzione: come sei cresciuto grazie allo sport ✅ Fai vivere le emozioni a chi ti ascolta o ti legge 🎯 Lo storytelling non è solo una tecnica, è la chiave per creare connessioni vere con chi ti segue (e con i brand che potrebbero supportarti). 👉 Scopri la guida completa con struttura narrativa, esempi ed errori da evitare: dracones.it/personal-branding-atleti/it/blog/storytelling-per-atleti-come-raccontare-la-tua-storia-per-costruire-un-brand

Leggi tutto

 

CONTROCORRENTE

In questa società è sempre più difficile distinguersi, meglio è uniformarsi alla massa. Essere diversi, apparire diversi, vestirsi diversi può causare dei contraccolpi, dei rovesci di fortuna. Chi vuole abbattere certe barriere viene visto come un personaggio scomodo da evitare, da sfuggire. Certi vizi sono solo un vezzo ai nostri giorni. Nella società si offrono opportunità solo per adeguarsi agli stili ufficiali delle masse anonime e indistinte come greggi di pecore. A livello pratico non si possono rivelare i lati nascosti della propria personalità, bisogna restare nel limbo. Il diverso non è accettato o è accettato con riluttanza, con riserva. Chi si propone in termini leggermente diversi è già respinto. Le ragazze che offrono di sé una immagine sobria, distinta, seria sono osservate in modo distaccato dai giovani. Bisogna rifuggire da modi e atteggiamenti originali. La parvenza deve essere quella dettata dalla moda. Una persona che veste in modo classico è considerata troppo compunta, si detesta il suo stile. Si prende sul serio solo chi è simile agli altri in tutto e per tutto. Le persone diverse sono cupe perché respinte spesso in malo modo pur essendo persone perbene, di cuore. Non si può seguire uno stile ricercato, raffinato, diverso. Agire controcorrente può essere nocivo. Una persona saggia e riflessiva che va diritta allo scopo senza esitazione non è ben vista. Bisogna arrivare a dei compromessi, a dei sotterfugi per farsi accettare, non si può deviare. Ci sono persone che vendono fumo ma sono apprezzate, nel senso che ricevono il plauso della gente. Le persone più serie ricevono solo battute sarcastiche e risate strafottenti venate di ironia. Ci sono studentesse fuori sede radicate nella fede cristiana che nella casa presa in affitto con altre ragazze non hanno potuto esporre delle immagini sacre che sono state accolte con spirito burlesco dalle maliziose conviventi, insolenti e indelicate., maligne. Ci sono stati ragazzi che sono stati tormentati perché amavano mettersi a scuola giacca e cravatta. Nessuno lascia agli altri campo libero. Si sollecitano solo comportamenti standard. I diversi sono punzecchiati, messi sotto scacco, assaltati. Ci sono ragazzi che si vestivano eleganti ma per uscire con le ragazze, per assecondare la fidanzata si sono dovuti vestire sportivi violentando la loro natura. I miti che scelgono liberamente non sono graditi, sono oggetto di un accanito sarcasmo. Spesso piovono gli insulti fatti con toni poco moderati. Per uniformarsi bisogna essere irriverenti, discoli e deporre la propria anima. In alcuni casi l’ironia è dietro l’angolo come il dileggio. Molti per far contenti gli altri fingono di pensarla all’opposto del loro sentire. Le persone pacate sono viste come idiote. Tutti si sforzano di assecondare le mode imposte, per non essere additati, per scomparire dietro i numeri, dietro le teste. I desideri, le aspirazioni individuali sono menomati, si devono avere i desideri degli altri, il contegno degli altri. Bisogna impegnarsi con scrupolo a non apparire diversi per ottenere dei risultati e farsi considerare. Bisogna usare le espressioni degli altri, riprodurre lo stile degli altri in modo evidente. Bisogna recitare una parte rinunciando per sempre ai propri ideali, alle proprie idee. Le persone diverse sono dei risvegliati che fanno paura, perché pensano con la propria testa. Non si può prendere la strada più lunga, remare faticosamente controcorrente, bisogna seguire la scia scivolare verso il banale, verso il provvisorio che è più rassicurante. Le connotazioni individuali vanno azzerate, bisogna prenderle in prestito da altri. Solo la persona uniformata fa breccia nella società, è allettante. Nella sua vanità Tutti si compiacciono di essere suoi amici. I diversi assaporano l’ineffabile sapore della sconfitta e della critica, tanto suscitano solo un interesse morboso venato di sapiente ironia.

Leggi tutto

 

Sant'Angelo Lodigiano celebra i sapori del mare con la Sagra del Pesce

Sant'Angelo Lodigiano celebra i sapori del mare con la Sagra del Pesce

La Sagra del Pesce è pronta a conquistare Sant'Angelo Lodigiano, trasformando il Cupolone di Via Forze dell’Ordine 3-1 in un vivace centro di sapori e intrattenimento. L'evento si svolgerà nei giorni 25, 26, 27 e 30 aprile, e 1, 2, 3 e 4 maggio 2025, con orari dalle 12:00 alle 15:00 e dalle 19:00 alle 24:00; mercoledì 30 aprile solo per cena. L'ingresso è sempre gratuito. Inoltre gli organizzatori, mossi da sentimenti solidali, hanno donato al Comune di Sant’Angelo Lodigiano 100 voucher pasto gratuiti. I voucher, che saranno distribuiti alle persone in difficoltà, consentiranno proprio a tutti di vivere l’atmosfera della sagra e momenti di convivialità. All'interno del Cupolone, i visitatori potranno gustare piatti a base di pesce fresco, tra cui fritto misto, linguine allo scoglio e altre specialità della cucina mediterranea, accompagnati da vini e birre. È disponibile anche un servizio da asporto con porzioni calde in contenitori resistenti. Ad arricchire l’esperienza della Sagra del Pesce sarà il coinvolgente format artistico della Corte di Menelao, che offrirà ogni giorno uno spettacolo diverso per tutte le età. In programma cabaret, musica dal vivo, show di magia, performance itineranti e animazione per i più piccoli. CABARET • 25 aprile – Risate assicurate con Roberto De Marchi • 1 maggio – Umorismo dissacrante con La Cesira • 2 maggio – Ironia e teatro con Urbano Moffa MUSICA DAL VIVO • 26 aprile – Tributo esplosivo a Vasco Rossi • 3 maggio – Omaggio ai Queen • 4 maggio – Serata revival con Live Music 80s & 90s MAGIA E SPETTACOLO • 27 aprile e 4 maggio – Il mago Eta Beta incanta grandi e piccoli • Tutti i weekend - Eleganza e fascino con il burlesque di Marlene Clouseau Completano il palinsesto trampolieri, fachiri, mangiafuoco, artisti itineranti e truccabimbi, per trasformare ogni angolo della festa in un’esperienza indimenticabile per tutta la famiglia. Per prenotazioni, è possibile visitare il sito ufficiale: sagra-del-pesce.it. Per maggiori informazioni 3890265550 (WhatsApp).

Leggi tutto

 

Teatro e musica per riflettere sulla condizione femminile: il nuovo spettacolo di Veronica Pivetti

Teatro e musica per riflettere sulla condizione femminile: il nuovo spettacolo di Veronica Pivetti

Veronica Pivetti attrice e doppiatrice di grande talento vede i suo esordi nel panorama cinematografico italiano grazie a Carlo Verdone il quale, colpito dalle sue capacità, le assegna un ruolo iconico nel film "Viaggi di nozze". In seguito Veronica si afferma ulteriormente attraverso ruoli significativi in produzioni televisive come "Commesse" e "Provaci ancora prof!", che la rendono amatissima dal pubblico. Dimostra il suo valore come conduttrice, partecipando a programmi di spicco come il Festival di Sanremo e "Amore criminale". La sua versatilità e il suo carisma l'hanno consacrata come una delle figure più amate nel mondo dello spettacolo italiano. Attualmente vediamo l'attrice impegnata in un tour che, da qualche mese, la vede protagonista di gran parte dei teatri italiani, con il suo spettacolo “L'inferiorità mentale delle donne”. Gli spettatori, che assistono a questo spettacolo, vengono accolti da uno scenario molto suggestivo in stile rétro, con candelabri e candele, affiancati da giochi di luce particolari, il tutto avvolto da una da una finta nebbia che dona alle scene un tocco surreale. Veronica diventa protagonista della scena, immergendosi, e immergendo il pubblico, in un monologo ricco di ironia, che ha lo scopo di puntualizzare su, quanto siano assurde ed improponibili, alcune teorie ed affermazioni di alcuni scienziati del passato quali Moebius, Lombroso e Maréchal sull'inferiorità della donna rispetto all'uomo, a causa della struttura anatomica diversa e dell'incapacità di questa di avere giudizi propri, in generale la donna veniva vista come un automa incapace di avere una propria individualità, una donna che non poteva essere istruita, ma doveva essere ammaestrata. Sul palco anche il musicista Anselmo Luisi che, insieme a Veronica Pivetti, interpreta canzoni del palinsesto musicale Nazionale, e non solo, tutte dedicate all'universo femminile. Questo spettacolo in un primo momento ribadisce quanto siano assurde le teorie, di alcuni luminari del passato, ma riflettendo e, ponendo uno sguardo su fatti di cronaca odierni, ci si rende conto che alcuni atteggiamenti dell'uomo nei confronti della donna, purtroppo non sono ancora del tutto sorpassati. Articolo: Dott. Salvo De Vita Dirigente del Servizio: Ufficio Stampa & Produzioni MP di Salvo De Vita Distribuzione Giornalistica: Urban Dream di Mietto Elisa

Leggi tutto

 

Michele Camillò scrive un brano sull'atroce femminicidio di una ragazza brasiliana a Gambara

Michele Camillò scrive un brano sull'atroce femminicidio di una ragazza brasiliana a Gambara

Il compositore e cantautore Michele Camillò presenta il suo nuovo brano, A Uberlandia c'è ancora il sole, ispirato a un tragico evento che ha scosso la città di Gambara, in provincia di Brescia. Il brano narra la storia di una giovane donna, vittima di un femminicidio ad opera del suo compagno. Con una scrittura semplice ma profonda, Michele Camillò ha voluto dare voce a una realtà troppo spesso ignorata, quella della violenza di genere che colpisce milioni di donne in tutto il mondo. Il brano, dal titolo evocativo, si fa portavoce di una denuncia sociale e di un invito alla riflessione, ponendo al centro della sua narrazione l'assoluta necessità di fermare il ciclo di violenza che affligge tante donne, spesso in silenzio. La tragica vicenda di Gambara, in cui una giovane brasiliana nata a Uberlandia, è stata uccisa dal suo ragazzo, ha ispirato l'artista a esplorare temi complessi come il controllo, la manipolazione e la sofferenza psicologica che possono sfociare in gesti estremi e irrimediabili. Il brano non vuole essere solo un racconto, ma un potente grido di allarme contro l'intollerabile ingiustizia subita da troppe donne, spesso invisibili, in un contesto sociale che ancora fatica a riconoscere la violenza nelle sue forme più subdole. Michele Camillò, da sempre sensibile alle tematiche sociali, ha dichiarato: "Questo brano è un tentativo di raccontare non solo una tragedia, ma anche di dare voce a chi non può più parlare. Spero che possa sensibilizzare il pubblico e portare un piccolo cambiamento nella lotta contro la violenza di genere. È tempo di agire”. Il brano sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali e sarà accompagnato da un videoclip che enfatizza le parole della canzone attraverso immagini potenti e simboliche.

Leggi tutto

 

Shaza e la canzone che racconta l’invisibilità e il coraggio di esserci comunque

Shaza e la canzone che racconta l’invisibilità e il coraggio di esserci comunque

“Ti amo” ripetuto 14 volte senza pausa, come un mantra, come un urlo silenzioso. Sussurrato, urlato, scritto nell’acqua e cancellato dalla pioggia. Si apre così la platinum version di “Anche se Piove”, il nuovo singolo della giovane cantautrice comasca Shaza, che segna il suo esordio discografico ufficiale con Watt Musik Records, sotto la produzione di uno dei nomi più rilevanti della musica italiana: Roberto Costa. Una dichiarazione ostinata e fragile, un atto d’amore gettato nel vento, che in questa nuova veste prende forma grazie alla produzione di Roberto Costa: bassista, arrangiatore e produttore di riferimento della scena nazionale, che ha plasmato il suono di Lucio Dalla, al suo fianco per oltre trent’anni. Nel suo percorso anche Ron, Ivan Graziani, gli Stadio, Luca Carboni, Matia Bazar, Mina e Gianni Morandi. Una carriera che attraversa decenni di musica italiana, oggi al servizio di una nuova generazione. Quella di Shaza è la lettera mai letta di una ragazza che si sente invisibile. Lo si intuisce da un dettaglio, un inciso tra i versi lasciato quasi in disparte, eppure impossibile da ignorare: «Gli scrive una lettera ma l’acqua la scioglierà». È la voce di chi aspetta senza farsi notare, di chi ama senza clamore, senza essere visto. Una protagonista maldestra e disarmata, goffa e sincera, che rincorre un amore distratto e inciampa nel tentativo di spiegarsi, di farsi sentire. Le parole ci sono, ma si perdono. Come se non bastassero mai. «Anche se piove e scompaiono le mie parole, il mio amore per te non muore». Una dichiarazione che non chiede risposta, e che trova forza proprio nel silenzio. Perché anche quando tutto svanisce, l’amore resta. E scriverlo — anche se nessuno lo leggerà — è già un modo per non perdersi, per restare fedeli a ciò che si prova. Perché certe parole, anche se si dissolvono, dicono di più di chi le ha scritte che di chi le riceve. Con questa Platinum Version, Shaza rilegge una canzone già pubblicata nel 2023, affidandola alla sensibilità musicale di Costa. Ne nasce una ballata a mezz’aria tra esitazione e coraggio, dove l’arrangiamento lascia spazio al respiro del testo, senza forzarlo. È un passaggio di crescita, di maturazione consapevole, che racconta una diciassettenne capace di usare la musica per nominare ciò che non trova posto altrove. Con una nuova lucidità: quella di saper scegliere le parole, e il modo giusto per farle arrivare. In un’epoca in cui si parla di iperconnessione ma cresce l’isolamento tra i giovani, “Anche se Piove (platinum version)” diventa la voce di chi non viene ascoltato, portando al centro una dinamica fin troppo comune tra gli adolescenti: l’amore non corrisposto, l'invisibilità percepita, il bisogno di esprimersi anche quando non si attende una risposta. Secondo l’ISTAT, infatti, oltre un terzo degli adolescenti italiani tra i 14 e i 19 anni ammette di sentirsi spesso escluso nei contesti sociali. Un disagio che si acuisce ancora di più quando si parla di sentimenti. Un terreno comune che Shaza conosce bene: «Questa canzone nasce da quella sensazione di urlare qualcosa che però non viene ascoltato – racconta –. Ho sempre pensato che, anche se il mio messaggio si perdesse nella pioggia, valesse comunque la pena scriverlo. Perché certe parole servono prima di tutto a chi le dice.» “Anche se Piove (platinum version)” si fa simbolo di chi scrive lettere senza risposta, di chi ama senza far rumore, di chi lotta per un’emozione, anche quando tutto sembra suggerire il contrario. Shaza non è solo una cantautrice. Studentessa al liceo artistico di Appiano Gentile (CO), coltiva la musica parallelamente all’arte visiva, e questo approccio si riflette nella costruzione dei suoi brani: ogni parola è scelta come un colore su tela, ogni suono è un dettaglio che compone un’immagine. Questa visione attraversa anche il videoclip ufficiale del brano, prodotto da Antonio Isaldi per IsyFilm e diretto da Jordan BK, che trasla sul piano visivo quell’universo interiore fatto di attese, lettere sciolte dall’acqua, treni persi. Un’estetica che richiama la malinconia romantica di un certo cinema europeo, tra le atmosfere sospese di Kieslowski e i silenzi narrativi di Rohmer. È da questo intreccio tra musica e identità che nasce un percorso nuovo: a diciassette anni, Shaza firma con una label indipendente che scommette sul valore narrativo e creativo del progetto. Non un’operazione costruita a tavolino, ma l’inizio di un cammino che affonda le radici nella verità di chi scrive per orientarsi, anche perdendosi dentro il proprio disordine. «Non canto mai qualcosa che non ho provato davvero – spiega l’artista, in conclusione –. Per me scrivere è come trattenere il respiro finché non trovi la parola giusta. E quando arriva, senti che puoi ricominciare a respirare.» Con “Anche se Piove (platinum version)”, il messaggio arriva senza fragore, ma resta. Esistono ancora canzoni che non cercano di convincere, ma semplicemente di esserci. Anche se piove.

Leggi tutto

 

Che cosa è un Mockup e perchè è necessario per le aziende?

Che cosa è un Mockup e perchè è necessario per le aziende?

Il mockup è una simulazione grafica realistica che mostra come apparirà un prodotto finito, utile per presentare progetti in modo professionale prima della produzione. Strumento fondamentale per aziende e designer, permette di visualizzare loghi, packaging, volantini o siti web nel loro contesto reale, facilitando la scelta e le revisioni con clienti o partner. I mockup migliorano la comunicazione, evitano errori e rendono più efficace la presentazione di un’idea, rafforzando l’immagine aziendale e il processo decisionale. avgraficadesign.com/blog/che-cosa-e-un-mockup-e-perche-e-necessario-per-le-aziende

Leggi tutto

 

Ciclo di conferenze sulla fine della seconda guerra mondiale

Ciclo di conferenze sulla fine della seconda guerra mondiale

Il prossimo 9 aprile sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la seconda conversazione facente parte del ciclo di incontri, organizzati dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “1945-2025: 80° anniversario fine della seconda guerra mondiale”. In occasione dell’ottantesimo anniversario della fine delle ostilità della seconda guerra mondiale e della liberazione dall’oppressione e dalle dittature in tutto il mondo, si stanno organizzando conferenze e manifestazioni, anche il Circolo Culturale “L’Agorà, pur nel suo piccolo, ha inteso dare un contributo, organizzando una serie di momenti di riflessione su tale periodo storico che si protrarrà per tutto il mese di aprile. In tale ciclo di conferenze ci saranno diversi momenti di approfondimento che coinvolgeranno studiosi, ricercatori, accademici, istituti culturali e l’analisi di una serie di lavori multimediali realizzati dal Circolo Culturale “L’Agorà che tratteranno diversi aspetti del periodo storico in argomento. Aprirà la giornata di studi Alberto Cafarelli trattando il tema “I fatti di Cefalonia”. L’eccidio di Cefalonia fu un crimine di guerra compiuto da reparti di tedeschi nei confronti dei soldati italiani presenti alla data dell’8 settembre 1943, giorno in cui fu annunciato l’armistizio di Cassibile che sanciva la cessazione delle ostilità tra l’Italia e gli anglo-americani. A Cefalonia nel settembre 1943 furono massacrati dalle truppe tedesche 6.500 soldati italiani, fu insabbiata nell’autunno del 1956 in nome della ragione di Stato. A Cefalonia i soldati della divisione “Acqui” furono selvaggiamente massacrati dopo essersi arresi. L’ordine, impartito da Hitler, venne eseguito con determinazione inumana. È stata una delle azioni più arbitrarie e disonorevoli della lunga storia del combattimento armato», disse il rappresentante dell’accusa al processo di Norimberga. Finita la guerra, familiari delle vittime e superstiti si batterono perché i 31 militari tedeschi responsabili di quell’eccidio venissero processati. Ma la politica non permise di arrivare al processo. Nell’ottobre del 1956 Gaetano Martino, liberale, ministro degli Esteri, scrisse a Taviani, ministro della Difesa, proponendogli in sostanza l’affossamento di ogni percorso di giustizia. E ciò in nome della risurrezione della Wehrmacht, cioè dell’esercito tedesco,necessario alla Nato, in funzione anti-Urss. Taviani pose una sigla di assenso sulla lettera di Martino. Davanti al presidio tedesco, forte di 2000 uomini, insediato nello stesso territorio degli italiani, circa 12.000, molti dei nostri si rifiutarono di consegnare le armi al vecchio alleato ed il generale Gandin, decise dopo un referendum tra gli stessi soldati italiani, di combattere ancora, questa volta a fianco della resistenza greca. Molti furono i caduti reggini come il sottotenente Silvio Dattola, il tenente Ugo Correale di Santacroce di Siderno Marina, il capitano Giuseppe Bagnato, fucilato nella “casetta rossa”, Francesco Quattrone, ufficiale di fanteria al 17 reggimento, morto in combattimento e medaglia d’argento al valor militare alla memoria consegnata durante la cerimonia del 4 novembre di metà anni novanta. Si parlerà anche di Gino Gentilomo, sopravvissuto all’eccidio ed il primo ad aprire il fuoco contro i tedeschi, il quale scrisse un libro dove racconta la sua storia, e poi Nino De Stefano, Francesco Brath, capitano medico. La tragedia della divisione Acqui non finisce a Cefalonia: delle prime quattro navi partite dall’isola con i prigionieri italiani, tre vengono affondate, causando più di 1.300 morti. Il resto dei sopravvissuti, circa 6.500, inizia un viaggio di più di un mese verso i campi dell’Europa dell’Est su treni e navi stipati “oltre ogni limite di sicurezza” per espresso ordine del generale tedesco Lanz. La tragedia senza fine della divisione Acqui continuerà poi nei campi di prigionia russi, fino in Siberia, dove saranno mandati dopo la cattura da parte dell’Armata Rossa. Nel corso della seconda giornata inerente a “1945-2025: 80° anniversario fine della seconda guerra mondiale”, seguirà l’intervento del Presidente del Circolo del Cinema “Zavattini” che ha tratto il tema “Il cinema post bellico nel neorealismo italiano: Rossellini e De Sica”. Il neorealismo è stato un fenomeno eterogeneo, quindi non dotato di un manifesto o di poetiche programmatiche, che ha interessato una buona parte del cinema italiano dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, cioè il 1945, al 1953/1954. Il 1945 è l’anno in cui, dopo la Liberazione, finisce la guerra ed esce “Roma città aperta”, film diretto da Roberto Rossellini. “Roma città aperta” è considerato l’atto di nascita del neorealismo, fu in parte girato prima che la città fosse completamente liberata e riassume il sentimento di identità nazionale che andava formandosi in quegli anni. Con il neorealismo, i registi riscoprono la necessità di portare la cinepresa a contatto con la strada: si valorizza l’attualità, agli attori professionisti si affiancano attori presi dalla strada e si ricorre a set autentici sia per gli esterni che per gli interi. Questa decisione era anche dovuta al fatto che gli studi erano andati distrutti a causa dei bombardamenti. Tali affermazioni sono vere solo in parte, in quanto si possono individuare diverse eccezioni. “Sciuscià”, film diretto da Vittorio De Sica nel 1946, fu girato in larga parte in studio. “Roma città aperta”, invece, faceva affidamento su attori che avevano già una carriera cinematografica ma anche teatrale, tra cui Anna Magnani. Il cinema assume l’importante funzione sociale di strumento di conoscenza della realtà e instaura un rapporto paritario tra registi, collaboratori e pubblico. Il secondo appuntamento si concluderà con il reportage “I reggini e la Resistenza: quale memoria? Quale radici?”. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi, nel corso della prima giornata di studi organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”.

Leggi tutto

 

Il Cammino delle Identità – Dovitia : a Sovizzo (Vi) una scelta a vocazione europea

Il Cammino delle Identità – Dovitia : a Sovizzo (Vi) una scelta a vocazione europea

Il progetto L'Europa delle scienze e della cultura, sviluppato dalla rete internazionale Borghi d'Europa sotto il Patrocinio di IAI -Iniziativa Adriatico Ionica (Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico ionica), propone nel 2025 un percorso informativo denominato Il Cammino delle Identità. Si tratta di un itinerario che valorizza le storie dei Territori scelti da Borghi d'Europa, attraverso le interviste di giornalisti e comunicatori, che creeranno un mosaico plurale delle diverse realtà e dei diversi temi culturali. " L'iniziativa era stata presentata a marzo del 2024 presso la sede del Parlamento Europeo di Milano - commenta Renzo Lupatin. Giornalista, presidente di Borghi d'Europa- ed aveva preso lo spunto dalle esperienze della Torrefazione Oselladore di Rossano Veneto (Vi). " La Bottega di Oselladore realizza infatti da molti anni cesti natalizi aziendali e confezioni per ogni ricorrenza e vende prodotti artigianali gastronomici di altissima qualità. Così i giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno scelto alcune delle Aziende selezionate dalla Torrefazione Oselladore, per proporre un itinerario di informazione inedito e curioso. Fra queste, a Sovizzo, vi è la firma di Dovitia,Vini & Spumanti. " La collezione è il frutto di sole uve del territorio trevigiano, di Valdobbiadene e zone limitrofe – osserva Renzo Lupatin. Giornalista, presidente di Borghi d'Europa -. La naturale eleganza dei vini BonaDea conquista al primo sorso, grazie al loro sapore fresco,aromatico ed equilibrato". Le famiglie di viticoltori veneti conferiscono a Dovitia il loro raccolto. " L'enologo – prosegue Lupatin-,segue tutta la parte finale di lavorazione e vinificazione per ottenere un prodotto di elevata qualità a basso contenuto di solfiti."; "Dovitia è nata all‘inizio del 2015, grazie all’impegno di un Team giovane che, dopo una lunga esperienza in consulenze commerciali e di marketing nel mondo del vino, agli inizi del 2012 ha pensato di poter far diventare realtà questo loro ambizioso progetto. Il primo step che Dovitia si prefissò di raggiungere fu di far confluire presso un unico punto di raccolta gli uvaggi di prima qualità provenienti, oltre che dalle proprietà di famiglia, da tante piccole aziende agricole del Trevigiano che, grazie al supporto professionale di un grande enologo, sono diventati l’ inconfondibile linea di bollicine: “BonaDea Spumanti”. Il nome BonaDea è stato scelto appositamente da Dovitia perchè ha voluto dedicare il cuore pulsante dell’azienda alla Grande Madre Terra che ogni anno, grazie alla sua generosità, permette di raccogliere buoni e abbondanti frutti. Con il passare dei mesi, visto il buon andamento delle vendite, Dovitia decise di affrontare anche il secondo step che si era prefissata; consolidare la collaborazione con piccole Cantine, facendosi quindi carico di tutte le incombenze, pratiche e servizi necessari per permettere loro di essere vicine alle esigenze di clienti anche al di fuori del loro territorio di appartenenza. Oggi Dovitia è in continua espansione sia per quanto riguarda il mondo del vino che per altre specialità e servizi. Uno dei punti di forza di Dovitia è saper cogliere ed interpretare le esigenze dei clienti trasformandole in un risultato completamente personalizzato. E’ per questo motivo che come terzo step, Dovitia ha pensato di ampliare la collaborazione con aziende in grado di curare servizi di banqueting, design e marketing, soddisfacendo così, come unico interlocutore, qualsiasi necessità. Borghi d'Europa ha deciso di realizzare un grande Cammino di scoperta degli inediti del buon e bello vivere, chiedendo ai giornalisti e ai comunicatori del progetto 'Borghi d'Europa e la collaborazione informativa con il Parlamento Europeo' : - di visitare le comunità italiane ed europee ; - di intervistare i protagonisti silenziosi delle diverse filiere produttive con un approccio multimediale, rispettoso della pluralità delle culture; - di presentare i protocolli informativi raccolti a Milano, nel corso di incontri di informazione a più voci ; -di 'incrociare' le storie raccolte con le storie di altri borghi italiani ed europei inseriti nella rete internazionale di Borghi d'Europa. Questo percorso diventa il viaggio del gusto di Dovitia, in questo 2025..... Da poco tempo l'Azienda ha anche inaugurato un nuovo spazio per eventi, meetings, degustazioni, che vedrà impegnati anche i giornalisti di Borghi d'Europa per sviluppare le iniziative di informazione. Così sono riprese dopo il COVID le normali operatività verso operatovi, distributori ed importatori, che affiancano l’outlet per la vendita diretta che nel frattempo è divenuto un punto di riferimento per il mercato locale.Con la ripresa del mercato, Dovitia si presenta e viene scelta come cantina partner da “Oteri”, una importante casa di moda e di Interiore Design di Milano presso la quale in occasione di eventi speciali presenta i propri vini. Da quel momento, diventa la bollicina di fiducia normalmente offerta ai clienti che da tutto il mondo si recano a fare shopping presso il loro atelier a Montenapoleone. Nello stesso anno Dovitia fa un accordo con la Business School de Il Sole 24 ore di Milano con la quale avvia un lavoro per la preparazione di master dedicati al mondo del vino e vendite internazionali. " Segno del destino – conclude Lupatin-, perchè Milano è la sede naturale de Il Cammino delle Identità, che raccoglie per 'informare chi informa', il meglio del giornalismo italiano ed europeo."; Le iniziative di collaborazione informativa con Dovitia sono state anche inserite in VERONELLIANA , il percorso che Borghi d'Europa dedica a Luigi Veronelli, con 10 tappe inserite nel progetto di collaborazione informativa con il Parlamento Europeo. "Sono diversi anni – racconta Bruno Sganga, giornalista, già coordinatore delle iniziative editoriali del Maestro-,che Luigi Veronelli (Gino per chi aveva vera amicizia e confidenza con lui) ci ha lasciati ed una volta per tutte sia chiaro che siamo tutti debitori a Veronelli. Lo sono i consumatori a cui ha saputo raccontare “camminando la Terra” in modo esemplare ed unico, come i vari protagonisti del settore agroalimentare ed enogastronomico, verso questa figura leggendaria ed autentico uomo di cultura. Lo siamo tutti all’enogastronomo antesignano e moderno insieme, al giornalista polemico, al fine scrittore, all’editore coraggioso, al conduttore televisivo precursore del settore, oltre che al filosofo ed anarchico sui generis. "Ho vissuto quasi quindici anni a fianco dell’uomo Veronelli nel pieno degli anni più entusiasmanti: dalla sua “L’Etichetta” e le millanta sue Guide, in un ruolo che mi consentiva, soprattutto per amicizia e fiducia, tra marketing e redazione, viaggiando ovunque con lui, d’intervenire e conoscere ogni minimo particolare della sua vita professionale ed anche umana. Sorrido quando negli ultimi tempi leggo od ascolto di gente che lo cita, mette immagini con lui o sbandiera lettere, per evidenziare che “conosceva” Veronelli.., pur di poterlo citare e vantarsene. Ma Gino era cordiale ed aperto con tutti, come dimostrava nella sua “Corrispondenza pubblica e violata” a cui dedicava ore ed ore, pur quando lontano dalla sua dimora bergamasca. "

Leggi tutto

Il pulsante spazzatura elimina i contenuti di questo autore dalla tua 101, per sempre!